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Perchè La Gazzetta del Bardo

Informare e approfondire le notizie più importanti in Italia e nel mondo con un approccio indipendente e rigoroso, offrendo un'alternativa alle fonti di informazione mainstream. Dare voce a diverse opinioni e punti di vista, promuovendo il dibattito pubblico e la partecipazione democratica. Fornire alle aziende strumenti e strategie per comunicare in modo efficace e trasparente, valorizzando l'identità e la responsabilità sociale. In un'epoca di disinformazione e fake news, è più importante che mai avere accesso a fonti di informazione indipendenti e affidabili. Questo blog offre un'alternativa alle fonti di informazione mainstream, dando voce a diverse opinioni e punti di vista e promuovendo il dibattito pubblico. Inoltre, fornisce alle aziende strumenti e strategie per comunicare in modo efficace e trasparente, valorizzando l'identità e la responsabilità sociale. A cura di Stefano Donno

sabato 11 maggio 2024

Corteo di Roma, Valditara: "Mentalità totalitaria preoccupante, volevano impedirmi di parlare"

Roma, comunità russa ricorda il "Reggimento immortale" e la vittoria sul nazifascismo

Inaugurato il comitato MRS a sostegno di Adriana Poli Bortone

A.A.A."Cercasi personale" ma nessuno risponde

LECCE, DAL 14 MAGGIO ATTIVO IL NUMERO UNICO DI EMERGENZA 112 ECCO COME FUNZIONERÀ

Giulio Prosperetti racconta la Costituzione

Alluvione Emilia-Romagna un anno dopo, nella storica trattoria mai riaperta: “Non è cambiato nulla”

Sciopero Rai, Piccolotti contro Mazza: "Minaccia licenziamenti dei giornalisti? Si rende conto ...

Padova, università occupata: le motivazioni degli studenti

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Lecce Tutti i Nomi dell Esercito dei Candidati 10 Liste per Poli Bortone 9 per Salvemini 2 per Siculella 1 per Ciucci nel Centrosinistra Rispunta Buccarella - Lecce

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Lecce, Benvenuto: "Gender ha sostituito il termine sesso"

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Nel Salento la prima multa annullata perché l'autovelox non è omologato. «Può accadere a migliaia di verbali»

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Delli Noci mette in campo quattro liste a sostegno di Salvemini: i nomi

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venerdì 10 maggio 2024

Trump is probably 'furious' at his attorneys for this: Criminal defense attorney

Jeanine Pirro: This is when Stormy Daniels lost her credibility

RIMBORSO VISITE MEDICHE, ASL LECCE FA DIETROFRONT

Venezia, protesta contro il G7 Giustizia: la polizia carica i manifestanti

I nostri salari più bassi di trent’anni fa. Ma partiti e sindacati pensa...

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Putin: «Non permetteremo a nessuno di minacciarci, nostre forze pronte»

Lecce, Maraio: “Io unico candidato del Sud capolista al Parlamento Europeo”

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Venti opere di Tonino Caputo in mostra a Lecce - Spazio Aperto Salento

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Puglia: La filiera dell’agrifood tra sostenibilità e mercato

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FRATELLI D’ITALIA PRESENTA LA SQUADRA PER LE AMMINISTRATIVE DI LECCE

Fratelli d’Italia presenta a Lecce la sua lista per le amministrative a sostegno della candidatura a sindaco di Adriana Poli Bortone.

 

“Sono particolarmente orgoglioso e soddisfatto della composizione della lista che è un vero e proprio spaccato della società leccese -spiega l’on. Saverio Congedo, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia- Una squadra molto competitiva composta da donne e uomini, giovani e meno giovani, con e senza esperienze politiche precedenti, tutte persone capaci e perbene che per attività lavorativa, impegno sociale, percorso personale, responsabilità istituzionali garantiscono non solo un importante contributo elettorale, ma soprattutto di idee da mettere al servizio di Lecce. Insomma, una lista particolarmente qualificata all'altezza del nome del presidente Giorgia Meloni inserito nel simbolo di Fratelli d'Italia della lista.”

 

 

Elenco candidati

 

Bitonto Domenico, avvocato

Bruno Gianluca, dipendente PA

Cacciatore Marco, funzionario PA

Carico Emanuela, segretaria amministrativa

De Carlo Gloria, casalinga

De Giovanni Fabiola, avvocato

Faggiano Monica, consulente del lavoro

Gallo Giuseppe, avvocato

Giordano Anguilla Roberto, imprenditore

Goffredo Luigia, OSS

Greco Maria Luisa, cancelliere

Manfreda Simona, dirigente d’azienda

Miglietta Maurizio, esperto sicurezza lavoro 

Negro Benedetta, consulente politico

Panarese Riccardo, imprenditore turistico

Pano Mario, commercialista

Pascali Francesco, ortopedico

Pasquino Andrea, funzionario Unisalento

Pedone Gabriele, maresciallo capo CC

Perrone Alessandro, imprenditore artigiano

Rango Roberta, impiegata

Riccio Olga Assunta, animatrice psichiatrica

Rizzello Ilaria, operatrice bancaria

Rucco Oronzo, imprenditore agricolo

Solero Vittorio, docente-avvocato

Tamborrino Massimo, membro CdA ENASA

Tramacere Oronzino, commercialista

Turco Mattia, operatore trasporto

Valzano Paola, avvocato

Venece Rocco, funzionario ASL

Verardi Antonio, sindacalista FIADEL

Vitali Emanuela, consulente del lavoro

 

 

HIT MAN di Richard Linklater (2024)| Trailer Ufficiale Italiano

Maternità, 1 donna su 5 lascia il lavoro al primo figlio. E aumenta la disparità salariale con gli uomini

La nuova infografica di Unicusano su donne, lavoro e gender gap analizza le disparità di genere proprie del mondo professionale e l’impatto della maternità sulla vita lavorativa di mamme e neomamme: dove trova origine la disparità di genere?

“Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità". Così il Presidente Sergio Mattarella nel discorso del suo insediamento a Montecitorio nel 2022. Eppure ancora oggi in Italia una donna su cinque lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio principalmente per l’impossibilità di conciliare lavoro e vita familiare (52%) o per considerazioni economiche in seno alla famiglia (19%).

A pochi giorni dalla Festa della mamma, l’Unicusano pubblica la sua nuova infografica su donne, lavoro e gender gap analizzando le disparità di genere proprie del mondo professionale e l’impatto della maternità sulla vita lavorativa di mamme e neomamme. Costrette, molto spesso, a rassegnare le proprie dimissioni per i ridotti servizi all’infanzia, precariato, occupazione ridotta, bassi salari e prevalenza del part-time. Tutte condizioni che, sottolinea l’Unicusano, mal si conciliano con la vita genitoriale al femminile.

Ma è la maternità ad aggravare ulteriormente la disparità fra uomo e donna. Sono le madri, infatti, a veder diminuire il proprio stipendio fino al 35% dopo 24 mesi dalla nascita del primo figlio, soprattutto se questa è avvenuta prima dei 30 anni e in mancanza di un contratto a tempo indeterminato al momento del parto. Numeri che aumentano all’aumentare dell’età dei figli: 15 anni dopo aver ascoltato il primo vagito, una madre lavoratrice assiste a un tracollo del proprio salario lordo del 53%. Si chiama "motherhood penalty", un fenomeno che contribuisce a perpetuare il divario salariale tra donne con figli e donne senza figli, rendendo difficile per le madri mantenere l’indipendenza economica e la presenza sul mercato del lavoro. Un fenomeno che cresce al variare delle condizioni economiche e dei servizi offerti dalle Regioni (il 62,6% delle madri con lavoro non retribuito si trovano nel Mezzogiorno, il 35,8% al Centro, il 29,8% al Nord). A vincere la palma di Regioni “mother friendly”, secondo l’infografica dell’Unicusano, sono il Trentino Alto-Adige e l’Emilia-Romagna, malissimo invece Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Sorte diversa, invece, tocca agli uomini e, ancor di più, ai padri, che dopo 5 anni dalla nascita del primo figlio vedono aumentare il proprio stipendio fino al 10% in più e fino al 16% in più rispetto ad un uomo senza prole.

Tocca quindi al sesso femminile combattere una lotta non troppo tacita contro il cosiddetto "gender pay gap", la differenza di retribuzione tra uomini e donne che, in media, porta queste ultime a lavorare gratis fino all'11 febbraio di ogni anno. Una discrepanza retributiva, profondamente radicata nel tessuto sociale ed economico del Paese, che si riflette in modo evidente nella struttura salariale media: a 18 anni una donna guadagna in media €415 al mese, rispetto ai €557 degli uomini. La disparità cresce con l'età e l'esperienza, portando a una differenza del 43% nella retribuzione complessiva tra uomini e donne in Italia.

Secondo l’infografica dell’Unicusano sarebbe stata la pandemia da COVID-19 ad acuire ulteriormente queste disuguaglianze, portando con sé, solo nel 2020, un significativo calo dei posti di lavoro (-444 mila) di cui 312 mila ad occupazione femminile. Di questi, il 77,2% erano occupati da madri. Un acceleratore di disuguaglianze economiche, sociali ed educative, dunque, che ha aumentato irrimediabilmente il tempo stimato per colmare il divario di genere.

Ma il problema è soprattutto culturale. Da sempre, la narrativa sociale vuole le donne come figura primaria nelle attività di cura. Una concezione dura a morire e che, ancora nel 2018, vedeva il 33% degli italiani d’accordo con affermazioni come “per l’uomo, molto più che per la donna, è importante avere successo nel lavoro”.

Una verità che, oggi, si traduce in convinzioni profondamente radicate che portano le donne ad abbandonare il posto di lavoro (circa 800 mila) dopo la maternità e aziende e colleghi a perpetrare, nei confronti di queste ultime, atti profondamente discriminatori. 

Il gender gap non conosce strade, forme e limiti e si manifesta infatti anche nei processi di selezione, dove il 60% delle aziende pone domande diverse a uomini e donne in sede di colloquio, ponendo la maternità come una delle principali barriere all'occupazione.

Eppure le skills acquisite con un figlio sono tante: capacità organizzative, gestione dello stress, problem solving, affidabilità, empatia, motivazione sul lavoro, e lo stipendio medio ipotetico ancora di più (circa 8.000 euro al mese).

La strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, che si propone di ridurre il tasso di occupazione uomo/donna a meno del 24%, è un esempio di quale sia la strada da percorrere. Ma non basta. In Italia, anche nel 2024 la parità di genere rimane un obiettivo ambizioso ma ancora lontano. Soprattutto a livello professionale. Un divario, quello tra uomini e donne, che per essere colmato, dovrà attendere ancora almeno 135 anni.

Lecce, storia e cultura sotto i riflettori del Governo

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