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mercoledì 7 agosto 2024
Benessere, 3 giovani su 4 avvertono l’esigenza di un supporto psicologico
Roma, 6 agosto 2024 - Il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) ha diffuso oggi i risultati di una nuova indagine sulla salute mentale dei giovani italiani, realizzata con il supporto tecnico di EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali, rivelando dati allarmanti sulla necessità di supporto psicologico e sulle risposte ricevute.
Secondo l’indagine, che ha coinvolto 1.100 giovani tra i 15 e i 35 anni, il 75% degli intervistati ha sentito il bisogno di un supporto psicologico negli ultimi cinque anni, ma solo il 27,9% ha ricevuto l’aiuto necessario.
Dati che evidenziano una significativa lacuna nella risposta al supporto psicologico dei giovani, con gravi ripercussioni sul loro benessere complessivo.
"Il nostro studio mette in luce la necessità urgente di azioni concrete per affrontare una vera emergenza. Abbiamo rilevato che 3 giovani su 4 avvertono l’esigenza di un supporto e che il disagio psicologico è più accentuato tra le giovani donne: ben l’87,3% dichiara di aver avvertito la necessità di supporto psicologico, rispetto al 61,8% dei coetanei uomini. Questo dato sottolinea l'importanza di interventi mirati che tengano conto delle specificità di genere”. Lo afferma Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani.
“Negli ultimi anni, il Consiglio Nazionale dei Giovani - prosegue la Presidente Pisani - ha lavorato intensamente per sensibilizzare e supportare le istituzioni nell’implementazione di politiche efficaci. L’impegno di tutti deve concentrarsi su politiche che garantiscano accessibilità, tempestività e continuità delle cure, personalizzando gli interventi in base alle esigenze individuali. È cruciale che le istituzioni e le famiglie prestino maggiore attenzione a questo tema, specialmente in un periodo storico come quello attuale.
È necessario un piano nazionale organico e permanente che permetta di rafforzare e aumentare i servizi di sostegno alla salute mentale. Servono sportelli di ascolto psicologico nelle scuole superiori e nelle università, accessibili gratuitamente a tutti gli studenti.
Appare, a nostro avviso, essenziale introdurre la figura dello psicologo di base nel sistema sanitario nazionale, come già sperimentato con successo in alcuni distretti sanitari territoriali, iniziativa che dovrebbe andare di pari passo con una campagna di sensibilizzazione per superare lo stigma associato alla ricerca di aiuto psicologico e promuovere una maggiore consapevolezza dell'importanza della salute mentale tra le giovani generazioni, considerato che soltanto il 27,9% delle ragazze e dei ragazzi si è rivolto ad un professionista ricevendo l’aiuto richiesto. Va scongiurata la solitudine e l’abbandono che troppe ragazze e ragazzi sperimentano. Bisogna fare in modo che l’accesso alle cure non sia un privilegio riservato a pochi”.
Avanza la peste suina, Slow Food Italia: gli allevamenti industriali non riducono i rischi, li moltiplicano
La gestione fallimentare
dell’emergenza costa cara a tutti. Il contagio si diffonde e si abbattono
decine di migliaia di animali. Rinchiuderli nei capannoni non serve, anzi: la
diffusione nei grandi allevamenti piemontesi e lombardi dimostra il contrario.
Il commissario straordinario alla peste suina africana Caputo si è dimesso e la
cabina di regia, a cui erano state invitate anche alcune associazioni tra cui
Slow Food Italia, da dicembre non viene convocata
La peste suina avanza. A due anni e mezzo dal primo caso di cinghiale infetto accertato in provincia di Alessandria, il virus è arrivato in otto regioni e, soprattutto, è entrato prepotentemente negli allevamenti di suini. I danni sono già enormi e la situazione è sul punto di degenerare, sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico.
Negli ultimi mesi, circa cinquantamila maiali sono stati abbattuti nel nostro Paese e le loro carni distrutte. Le norme prevedono che si abbattano tutti i capi presenti entro un raggio di tre chilometri dal caso di positività accertato e che gli allevatori colpiti vengano risarciti. Parliamo di decine di milioni di euro di risorse pubbliche: soldi che però arrivano soprattutto ai grandi allevatori, mentre ai piccoli gli indennizzi arrivano con il contagocce.
Il modello industriale non funziona, anzi peggiora la situazione
La strategia adottata per
frenare la diffusione del virus finora non ha prodotto alcun risultato e il
commissario Vincenzo Caputo, entrato in carica un anno e mezzo fa, si è
dimesso. Nei giorni scorsi, è arrivata anche la bocciatura da parte dei
commissari europei giunti in missione in Italia per valutare la
situazione.
Sotto il profilo della biosicurezza, non si può sorvolare sul fatto che i casi di peste suina africana si sono verificati negli allevamenti industriali, ovvero in quelli che – sulla carta – dovrebbero essere i luoghi maggiormente al riparo dal contagio, nei quali gli animali vivono rinchiusi, senza possibilità di contatti diretti con i cinghiali. Questa apparente contraddizione si spiega con la movimentazione di mezzi, animali e personale tra un allevamento e l’altro, una circostanza che riguarda soprattutto i grandi allevamenti con migliaia di capi. In altre parole: è l’uomo ad aver portato il virus negli allevamenti. Tenerlo a mente è fondamentale per evitare di peggiorare la situazione.
Parlare di biosicurezza per frenare la diffusione della peste suina africana è sacrosanto, ma occorre farlo nel modo corretto: intenderla solo come barriere e recinzioni da innalzare per separare i suini domestici dai selvatici è riduttivo e penalizza chi non alleva in maniera industriale. Biosicurezza significa anche rispettare rigorosamente le norme per evitare di trasportare in modo accidentale il virus all’interno dei capannoni. Che questo non sia accaduto lo ha ammesso lo stesso commissario Caputo, in una intervista rilasciata dopo aver annunciato le dimissioni: “Abbiamo avuto la peste a Reggio Calabria e l’abbiamo avuta a Pavia: non credo che sia dovuto alla presenza del cinghiale” ha detto, sottolineando che “per ridurre il rischio l’uomo deve stare attento a non portare il virus sotto i piedi fino dentro l’allevamento”.
Occorre tener presente
che i grandi allevamenti industriali, di norma, si trovano all’interno dei
cosiddetti distretti suinicoli, cioè aree geograficamente ristrette ad
altissima densità di capi. In queste realtà, le occasioni di contatto tra un
allevamento e l’altro sono molto frequenti: pensate ai camion che riforniscono
di mangime i grandi capannoni (negli allevamenti piccoli, invece, spesso i
mangimi sono autoprodotti) e a quelli che smaltiscono i liquami; oppure al
personale che si sposta da un allevamento all’altro, compresi i veterinari e le
persone che si occupano del carico degli animali verso il macello.
Oppure, ancora, pensate ai grandi allevamenti da riproduzione, dove si producono i suinetti destinati all’ingrasso in altri allevamenti: un caso positivo in una realtà così strettamente interconnessa a molte altre può avere conseguenze disastrose in aree anche molto distanti l’una dall’altra.
Gli allevamenti di piccola scala, quelli dove gli animali vivono allo stato brado o semibrado, spesso sono invece isolati, lontani gli uni dagli altri, caratterizzati dal cosiddetto ciclo chiuso (cioè con la riproduzione dei suinetti all’interno dell’allevamento), con pochissimi contatti con l’esterno: di conseguenza, le probabilità che il virus venga portato dall’uomo all’interno sono minori. Il rischio che il contagio si verifichi attraverso un contatto con il selvatico c’è, ma un’eventuale positività avrebbe conseguenze decisamente ridotte e sarebbe più facilmente isolabile.
Il fallimento della cabina di regia
Slow Food Italia, insieme a FederBio, Aiab Liguria, Veterinari Senza Frontiere e Associazione Rurale Italiana, a settembre 2023 ha preso parte alla cabina di regia nazionale per la peste suina africana, su invito del commissario Caputo, con l’obiettivo di rappresentare le istanze degli allevatori di piccola scala. A quel tavolo Slow Food Italia, con le altre associazioni coinvolte in rappresentanza degli allevamenti biologici, bradi e semibradi, ha portato proposte concrete e avanzato diverse richieste. Ad esempio:
ha chiesto azioni di informazione e formazione per la popolazione, gli enti locali e gli operatori riguardo alla gravità della malattia e alle azioni virtuose da intraprendere per evitarne la diffusione;
ha invitato le autorità
incaricate della gestione della peste suina a pubblicare linee guida tecniche
volte a uniformare le valutazioni e le indicazioni delle singole Asl/Ats, evitando di valutare
diversamente a seconda delle aree l’idoneità delle misure di biosicurezza
adottate negli allevamenti semibradi e a bassa capacità, cioè con meno di 300
capi;
ha proposto la deroga
allo svuotamento degli allevamenti laddove sia rispettato il prerequisito della
biosicurezza, una misura indispensabile per chi alleva razze a rischio
d’estinzione;
ha proposto risarcimenti
più equi, evitando che le quotazioni più alte vengano riconosciute soltanto
agli allevamenti inseriti nel circuito delle Dop, trascurando chi alleva ad
esempio in biologico;
ha sollecitato la
realizzazione di macelli di piccole dimensioni più diffusi sul territorio, che
consentirebbero di ridurre gli spostamenti e la promiscuità di animali e mezzi
con origini e destinazioni diverse.
Queste proposte sono però
rimaste senza risposta. Il tavolo, dopo un incontro online a dicembre 2023, non
è più stato convocato e non è più stato richiesto il parere di chi rappresenta
il settore biologico e l’allevamento estensivo e di piccola scala. Anche le
richieste di aggiornamenti e di spiegazioni sono rimaste inevase.
Torniamo dunque a
rivolgerci ai ministeri della Salute e dell’Agricoltura: perché la cabina di
regia è naufragata? Quale linea sarà intrapresa a questo punto per contrastare
questa emergenza? Davvero si intende continuare a privilegiare un modello di
allevamento industriale che, oltre a vedere negli animali dei meri mezzi di
produzione, ha dimostrato la propria vulnerabilità all’avanzata della peste
suina africana? Insistere su questa strada non è privo di conseguenze e a farne
le spese sono gli allevatori più piccoli: quelli che lavorano in modo
estensivo, valorizzando razze suine autoctone – che sono alla base di
produzioni storiche della norcineria italiana eppure si trovano a rischio
d’estinzione – e salvaguardando il loro prezioso patrimonio genetico.
L’alternativa all’allevamento industriale esiste: va difesa, sostenuta e
promossa.
FISCO. CONGEDO (FDI), CRITICHE AL GOVERNO SMENTITE DA NUMERI: ENTRATE E LAVORO RECORD
Il Moige per la prima volta al Meeting per l'amicizia fra i popoli
Torna anche nel 2024 a Rimini il Meeting per l’amicizia fra i popoli, la manifestazione che promuove i valori del rispetto e dell’inclusione.
Dal 20 al 25 Agosto, nel polo fieristico romagnolo, convergeranno tantissime aziende e associazioni di spicco del territorio nazionale, per riflettere e parlare di tutte le novità in fatto di cultura e attualità.
Il Moige, Movimento Italiano Genitori, si unirà per la prima volta all’evento condividendo i principi sui quali esso si fonda.
Sarà presente anche il Centro Mobile, il suo camper itinerante, che da anni gira l’Italia per fornire supporto a minori e famiglie in difficoltà, facendo tappa nelle scuole, nelle piazze e nei principali luoghi di aggregazione dell’intera penisola.
Due psicologi del team Moige incontreranno mamme, papà, bambini e ragazzi illustrando i progetti di punta dell’associazione, tra questi anche “Educyber Generations”, pensato proprio per educare giovani e meno giovani ad usufruire di internet e della tecnologia, ma allo stesso tempo a salvaguardarsi dai rischi della rete.
Quella di Meeting per l’amicizia fra i popoli sarà anche un’importante occasione per tutti gli insegnanti per conoscere la realtà Moige e poter coinvolgere il proprio istituto in una delle iniziative dell’associazione su scala nazionale.
Il focus di queste sei giornate sarà la ricerca di una felicità autentica e durevole, difficile da trovare in un periodo caratterizzato da guerre, violenza, caos e dall’avanzare del sopravvento tecnologico, tutti elementi che ci obbligano quotidianamente ad interrogarci sul nostro destino e sul dolore individuale e collettivo. L’evento avrà come finalità quella di ricordare a tutti, partecipanti e non, i fattori essenziali che permettono all’uomo di rimanere tale, e di amplificare, se possibile, la sua umanità davanti ai sopracitati drammi contemporanei.
Un’occasione importante per supportare e aiutare il prossimo, ma anche per incentivare il dialogo con una profonda riflessione sul senso della vita e sul nostro posto nel mondo, grazie anche alla possibilità di confrontarsi con personalità e istituzioni che arriveranno da tutto il mondo e dai contesti culturali, religiosi e sociali più disparati.
Un invito ad abbandonare la superficialità e far posto a ciò che conta davvero, che il Moige ha accolto con grande entusiasmo.
La partecipazione è aperta a tutti e nel corso delle sei giornate il Meeting per l’amicizia fra i popoli 2024 offrirà un variegato programma di eventi sportivi, mostre, spettacoli, concerti e seminari, senza rinunciare al divertimento dedicato ai più piccoli e alle famiglie con il Villaggio dei Ragazzi.
FIRMATA ORDINANZA DI PUBBLICA SICUREZZA SU PIAZZO MORO E PIAZZA UMBERTO
Sulla base della richiesta avanzata dal Comitato dell’Ordine e della Sicurezza con riferimento alla necessità di adottare un provvedimento che vieti la vendita di bevande in contenitori di vetro nelle aree di piazza Moro, piazza Umberto e zone limitrofe, e al termine dell'attività istruttoria condotta dalla Polizia locale in collaborazione con i diversi uffici dell'amministrazione comunale, che ha evidenziato una serie di criticità circa le condizioni di degrado fisico e sociale in cui versa l'area, il sindaco Vito Leccese ha firmato un'ordinanza a tutela della sicurezza urbana.
Dagli esiti dell'istruttoria emerge infatti come nelle aree individuate sia diffuso in modo incontrollato il consumo di alcol, circostanza pericolosa tanto per le persone affette da alcolismo quanto per la percezione di sicurezza di quanti percorrano la piazza e le aree limitrofe, e di droghe pesanti, come confermano recenti episodi di cronaca.
In questa situazione la possibilità di acquistare bevande acoliche in contenitori di vetro rappresenta un fattore di rischio, considerato che soggetti in condizione di alterazione da sostanze possono utilizzare il vetro come arma di fortuna e rendersi protagonisti di minacce o atti violenti nei confronti dei frequentatori degli stessi luoghi. Contestualmente l’amministrazione ha ravvisato la necessità di rafforzare i servizi di supporto alle persone in condizioni di fragilità che spesso trascorrono gran parte del tempo in queste aree, disponendo la presenza degli operatori dell’Unità di strada comunali con un servizio aggiuntivo di sostegno psico-sociale per quanti dovessero averne bisogno.
“Questo provvedimento si inserisce in una serie di attività che l’amministrazione ha avviato per dare un chiaro segnale di attenzione alle tante sollecitazioni pervenute sia dai residenti sia dagli operatori di Polizia che nelle nostre piazze svolgono quotidianamente il loro lavoro - commenta Vito Leccese - Come ho sempre detto, per affrontare situazioni complesse come quelle che vivono tutte le città italiane a ridosso di luoghi sensibili quali le stazioni ferroviarie, c’è bisogno di un lavoro di squadra con il coinvolgimento di tutte le istituzini che hanno competenze in materia di sicurezza. Per quanto mi riguarda l’amministrazione è pronta a dare il suo contributo e da qualche settimana, con la task force piazza anti degrado in cui siedono i responsabili dei diversi settori comunali e delle aziende municipali, abbiamo cominciato a definire le azioni che possono andare nella direzione di un maggior presidio fisico e sociale delle aree attenzionate dal provvedimento. Sarà fondamentale garantire allo stesso tempo la presenza degli operatori del welfare che potranno offrire sostegno e servizi a quanti ne avranno bisogno. Ma allo stesso tempo crediamo che sia giusto provare a contrastare gli episodi di violenza e degrado che si verificano frequentemente in quelle zone anche a causa di un consumo crescente di droga e alcol”.
Nel dettaglio il provvedimento, in vigore da oggi fino al 30 settembre 2024, dispone i seguenti divieti:
a. per gli esercenti attività commerciali e i pubblici esercizi ubicati sulle seguenti vie: piazza Moro, corso Italia (da piazza Moro a via Suppa), via Niccolò dell’Arca (da via Caduti di Via Fani/piazza Moro a via Davanzati), via Davanzati (da piazza Umberto a via Melo), via De Cesare, via Sparano - nel tratto di strada compreso tra piazza Moro e piazza Umberto -, e la stessa piazza Umberto comprese le strade e le attività commerciali perimetrali alla piazza, dalle ore 20 alle ore 07, di vendere e/o somministrare per asporto bevande in bottiglie e/o in contenitori di vetro;
b. per chiunque, nelle medesime vie di cui al precedente punto, di consumare bevande alcoliche nell’arco delle 24 ore al di fuori dei pubblici esercizi e delle attività di somministrazione di alimenti e bevande con consumo sul posto e nelle loro pertinenze già autorizzate per l’occupazione del suolo pubblico.
c. per chiunque, nelle medesime vie indicate al punto a), di indebita occupazione del suolo pubblico e degli arredi urbani;
d. per chiunque, di accatastare indumenti, coperte, cartoni, anche avvalendosi di strutture per il trasporto degli stessi (ad. esempio carrelli del tipo in uso presso supermercati o altro simile per funzione) nelle aree di cui al punto a).
L’inosservanza delle previsioni di cui alla lettera a), fatta salva l’applicazione di ulteriori sanzioni in caso di concorso di violazioni, è punita con la sanzione prevista dall’art. 650 del Codice penale. A carico dei trasgressori esercenti l’attività commerciale, l’autorità amministrativa potrà applicare la sanzione della sospensione dell’attività da 3 a 15 giorni consecutivi, secondo i criteri di cui all’art.11 della Legge n.689/81.
L’inosservanza dei precetti di cui ai punti da b) a d) è punita, a meno di rilevanze penali o concorrenti violazioni di natura amministrativa, previste da altre Leggi e Regolamenti, con la sanzione amministrativa pecuniaria determinata tra 25 e 500 euro.
L’ordinanza inoltre, vieta a chiunque, fatto salvo quanto previsto dalla vigente normativa a tutela delle aree interne delle infrastrutture, fisse e mobili, ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, e delle relative pertinenze, di porre in essere condotte che impediscono l'accessibilità e la fruizione delle infrastrutture ferroviarie, di trasporto pubblico e delle relative pertinenze insistenti e ricomprese nell’area di cui al punto a), prevedendo a carico dei trasgressori la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 100 a 300 euro. Contestualmente all'accertamento della condotta illecita, al trasgressore viene ordinato l'allontanamento dal luogo in cui è stato commesso il fatto.
Quale misura complementare al dispositivo, l'ordinanza formula contestualmente una direttiva ai diversi uffici dell'amministrazione comunale con l'obiettivo di:
• potenziare i servizi di welfare comunale con particolare riferimento alle azioni di assistenza primaria a favore di individui in condizioni di disagio, grave difficoltà o emergenza sociale prevedendo 2 aree di stazionamento delle Unità di Strada nei pressi dell’ex infopoint cittadino in piazza Moro e dell’edificio denominato “Goccia del Latte” in piazza Umberto nei giorni e negli orari che saranno determinati dalla direzione della ripartizione Servizi alla persona;
• intervenire sulla vegetazione arborea presente in piazza Moro e nella altre vie indicate al punto a) del dispositivo (con eccezione di piazza Umberto che sarà interessata da un successivo e complessivo intervento manutentivo generale) al fine di ridurre l’altezza delle bordature in siepi delle aiuole o di altri elementi a verde e di compiere gli ulteriori interventi necessari per limitare la frammentazione visiva e la discontinuità spaziale che possano costituire occasione per l’occultamento o pregiudizio per le attività di controllo da parte dei competenti organi di Polizia;
• provvedere alla eliminazione/sostituzione (o altro intervento ritenuto idoneo dai competenti organi tecnici) di cordoli ammalorati di aiuole e manufatti similari.
• prevedere le aree di stazionamento delle Unità di Strada (Pronto Intervento sociale di sostegno alle persone disagiate) in piazza Moro, nei pressi dell’ex infopoint e in piazza Umberto, civico 35 (di fronte al civ. 35 della Piazza Umberto, lato intersezione con la via Davanzati), predisponendo la necessaria segnaletica stradale conforme al Codice della Strada;
• provvedere giornalmente nelle aree indicate nel punto a), con riferimento ai servizi specifici di AMIU PUGLIA s.p.a., alla rimozione di quanto risulti abbandonato nelle aree pubbliche (giacigli di cartone, bottiglie e lattine vuote, rifiuti in genere, cartacce, ecc.);
• provvedere alla eliminazione, qualora non più in uso, o ripristino, di cassette, armadietti o strutture similari (tipo vecchie centraline telefoniche) previste per servizi pubblici.
Come prendersi cura dei vetri dell'auto in estate
Domani il 33^ anniversario dell’arrivo della vlora
Domani, 8 agosto, 33° anniversario dell’arrivo nel porto di Bari della motonave Vlora con a bordo 20mila profughi albanesi, la città di Bari ricorderà l’evento che ha segnato la storia dell’immigrazione nel Novecento con una serie di appuntamenti.
Alle ore 11.30, nella sala consiliare di Palazzo di Città, il sindaco Vito Leccese consegnerà le chiavi della città di Bari a Mario Desiati, scrittore giornalista e poeta, autore di Mare di Zucchero (Mondadori 2014). Alla cerimonia interverranno il console di Albania a Bari Artur Bardhi, l’assessore regionale Gianni Stea (che porterà il saluto del governatore), l’assessora alle Culture Ines Pierucci, la consigliera metropolitana delegata alla Cultura Francesca Pietroforte e Gianni Di Cagno, Mimmo Magistro, Luca Turi, Alessandro Piva, Nicola Montano e Saverio D'Alonzo, testimoni dell’evento cui anche l’attuale sindaco partecipò da giovane assessore della giunta guidata da Enrico Dalfino, oltre ai familiari del sindaco Dalfino.
In serata, alle ore 19, in largo “Sono persone 8-8-1991” (via Vito de Fano 29), a San Girolamo, alla presenza del sindaco Vito Leccese, dell’assessora Pierucci e del presidente di Arca Puglia Centrale Piero de Nicolo, si terrà un momento di riflessione sui valori civili e umani dell'apertura, dell'accoglienza e dell'integrazione.
Per l’occasione il comitato spontaneo che si riunisce presso largo Sono persone ha realizzato una gigantografia (180x260 cm) del famoso scatto che testimonia lo sbarco dei 20.000 albanesi realizzato da Lorenzo Turi, allora sedicenne. Il pannello, donato al Comune di Bari, integrerà l'opera “Sono persone 8.8.1991” di Jasmine Pignatelli, installata sulla facciata dell'edificio di edilizia popolare di Arca Puglia Centrale e poi completata con la scultura gemella a Durazzo in Albania in occasione del trentennale dello sbarco della Vlora.
Alla cerimonia parteciperanno, tra gli altri, Lorenzo Turi, Francesco Rossini, rappresentante del comitato spontaneo, Eva Meski, arrivata a Bari con la Vlora e rappresentante dell'associazione “Le Aquile di Seta”, Pino Rana e Filomena Lisco del Circolo ACLI La Pira, testimoni dello sbarco, e Jasmine Pignatelli che, insieme a Giuseppe Dalfino, ha coadiuvato e sostenuto le intenzioni del comitato.
A seguire si terrà un reading di Marco Grossi della compagnia Malalingua su letture di don Tonino Bello, con accompagnamento vocale a cappella di Monica de Giuseppe. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.
Il comitato promotore dell'iniziativa è costituito da cittadine e cittadini di Bari, italiani e albanesi, e dai residenti di San Girolamo che perseguono l'obiettivo comune di valorizzare, conservare, tutelare e divulgare i valori di amicizia e accoglienza che l'opera d'arte di Jasmine Pignatelli veicola attraverso le parole tradotte in linguaggio morse pronunciate dall'allora sindaco Enrico Dalfino: “Sono Persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”.
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Pisticci, 8 luglio 2024 – Arriva alla sua venticinquesima edizione il festival nato da un amore viscerale per l'ottava musa, e che semp...