La Libreria dei Quaderni del Bardo a Lecce
Perchè La Gazzetta del Bardo
giovedì 30 maggio 2024
FIAF presenta il primo festival della fotografia italiana
Bibbiena (AR), 30 maggio 2024 - La cultura iconografica italiana, con una sua estetica tanto distintiva quanto universale, merita una celebrazione che ne esplori in profondità la complessità e l'evoluzione. Contrariamente alle percezioni di un ritardo culturale, i percorsi della fotografia italiana dimostrano un coraggio esemplare nell'innovazione e nella ricerca di nuove prospettive. Questa tradizione visiva, arricchita da un patrimonio storico e culturale unico, invita a un'esplorazione continua, mettendo in luce la capacità della fotografia di reinterpretare la realtà.
Rispondendo alla necessità di riscoprire e valorizzare questa eredità, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF) annuncia il primo Festival della Fotografia Italiana, una manifestazione annuale, da giugno a ottobre, dedicata esclusivamente alla nostra cultura iconografica nella sua evoluzione storica e contemporanea, in dialogo con i giovani talenti, il territorio e le sfide dell'intelligenza artificiale.
Il Festival della Fotografia Italiana si svolgerà a Bibbiena (AR), Città della Fotografia grazie alla presenza del Centro Italiano della Fotografia d’Autore (CIFA) e della Galleria a Cielo Aperto, vero e proprio museo permanente della fotografia open-air, unico in Italia. Saranno inoltre coinvolti i comuni limitrofi del Casentino, Poppi e Pratovecchio-Stia, nel contesto di un festival che vuole anche porre l'accento sull'esplorazione della relazione tra territorio e fotografia.
L'inaugurazione della prima edizione del Festival della Fotografia Italiana avrà luogo nel weekend del 14-16 giugno. Il programma del weekend di apertura vedrà la presenza di grandi autori della fotografia, critici, giovani talenti emergenti e appassionati. Attraverso mostre, conferenze e laboratori, il festival si propone come un punto di incontro dinamico per scambi culturali e creativi, dando il via a una nuova tradizione nel panorama artistico italiano.
La mostra centrale
La mostra centrale del festival, intitolata "Fotografia Italiana: mappe, percorsi e linguaggi", a cura di Denis Curti, riunisce i cento autori più significativi dal dopoguerra a oggi, presentando un panorama della fotografia italiana che si distingue per la sua estetica culturale e paesaggistica unica.
Attraverso un percorso espositivo articolato, la mostra si propone di esplorare i temi identitari della fotografia italiana, dimostrando inequivocabilmente che la fotografia italiana non solo esiste, ma ha anche una sua specificità e rilevanza nel panorama mondiale. Il focus temporale della mostra, dal dopoguerra ad oggi, offre uno sguardo approfondito sulla storia recente della fotografia italiana, evidenziando le peculiarità di ciascun autore e il contesto storico-culturale in cui operavano.
La selezione dei cento autori rappresenta un tentativo di rileggere la storia della fotografia italiana moderna e contemporanea, offrendo una narrazione ricca di sfumature e prospettive. Tra gli autori presenti figurano Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli, Guido Harari, Nino Migliori, Paolo Pellegrin, Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani e Francesco Zizola. Ogni autore e ogni immagine sono accompagnati da una descrizione accurata, volta a mettere in luce la loro importanza e il loro contributo alla fotografia italiana.
Attraverso questa esposizione, si intende proporre un viaggio per immagini che riflette la nostra storia collettiva, stimolando la riflessione critica e il dialogo intorno ai temi fondamentali della fotografia italiana. La mostra non solo offre informazioni, ma invita anche a guardare il mondo da prospettive diverse, incoraggiando una visione critica e consapevole del presente e del futuro della fotografia italiana, confermando il ruolo degli autori italiani come anticipatori del futuro e narratori pertinenti della nostra storia collettiva.
Dialogo con gli Autori Contemporanei
Il Festival della Fotografia Italiana si propone di creare un ponte tra i grandi maestri e dieci autori contemporanei, selezionati in base al tema dell'anno: "Dalla Terra alla Luna. Esplorazioni sulla Fotografia Italiana." Questo titolo, ispirato al romanzo di fantascienza di Jules Verne del 1865, "Dalla Terra alla Luna," evoca l'immaginazione e la previsione del futuro, concetti fondamentali che hanno plasmato anche la storia della fotografia.
Le dieci mostre degli autori selezionati - Lorenzo Cicconi Massi, Simone Donati, Francesco Faraci, Simona Ghizzoni, Sara Munari, Raffaele Petralla, Edoardo Romagnoli, Stefano Schirato, Ilaria Sagaria, e Valentina Vannicola - raccontano storie uniche e coinvolgenti che spaziano dall'intimità dei paesaggi marginali del Casentino alle oscure visioni futuristiche del Cosmodrome, dalla magia dell'adolescenza in Crisalidi alla trasformazione geologica nel Rêve Géologique. Ogni mostra offre una prospettiva diversa e uno sguardo unico su temi legati all'esplorazione, alla memoria, all'ambiente e alla nostra presenza sul pianeta.
Il Festival e i Giovani Talenti della Fotografia
Il Festival continua la tradizione della FIAF di promozione della cultura fotografica con un programma speciale dedicato ai giovani autori.
Cinque fotografi Under 30, selezionati dalla Call "Nuovi Sguardi", esporranno i loro progetti accanto ai lavori collettivi realizzati da cinque scuole di fotografia italiane.
Il Festival ospiterà inoltre la Masterclass Residenziale "Ivano Bolondi", guidata da Simone Donati, dove sei giovani fotografi, in una settimana di residenza artistica, realizzeranno progetti fotografici e audiovisivi esplorando e interpretando il territorio. I lavori risultanti saranno esposti nell'edizione 2025 del Festival, dando ai partecipanti una vetrina per presentare i frutti di questa esperienza formativa unica.
Il Festival e la valorizzazione dell’editoria fotografica
Il festival si distingue anche per il suo impegno tangibile nel promuovere e valorizzare l'editoria fotografica, un pilastro fondamentale per la diffusione della cultura visiva a livello nazionale e internazionale. Questo impegno si materializza attraverso il lancio del "Premio Editoriale MARIÆ NIVIS 1567", un prestigioso riconoscimento annuale ideato per celebrare e premiare l'eccellenza nel campo della fotografia.
Il "Premio Editoriale MARIÆ NIVIS 1567" è dedicato esclusivamente ai libri fotografici di autori italiani, pubblicati da case editrici italiane o europee nei due anni precedenti. La selezione dei dieci finalisti, affidata a una Commissione specializzata, vedrà esposte le opere nel corso del Festival, mentre la cerimonia di premiazione, prevista a settembre, sarà il culmine di un weekend interamente dedicato all'editoria fotografica, arricchito da presentazioni editoriali, talk e letture di fanzine.
In parallelo il Festival presenterà anche i risultati della Call “Percorsi”, un'opportunità per opere fotografiche destinate alla pubblicazione in formato libro. Il vincitore e i primi cinque lavori selezionati avranno l'opportunità di essere inclusi nelle mostre ufficiali del Festival, offrendo una vetrina prestigiosa per la loro visibilità e riconoscimento.
Il Festival e le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale
Nel contesto delle sfide poste dall’innovazione tecnologica, il Festival della Fotografia Italiana intende anche esplorare in modo particolare il rapporto tra fotografia e intelligenza artificiale (AI) ed esaminare come queste tecnologie avanzate stiano trasformando le modalità di narrazione visiva e espandendo le possibilità espressive degli artisti.
Il festival ha dato il via a questa esplorazione con il lancio della Call "Nuovi Sguardi", una competizione che ha invitato giovani fotografi under 30 a integrare l'intelligenza artificiale nelle loro creazioni fotografiche. Questa iniziativa ha stimolato un vivace dialogo tra tradizione e innovazione, permettendo ai partecipanti di sperimentare e reinterpretare il tema del festival "Dalla Terra alla Luna. Esplorazioni sulla Fotografia Italiana" attraverso l'uso dell'AI.
Inoltre, il festival è orgoglioso di presentare la nuova mostra della fotogiornalista Barbara Zanon, intitolata "Al di là dello Sguardo".
Il progetto rappresenta un esperimento pionieristico nel campo della narrazione visiva, avvalendosi dell'intelligenza artificiale per esplorare storie di viaggi estremi, al di là dei confini spazio-temporali usualmente raggiungibili. La mostra si articola in due fasi: prima segue il percorso dei migranti attraverso il mare, alla ricerca di sicurezza, e successivamente esplora la loro nuova vita sulle coste italiane, presentata attraverso polaroid generate dall'AI.
Queste immagini, non essendo fotografie convenzionali, evocano le realtà vissute dai migranti, offrendo uno sguardo profondo sulla loro esperienza di sofferenza, speranza e amore. Ogni opera solleva interrogativi sulla natura della verità e della percezione in un'era in cui le immagini sono spesso ingannevoli. L'utilizzo innovativo dell'IA trasforma questo strumento in una potente fonte di espressione emotiva e riflessione critica, mettendo in discussione le nostre percezioni e la nostra comprensione del mondo. "Al di là dello sguardo" non è solo un'indagine sulle potenzialità dell'AI, ma anche un invito a riflettere sul futuro incerto plasmato da questa tecnologia e sul nostro rapporto con la realtà visiva e la verità stessa.
Ad accompagnare la mostra, il festival ospiterà anche un talk specifico sul ruolo dell'AI nella fotografia contemporanea che vedrà la partecipazione di Barbara Zanon e di altri esperti, approfondirà le implicazioni etiche, tecniche e narrative del suo impiego in fotografia. La discussione sarà un'occasione per esaminare i benefici e le problematiche associate all'AI, sottolineando l'importanza di sviluppare un approccio critico nell'interpretazione delle immagini generate da questa tecnologia e di sensibilizzare il pubblico sulle sue conseguenze potenziali.
Mentre l'intelligenza artificiale continua a evolversi, la FIAF si impegna a gestire questi temi in modo responsabile, stimolando un dialogo continuo sul confine sempre più sfumato tra realtà e immaginazione nell'era digitale. Questo impegno dimostra la volontà del festival di restare all'avanguardia nel dibattito contemporaneo sull'arte e la tecnologia.
Il territorio in dialogo con il Festival
Il Festival della Fotografia Italiana celebra il ricco tessuto culturale e ambientale del Casentino, trasformando ogni angolo di questo territorio in una galleria vivente. Attraverso una serie di esposizioni dislocate in sedi prestigiose e siti di archeologia industriale, da Bibbiena a Poppi e Pratovecchio-Stia, il festival invita a scoprire la storia e la cultura locali aprendo nuove prospettive sulle tradizioni e sull'identità della regione.
Proseguendo oltre le esposizioni, la collaborazione con le scuole locali e i progetti fotografici guidati ogni anno da un fotografo professionista diverso mirano a educare, documentare e celebrare il territorio, promuovendo una comprensione più profonda del valore culturale, ambientale e sociale del paesaggio, rendendo il territorio non solo teatro delle opere ma anche protagonista attivo del dialogo artistico.
Questo approccio non solo arricchisce l'esperienza dei visitatori ma rafforza anche il legame tra arte e ambiente, promuovendo una nuova percezione del Casentino.
Il Festival si apre agli “spazi informali”
Durante il weekend di inaugurazione del festival, Bibbiena si trasformerà in un teatro a cielo aperto per l'arte fotografica, ospitando "angoli di conversazione estemporanea" in spazi insoliti e invitanti, come i pittoreschi caffè all'aperto della città. Grandi autori come Guido Harari, Maurizio Galimberti, Paola Mattioli, Paolo Ventura e Toni Thorimbert saranno a disposizione per incontrare il pubblico e gli appassionati di fotografia e dialogare sui temi del festival e i progetti autoriali.
In aggiunta, il 15 e 16 giugno, la piazza principale di Bibbiena sarà il palcoscenico delle letture portfolio per la terza tappa di Portfolio Italia – Gran Premio Fowa, il “25° Fotoconfronti”. Le iscrizioni a queste sessioni saranno aperte sul sito della FIAF dal 1° al 13 giugno. I vincitori di questa fase avranno la possibilità di competere per il prestigioso premio finale del circuito.
Queste iniziative dimostrano il forte impegno del festival nel fomentare un dialogo costruttivo tra la fotografia e il contesto locale, integrando attività culturali nei luoghi pubblici e rendendole accessibili a tutti.
“Desidero rivolgere un profondo ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria avventura del Festival della Fotografia Italiana”, ha dichiarato Roberto Rossi, curatore del Festival. “La missione della FIAF, da oltre 75 anni, è sempre stata quella di celebrare e promuovere l'eccezionale eredità fotografica italiana, e questo festival rappresenta un momento culminante di tale impegno. Siamo fieri di offrire una piattaforma per esplorare la ricchezza e la diversità della fotografia italiana, dalle sue radici storiche alle sue sfide contemporanee."
FIAF
Fondata nel 1948 a Torino, la FIAF è un'Associazione senza fini di lucro, attenta da sempre alle tendenze e alle istanze culturali della fotografia italiana, che si prefigge lo scopo di divulgare e sostenere la fotografia su tutto il territorio nazionale. In oltre settantacinque anni di storia la FIAF non ha cambiato il suo originale intento e oggi annovera circa 5.000 associati e 500 circoli affiliati, per un totale di oltre 40.000 persone coinvolte nelle attività dell’Associazione, accomunate dalla passione per il mondo della fotografia e a cui fornisce molteplici servizi, dai più pratici mirati al sostegno alle organizzazioni a quelli rivolti alla formazione e alla crescita culturale di ogni singolo associato. www.fiaf.net
mercoledì 29 maggio 2024
STAR WARS - Viaggio tra le Stelle: Dove si Incontrano Fantascienza e Fumetti
Nell'universo sconfinato della narrativa, la fantascienza e i fumetti si intrecciano dando vita a storie epiche che ci trasportano in mondi lontani e ci fanno sognare l'impossibile. Tra le saghe che meglio rappresentano questo connubio troviamo Star Wars, un franchise che ha rivoluzionato entrambi i generi e continua ad appassionare generazioni di lettori e spettatori.
Un'epopea galattica
Nato dalla mente di George Lucas, Star Wars ci immerge in una galassia lontana lontana, dove Jedi e Sith si scontrano in una lotta senza tempo tra Bene e Male. La trilogia originale, con Luke Skywalker, Han Solo e la Principessa Leia, ha conquistato i cuori di milioni di persone, diventando un'icona della cultura pop. Ma l'universo di Star Wars si è espanso ben oltre i film, grazie a fumetti, romanzi, videogiochi e serie TV che hanno arricchito la storia e introdotto nuovi personaggi e avventure.
Fumetti: un mezzo espressivo potente
I fumetti si sono rivelati un terreno fertile per esplorare ulteriormente l'universo di Star Wars. Dalle prime storie pubblicate subito dopo l'uscita del film originale, la saga ha avuto una trasposizione fumettistica ricca e variegata, con diverse case editrici che hanno dato vita a storie originali e adattamenti dei film.
Influenze reciproche
L'influenza tra fantascienza e fumetti in Star Wars è reciproca. Da un lato, la saga ha tratto ispirazione da opere letterarie di fantascienza classica, come "Flash Gordon" di Alex Raymond e "Dune" di Frank Herbert. Dall'altro, Star Wars ha avuto un impatto enorme sul mondo dei fumetti, ispirando nuove generazioni di autori e artisti e contribuendo a definire l'estetica e le tematiche del genere fantascientifico.
Un universo in continua espansione
Oggi, l'universo di Star Wars continua ad espandersi, con nuove storie e personaggi che vengono introdotti attraverso fumetti, serie TV e altri media. La saga dimostra la forza di questa sinergia tra fantascienza e fumetti, capace di creare mondi sempre più vasti e complessi, di appassionare lettori e spettatori di ogni età e di continuare a sognare con le stelle.
Riflessioni finali
L'esempio di Star Wars dimostra come fantascienza e fumetti non siano solo due generi distinti, ma due facce della stessa medaglia. Entrambi ci permettono di esplorare nuove frontiere, di riflettere su temi universali e di sognare con l'impossibile. L'intreccio tra questi due mondi continuerà senza dubbio a plasmare la nostra immaginazione e a regalarci storie indimenticabili.
Sabine Hemming: Living Shapes
Il Lampadario, e nello specifico il lampadario classico di cristallo, è l’oggetto congeniale all’artista perché le permette di agganciarsi alle forme naturali in modo traslato e di immergersi nel fascino di rievocazioni ambientali. Luce e spazio convergono e spesso le sue forme rievocano elementi naturali e vegetali. La pittura di Hemming, seguendo queste tracce, sviluppa una trasmutazione che rende impalpabile l’oggetto facendolo risuonare con lo spazio, avvalendosi di monocromie pulsanti e di modulazioni torno su tono, che mutano ad ogni angolazione. Siamo nella luce che si riflette dai cristalli all'ambiente circostante e a noi ritorna con il linguaggio della pittura. È un corpo luminoso che, come nella vita, è attivamente plasmato dal movimento e dal cambiamento. E la vita esiste solo in tale dinamismo.
Il Lampadario è un buon simbolo del cambiamento nel tempo. È un oggetto di culto che può rappresentare valore, lusso, sfarzo. Ma è pur sempre l’evoluzione più o meno opulenta della lampada che a livello simbolico rimanda agli albori della conoscenza e della meraviglia, alla luce della creazione, all’archetipo del viandante con in mano la lanterna alla ricerca della via, della verità, alla lanterna di Diogene che l’antico filosofo portava con sé per cercare un uomo onesto, ma soprattutto per cercare l’essenza dell’uomo.
Il Lampadario, da cui parte Sabine Hemming per poi giungere alle soglie dell’astrazione, è un oggetto simbolo di unificazione dei tempi, presente passato e futuro che le consente di percepire, all’interno dello spazio, forme fluttuanti collegate fra di loro, che man mano perdono le loro connotazioni reali per sfaldarsi in innumerevoli pennellate e sprizzi di luce. È una sinfonia poetica in grado di muoversi tra le cose secondo una dimensione alchemica, capace di riattivare, in maniera sensibile e assolutamente personale, lo spazio artistico e il procedimento creativo.
Attratta dal processo trasformativo della pittura, Sabine Hemming utilizza l’elemento figurativo pittorico con l’anelito di espandere e di rendere manifeste energie invisibili, ancorandosi ad una struttura, in questo caso il lampadario, che solo apparentemente è in uno stato di inerzia, ma che in realtà seduce per estetica e per funzione. Per sensibilità dell’artista diviene simbolo della condizione dell’essere, cosi che il suo fluttuare, da una dimensione all’ altra, dal buio alla luce, possa rivelare la sua verità e la sua visione del mondo.
su appuntamento. T + 39 338 4305675
Per informazioni:
stefaniacarrozzini@gmail.com
www.mymicrogallery.com
-
Pisticci, 8 luglio 2024 – Arriva alla sua venticinquesima edizione il festival nato da un amore viscerale per l'ottava musa, e che semp...