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Informare e approfondire su tutto quello che un'altra Italia ha dire e mostrare. A cura di Stefano Donno

giovedì 31 luglio 2025

Rispetto - Una Parola da Raccontare OGGI Giovedì, 31 Luglio alle ore 20:45 al Parco di Montegrappa, Tuglie (Lecce)

Nuovo appuntamento di rilevanza sociale per la casa editrice i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno. Rispetto - Una Parola da Raccontare, è il titolo dell’evento che si terrà  OGGI Giovedì, 31 Luglio alle Ore 20:45 presso il Parco di Montegrappa, a Tuglie (Lecce), una serata dedicata al valore del rispetto e alla lotta contro ogni forma di violenza. Ecco gli interventi: introduce l’incontro Lorenzo Longo (Consigliere Comunale del Comune di Tuglie); Gabriella Gnoni (Insegnante, Operatrice di Cultura); Martina Episcopo (Consigliere Comunale del Comune di Tuglie), Dr. Antonio Russo (Criminologo e autore del libro: Stalking: Storie di un crimine ordinario (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno), Dr. Cristian Casilli (Consigliere Regionale); Dr. Stefano Donno (Editore). Modera : Dr. Luigi Alessandrelli

Organizzazione a cura del Gruppo Viviamo Tuglie . L’evento mira a sensibilizzare sul tema del rispetto e della prevenzione della violenza, con particolare attenzione al fenomeno dello stalking attraverso il libro di Antonio Russo.

La violenza contro le donne rimane un’emergenza sociale nel nostro Paese, un “virus letale” che continua a mietere vittime nonostante le leggi e le convenzioni internazionali. I dati parlano chiaro: dal 2017 al 2023, i femminicidi in Italia hanno registrato numeri drammatici – 123 nel 2017, 142 nel 2018, 94 nel 2019, circa 91 nel 2020 (di cui 81 in ambito familiare), 103 nel 2021, 89 nel 2022 e 50 solo nei primi sette mesi del 2023, 11 nel 2025 sino ad oggi. Una donna ogni tre giorni perde la vita per mano di un partner o un ex, spesso dopo aver denunciato inutilmente il proprio stalker. Il 44,6% delle vittime aveva chiesto aiuto senza ricevere protezione adeguata, evidenziando un fallimento delle istituzioni e delle leggi, dalla normativa sullo stalking (2009) al Codice Rosso (2019).

Molte donne non denunciano per paura, sfiducia nello Stato o dipendenza economica, intrappolate in una “gabbia” di isolamento e violenza. La cultura patriarcale, ancora radicata, e un linguaggio che perpetua disuguaglianze di genere alimentano questo dramma. È urgente un cambiamento culturale e sociale, a partire dall’educazione e da politiche concrete di tutela delle vittime.

IL  VOLUME DI ANTONIO RUSSO – STALKING STORIE DI UN CRIMINE ORDINARIO

“Stalking, Storie di un crimine ordinario” è il titolo nel nuovo capolavoro saggistico del criminologo e attivista Antonio Russo.

Un titolo, quello del saggio edito dalla casa editrice leccese “I Quaderni del Bardo Edizioni” di Stefano Donno, che è candidato ad essere uno dei più efficaci libri di prevenzione verso una grande piaga sociale: la violenza contro le donne in tutte le forme nelle quali essa viene esercitata. Partendo da un completo excursus storico, giuridico e criminologico il libro “Stalking, Storie di un crimine ordinario” si rivela essere un vero e proprio manuale per il profiling e la prevenzione della fattispecie criminologica.

Il cuore pulsante dell’opera sono le testimonianze di donne, vittime e guerriere, che condividono le loro storie di figlie, mogli, compagne e madri, vissute all’ombra della violenza subita per mano di quell’uomo che aveva promesso di amarle e proteggerle. Un “amore malato” fa da sottofondo alle tragedie – narrate dalle protagoniste – che vedono la complicità di uno Stato ancora indifferente o, forse, non troppo “maturo” per impedire che le donne possano essere vittime di quei comportamenti criminosi posti in essere da un uomo maltrattante; i dati espressi dalle indagini statistiche nazionali e internazionali mostrano una realtà allarmante: innumerevoli sono le donne maltrattate e, nei casi più gravi, uccise per mano di colui che avrebbe dovuto amarle incondizionatamente. “Gestire il dolore di una violenza del genere è una delle più grandi sofferenze che si possano provare. Essere violata nei propri diritti ti rende impotente nell’anima e nella mente. Uscirne è un calvario, forse più acuto dello stesso momento in cui la bellezza della vita svanisce. La più grande forza è la metabolizzazione di ciò che subisci e la trasformazione in una lotta che possa servire all’umanità” afferma la dott.ssa Francesca della Valle nella prefazione a sua cura del libro del “paladino della lotta” Antonio Russo.

Composto da “note alla lettura” curate da Francesca Brandi, Antonia Depalma, dall’avv. Benito Sposato e dall’avv. Vincenzo Piserchia e dalla postfazione a firma del consigliere regionale della Puglia, Donato Metallo, l’opera è completa di ogni informativa utile a prevenire e combattere il crimine della violenza e dello stalking grazie alla ricchezza ed accuratezza delle informazioni contenute, che fungono da vero e proprio supporto; di estrema utilità sono, a questo proposito, i contenuti relativi agli strumenti tecnici per la difesa dagli atti persecutori che ledono quei diritti inviolabili garantiti dalla Carta Costituzionale e dalle numerose disposizioni legislative internazionali.

“Stalking, storia di un crimine ordinario” è, dunque, un libro saggistico destinato principalmente alle vittime del reato di violenza e stalking, agli esperti e ai cultori della materia giuridica e si propone di sensibilizzare la società affinché, con consapevolezza, non vi sia “mai più una di meno”.

Info link

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/

Mail – iquadernidelbardoed@libero.it


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venerdì 18 luglio 2025

Agricoltura: Da oggi in tutte le librerie “La coltivazione della canapa in Italia” di Giuseppe L’Abbate, ex sottosegretario Masaf

 È disponibile da oggi, venerdì 18 luglio, in tutte le librerie italiane il volume “La coltivazione della canapa in Italia” di Giuseppe L’Abbate, edito da People. Un’opera attesa e necessaria, che si propone come guida completa per chi vuole orientarsi nel complesso universo della canapa industriale: dalle norme alle opportunità di mercato, dalle sfide produttive alle fake news.

In un momento in cui la canapa è tornata al centro del dibattito pubblico e politico – complici il recente Decreto Sicurezza e le polemiche sulle infiorescenze – questo libro rappresenta uno strumento fondamentale per agricoltori, operatori del settore, amministratori locali e cittadini. Con uno stile divulgativo ma rigoroso, L’Abbate ricostruisce la storia, il presente e le prospettive future della coltura della canapa in Italia, facendo chiarezza su aspetti normativi, economici e ambientali.

La canapa è una pianta antica ma ancora oggi circondata da equivoci e strumentalizzazioni ideologiche – spiega l’autore –. Ho voluto scrivere questo libro per offrire una visione concreta e fondata, che unisce le norme alle reali potenzialità della filiera”.

L’opera affronta i punti cardine della normativaa partire dalla Legge 242/2016, analizza il quadro regolatorio europeo, approfondisce gli usi industriali e ambientali della pianta e dedica ampio spazio al nodo controverso delle infiorescenze e del CBD. Non mancano capitoli dedicati alla sostenibilità agricola, al ruolo della canapa nella rigenerazione dei suoli e all’economia circolare.

Troppo spesso – aggiunge L’Abbate – la canapa è vittima di campagne mediatiche allarmistiche e di incertezze legislative che rischiano di scoraggiare gli investimenti. Questo libro vuole essere una bussola per chi, soprattutto tra i giovani imprenditori agricoli, continua a credere nel potenziale di questa coltura strategica per l’Italia”.

Giuseppe L’Abbate, parlamentare per due legislature (2013–2022) e già Sottosegretario alle Politiche Agricole, è stato tra i promotori della legge sulla canapa industriale e ha seguito da vicino l’evoluzione normativa, contribuendo anche al dibattito in sede europea. Il volume, edito da People, casa editrice indipendente attenta ai temi dell’ambiente e della politica economica, è disponibile da oggi in tutte le librerie italiane e online.




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mercoledì 16 luglio 2025

YUTS AND CULTURE: dal 31 gennaio il nuovo album “BACK TO MA FUNK”, dal 24 gennaio in radio il singolo “COME OVER”

Dal 31 gennaio 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in formato CD e vinile “BACK TO MA FUNK”, il nuovo album degli Yuts and Culture per Irma Records dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica “Come over” dal 24 gennaio. L'album sarà presentato venerdì 31 gennaio alle 21.30 presso le Officine Cantelmo a Lecce in occasione del “Sei Festival Young”, un evento organizzato e promosso dal Cool Club (ingresso libero).

“Come over” (If you come over here i will prove that i love you baby) è un brano che rappresenta la consapevolezza. L'uomo prende atto dei propri limiti e dei propri errori, cercando di rileggere il suo passato e proiettarsi in modo nuovo nel futuro. La canzone esplora l'idea che nessun amore possa essere veramente raggiungibile se prima non comprendiamo la sua vera natura dentro di noi. Un viaggio emotivo che invita alla riflessione e alla crescita personale, per imparare ad amare in modo autentico e consapevole.

Il singolo accompagna l'uscita di "Back to ma Funk", il secondo album degli Yuts and Culture. La band pugliese torna sulla scena musicale con un lavoro che comprende 12 brani, di cui due interamente strumentali, esplorando sonorità che spaziano dal Soul, al Funk, al Jazz e al Reggae. L’album trae ispirazione dalle vibranti sonorità funk degli anni '70, reinterpretandole in una chiave moderna e attuale.

"Back to ma Funk" è un viaggio di rinascita e trasformazione spirituale, dove la musica diventa il mezzo per esplorare e riscoprire se stessi. Il titolo allude a un ritorno alle radici e al groove originario, ma con una nuova consapevolezza, maturata attraverso esperienze vissute e riflessioni profonde. Il progetto si pone come una reinterpretazione del passato, arricchita da una visione rinnovata e una connessione più intima con l’essenza artistica della band. La musica diventa un linguaggio universale che unisce passato e presente, tradizione e innovazione.

 "Back to ma Funk" non è solo un omaggio alle origini, ma un’espressione di evoluzione personale, in cui il ritorno al funk diventa simbolo di autenticità e rinascita spirituale. È un invito a ritrovare ciò che ci rende unici e a danzare nel ritmo della vita con una nuova luce.

 L’album è stato scritto, prodotto e suonato da: Diego Martino (Batteria), Pierpaolo Polo (Basso Elettrico), Alberto Zacà (Chitarra), Daniele Arnone e Claudio “Kalad” Marra (Tastiere), Angelo “Japan” de Grisantis (Percussioni), Vincenzo Baldassarre (Voce e Testi), Carlo Gioia (Sax), Lorenzo Lorenzoni (Trombone).

Il progetto è stato registrato e missato da Paolo Montinaro presso gli studi Yeahjasi Spazio Recording a Brindisi, mentre il mastering è stato curato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio.

Tra le collaborazioni, l’album vede la partecipazione di Carmen Melcarne, Liana Lamarra, Sara Giannone e Kykah ai cori, Emanuele Coluccia al sassofono tenore, Antonio Macchia e Pietro Gioia alla tromba.

Le grafiche della copertina sono curate da Fabio Luigi Conti "Discographica", la fotografia è stata realizzata da Daniela Fumarola, mentre le animazioni video sono state curate da Davis Albert Valle, completando così il progetto artistico e sottolineando l'attenzione ai dettagli visivi.

Commentano gli artisti a proposito dell'album: “Questo Album è il culmine di anni di impegno e dedizione, forgiato nelle intense sessioni in sala prove e plasmato attraverso scontri di idee e dibattiti costruttivi. Ogni confronto ha alimentato il fuoco della nostra creatività, trasformando il conflitto in armonia. È un manifesto del nostro viaggio, un'opera che riflette la passione, la perseveranza e la crescita collettiva.”

 

TRACK-LIST:

 

As Jah Wants

Intermission

I Got You

Come Over

400 Days

Together

I hope it was worth it

My love will never die

If I was the man of your life

Back to ma funk

Beauty

Are you in my heart

 

 

Dettagli release party del 31 gennaio:

 

https://link.dice.fm/AdvJB58f4Pb?sharer_id=611243c7b7dc4d00014652df

 

Biografia

 

Yuts and Culture è una band di origine pugliese che combina le radici profonde della black music con uno spirito innovativo. Inizialmente formatasi come una band di Reggae Roots, ha arricchito il proprio stile con influenze Funk, Soul ed R'n'B. Il loro album di debutto, "Naked Truth", rappresenta questa evoluzione, fondendo ritmi in levare con groove funk e soul, mantenendo una forte connessione con la tradizione musicale degli anni '70 pur abbracciando la modernità. La loro musica autentica e spirituale mira a creare un profondo senso di empatia con l'ascoltatore. La band è composta da: Diego Martino alla batteria, Pierpaolo Polo al basso Elettrico, Alberto Zacà alla chitarra, Daniele Arnone alle tastiere, Kalad Marra alle tastiere, Angelo de Grisantis alle percussioni, Vincenzo Baldassarre alla voce, Carlo Gioia al sax, Lorenzo Lorenzoni al trombone, Carmen Melcarne e Liana Enrica ai cori.

Anticipato dai brani “I got you” e “I hope it was worth it”, “Back to ma funk” è il secondo album del progetto Yuts and Culture disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in formato fisico cd e vinile dal 31 gennaio 2025 dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica “Come over” dal 24 gennaio.




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martedì 15 luglio 2025

CGTN: Una lettera d'ispirazione: L'influenza delle parole di Xi nella fiorente industria cinematografica cinese

La CGTN ha pubblicato un articolo in cui si evidenzia come la recente risposta del presidente cinese Xi Jinping ad alcuni veterani del cinema sia giunta al cuore dell'industria cinematografica del Paese. L’articolo mette in luce la continua spinta all’innovazione del settore, che dà vita a una straordinaria combinazione di tecnologia e cultura.


PECHINO, July 15, 2025 (GLOBE NEWSWIRE) -- Nel 1905, un cortometraggio di 30 minuti muto e in bianco e nero, "Il monte Dingjun", segnò l'inizio della cinematografia cinese. Con protagonista il maestro dell'Opera di Pechino Tan Xinpei nei panni di un generale, fu il primo film cinese in assoluto.

Ora, 120 anni dopo, la Cina ha riscritto i record del botteghino mondiale con "Ne Zha 2", un'epopea animata che si attesta come il film d'animazione con i maggior incassi di tutti i tempi e uno dei cinque titoli più redditizi nella storia del cinema mondiale.

In una recente lettera indirizzata a otto veterani del cinema cinese, il Presidente Xi Jinping ha esortato l’industria cinematografica del Paese a realizzare opere ancora più straordinarie, capaci di riflettere lo spirito del tempo e dare voce alle aspirazioni del popolo.

L’invito di Xi mira a ispirare l’intera comunità cinematografica a valorizzare ancora di più la cultura, mantenere un forte legame con la vita reale e contribuire al fiorire delle arti e alla costruzione di una solida identità culturale nazionale.

Incontro tra tecnologia e cultura cinese

Dalle prime pellicole mute alle sorprendenti epopee create con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, la trasformazione cinematografica della Cina nel corso di questi 120 anni è stata caratterizzata dall'incessante ricerca di innovazione.

Il successo di "Ne Zha 2" è in buona parte dovuto alle immagini mozzafiato e ricche di azione che narrano le vicende del giovane-dio Ne Zha e del suo amico drago Ao Bing, mentre rigenerano i propri corpi e riscrivono il proprio destino.

Dietro questo successo cinematografico si cela una straordinaria impresa tecnologica: grafica computerizzata di ultima generazione e algoritmi su misura hanno dato vita a colate di lava iperrealistiche, effetti esplosivi e simulazioni di folle oceaniche.

Per realizzare le scene immersive, in alcune delle quali figurano fino a 200 milioni di personaggi in un singolo fotogramma, hanno lavorato all'unisono ben 138 studi di animazione di tutta la Cina. Il risultato è un'opera senza precedenti.

Una crescente ondata di film cinesi si sta avvalendo di tecnologia all'avanguardia per arricchire la narrazione e spingersi oltre i confini dell'innovazione cinematografica.

In "The Wandering Earth 2", un kolossal cinese di fantascienza, i team di produzione hanno utilizzato la stampa 3D per realizzare oggetti di scena altamente dettagliati, tra cui tute spaziali futuristiche, computer quantistici dotati di IA e bracci robotici. Per la trilogia fantasy cinese "Creazione degli dei", nota per i suoi scontri eroici tra il bene e il male, sono state utilizzate tecnologie di motion capture e pipeline di produzione in stile hollywoodiano, al fine di standardizzare il processo di produzione.

L'odierna industria cinematografica cinese fonde tecnologie all'avanguardia con il suo ricchissimo patrimonio culturale di oltre 5.000 anni, dando vita a narrazioni visivamente sbalorditive che trovano grande successo nel pubblico mondiale.

I più recenti successi, come la saga di "Ne Zha", la trilogia della "Creazione degli dei" e "Chang An", hanno reimmaginato le antiche leggende cinesi attraverso la narrazione moderna e l'arte visiva.

La CMC Pictures ha annunciato la scorsa settimana che la versione in lingua inglese di "Ne Zha 2" debutterà in IMAX e 3D nelle sale di Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda a partire dal 22 agosto.

Ellen Eliasoph, giurata degli Academy Awards e regista veterana, ha sottolineato che l'espansione del cinema cinese a livello globale non è guidata solo dall'ambizione commerciale, ma soprattutto dalla sua profonda rilevanza culturale, autentica pietra angolare del suo successo.

"La Cina è davvero una miniera d'oro poco sfruttata per quanto riguarda la proprietà intellettuale", ha dichiarato la Eliasoph, prima executive di Hollywood ad approdare nel cinema cinese, in un'intervista rilasciata a China Media Group ad aprile.

Un'industria fiorente

La Cina è oggi il secondo mercato cinematografico al mondo. Nel 2024 sono state registrate oltre 1,01 miliardi di presenze al cinema in tutto il Paese. All'8 luglio, i dati delle piattaforme online mostravano che i ricavi cumulativi del botteghino cinese per il 2025, prevendite incluse, avevano superato i 30 miliardi di yuan (circa 4,18 miliardi di dollari) in soli 189 giorni, 28 giorni in anticipo rispetto allo scorso anno.

Il Paese sta inoltre giocando un ruolo sempre più influente nel rimodellare il panorama cinematografico globale. Solo nel 2024, la Cina ha ospitato festival cinematografici internazionali in più di 30 Paesi e regioni. In patria, le sale cinematografiche cinesi hanno proiettato 93 film importati, generando oltre 9 miliardi di yuan di incassi.

Chen Daoming, celebre attore e presidente dell'Associazione Cinematografica Cinese, ha affermato che la lettera di risposta del Presidente Xi si è rivelata una preziosa guida per l’intera industria cinematografica del Paese.

"È una profonda ed essenziale fonte di ispirazione", ha detto Chen, che è stato uno degli autori della lettera a Xi. "Mi auguro che, grazie al nostro comune impegno, potremo creare molte opere straordinarie che contribuiscano alla prosperità delle arti e alla creazione di una nazione culturalmente forte".

In Gao Ying, manager dello storico Capital Cinema di Pechino, la lettera del Presidente ha risvegliato il senso più profondo della sua missione.

"Ci impegneremo a trasformare ogni schermo e teatro in una finestra culturale che racconti la storia della Cina e celebri lo spirito cinese".

Per ulteriori informazioni, consultare:

Puglia