La Libreria dei Quaderni del Bardo a Lecce
Perchè La Gazzetta del Bardo
sabato 22 giugno 2024
Martedì 25 giugno | Lo scrittore e giornalista francese Christophe Boltanski a Lecce con il romanzo "King Kasai. Una notte coloniale nel cuore dell’Europa"
Martedì 25 giugno (ore 19:00 - ingresso libero | bibliotecaognibene.it - 0832404612)
il Chiostro degli Agostiniani in viale Michele De
Pietro 10 a Lecce ospita la presentazione
del romanzo "King Kasai.
Una notte coloniale nel cuore dell’Europa" di Christophe
Boltanski (Add Editore). «Mi infilo nel sacco a pelo e
ricomincio a leggere "Cuore di tenebra". Secondo molti, Joseph Conrad
avrebbe avvalorato gli stereotipi sull’Africa, una terra che nell’immaginario
occidentale è sempre stata associata al terrore, alla ferocia, al vuoto. Alle
tenebre, appunto. Ma quell’oscurità che lui esplora non è anzitutto la
nostra?», si domanda lo scrittore e giornalista francese (negli anni
corrispondente dalla Guerra del Golfo, da Gerusalemme e da Londra) che
dialogherà con Alessandra Beccarisi, docente di Storia della
filosofia medievale dell'Università di Foggia. L'appuntamento, promosso in
collaborazione con Diffondiamo idee di valore, Conversazioni
sul futuro e Officine Culturali Ergot, rientra nella
quarta edizione di Agostiniani Libri, rassegna letteraria del Comune
di Lecce e della Biblioteca Ognibene.
Pubblicato in Italia da Add Editore con la
traduzione di Sara Prencipe, il volume fa parte della collana "Ma nuit
au musée" creata dalla francese Éditions Stock che offre agli
scrittori l'opportunità di trascorrere una notte in un museo. Da queste
esperienze nascono testi sorprendenti, poetici ed emozionanti che permettono
esplorazioni di territori diversi, riflessioni filosofiche, estetiche,
sociologiche e pura creazione letteraria. Boltanski sceglie l’Africa Museum,
un tempo Museo reale dell’Africa centrale, costruito costruito a Tervuren nella
regione del Brabante Fiammingo per celebrare la gloria dell’impero
coloniale belga e del suo re Leopoldo II. È qui,
in questo edificio maestoso oggi “de-colonizzato”, che Boltanski decide di
passare una notte, visitandone i sotterranei, densi di stereotipi razzisti
scolpiti nel marmo e nel bronzo, per poi riemergere nelle gallerie dove teche
scintillanti racchiudono uccelli, pesci, rettili, primati, fino
all’uomo-leopardo di Tintin. E King Kasai: cinque metri di altezza, sette di
lunghezza, quattro zampe grosse come boe, due vele grigie spiegate al vento
come orecchie e un centinaio di chili di avorio alla prua. Troneggia in
disparte, lontano da tutto, arca simbolica della crudeltà di un tempo
dimenticato. In King Kasai l'autore segue a ritroso le orme del cacciatore che
partecipò alla spedizione del Museo e uccise l’elefante, nel 1956,
addentrandosi nell’oscurità di uno dei tanti “cuori di tenebra”
dell’Occidente, densi di colpe un tempo impensabili, e ora appena ammissibili.
L'INCIPIT
Cerco
di viaggiare leggero. Si dice che durante le sue scorribande in Africa, Henry
Morton Stanley si portasse dietro una vasca da bagno, tappeti persiani e
champagne. Io mi accontento di comprare una bottiglietta d’acqua in una locanda
appena prima che chiuda. Quando esco dal locale mi avvolge un odore di
sottobosco e di ozono. In fondo alla piazza del mercato intuisco nell’ombra la
massa scura degli alberi che circondano la città. Nuvole dense velano il cielo.
Le strade sono già deserte. Alina Gurdiel, la mia editor, ha insistito per
farmi compagnia fino alla partenza. Prima di tornare in albergo mi ha guardato
con aria inquieta. «Forza. Vedrai che andrà tutto bene», ha detto, come se
stessi salpando per un Paese lontano. Invece devo fare appena un paio di
chilometri. Una mezz’ora di cammino. Mi attardo, nonostante l’ora e il
temporale che incombe. Qualcosa mi trattiene. È la prospettiva di attraversare
un bosco a notte fonda o di rimanere chiuso, da solo, fino all’alba, in un
castello stregato? [...] C’è chi esibisce al pubblico orsi o scimmie ammaestrate.
Il secondo re dei belgi esibiva esseri umani. Nel suo mondo fatto di eccessi,
tutto sfiora la caricatura: la folta barba a spazzola, l’altezza da gigante (un
metro e novantacinque), la dolicocefalia, il naso sporgente – «che gli deforma
il viso», ripete sconsolata la regina madre – l’ingordigia – era in grado di
trangugiare due faraone nello stesso pasto – e il frutto della fame insaziabile
e delle ambizioni che lo muovono: il suo impero. Sin da giovanissimo aspira a
grandi spazi. Trova soffocante il suo regno tascabile e cerca il modo di
affrancarsi da una Costituzione che lo condanna a un ruolo puramente di
facciata. Desidera conquistare nuovi territori non nel nome del Belgio, che non
li vuole, ma a titolo personale. Sogna ricchezze e più ancora un potere che non
possiede. Comincia quindi a indagare, a interrogare i suoi corrispondenti. Le
Filippine sono in vendita? E se invadessimo la Cina? Tenta di comprare le isole
Figi, poi una parte del delta del Nilo. Ambisce alle miniere d’oro di Giava e
alle ricchezze dell’imperatore del Giappone, definite «immense e mal
custodite». Non ha l’anima di un esploratore, ma di un filibustiere. Se ne
avesse la possibilità conquisterebbe qualunque cosa, anche un altro pianeta.
Come il Dittatore di Chaplin, gioca con un mappamondo. Leggero quanto una bolla
di sapone. Solo che arriva troppo tardi. L’essenziale è stato preso dalle altre
nazioni europee. Sulle carte dei suoi geografi non resta che una grande macchia
bianca, una crepa all’interno di un continente ancora misterioso. Lui vi si
getta a capofitto. «Non voglio lasciarmi sfuggire l’occasione di prendere una
fetta di questa magnifica torta africana», scrive allora.
LE RECENSIONI
"Un libro appassionante sulle radici del
mondo in cui viviamo" (Madame Figaro), "King Kasai affronta
l’impensabile, il colonialismo nel cuore dell’Europa" (Le Monde),
"Questo museo diventa il palcoscenico su cui Boltanski svolge la sua
indagine personale e storica, confrontandosi con i fantasmi di un passato
doloroso e ingiusto" (Dario Moalli - Artribune), "Boltanski firma un
romanzo ingombrante e maestoso come un elefante africano abbattuto, una pagina
nera della storia coloniale europea che non può essere dimenticata né
perdonata" (Andrea Marcolongo - Tuttolibri).
L'AUTORE
Figlio del sociologo Luc e
nipote dell'artista Christian, Christophe Boltanski, scrittore e
giornalista («Libération», «Le Nouvel Observateur», «Revue XXI»), è stato
corrispondente dalla Guerra del Golfo, da Gerusalemme e
da Londra. Nel 2010 ha vinto il prestigioso Prix
Bayeux-Calvados per il reportage "Les mineurs de l’enfer"
sulla miniera della regione di Nord-Kivu in Congo cui è
seguito "Miniere di sangue", libro-inchiesta sui costi umani
dello sfruttamento minerario mondiale e in particolare in Congo, Rwanda,
Tanzania e Ghana (Grasset 2012). Con il romanzo "Il nascondiglio"
(Sellerio 2017) ha vinto il Prix Fémina. La storia dei
Boltanski è quella di una stravagante famiglia intellettuale che ha vissuto per
anni in uno spazio circoscritto, un appartamento in rue de Grenelle, a Parigi,
e qui ha costruito tutto il proprio mondo. Il racconto della loro vicenda segue
la struttura dell’abitazione e attraversa in maniera progressiva ogni stanza,
collocandovi via via gli eclettici personaggi. È un cammino che inizia nel
cortile dov’è parcheggiata la Fiat Cinquecento e prosegue verso la cucina,
l’ufficio, il bagno e le camere da letto, fino al luogo clou, "l’entre
deux", il nascondiglio letteralmente incastrato tra le mura dove il nonno
Étienne, ebreo, ha vissuto nascosto per quasi due anni per sfuggire alla
deportazione.
Domenica 23: Premio Marietta, Storia del Panino e molto altro alla Festa Artusiana
Forlimpopoli (22/6/24): La Festa Artusiana entra nel vivo domenica 23 giugno con un convegno dedicato al panino e l’ormai attesissimo Premio Marietta e Premio Marietta ad honorem.
Alle 19 Casa Artusi, nel ciclo degli Aperitivi a Corte curati dalla Fondazione Casa Artusi, ospita la presentazione del libro “Storia del panino italiano” (Slow Food Editore 2024) di Alberto Capatti.
Mangio solo un panino? Rigoroso e piacevolissimo è il viaggio che ci offre questa ultima opera dello storico di fama mondiale. Una guida che comincia con l’usanza molto diffusa del panino come pranzo di lavoro, nei campi in fabbrica e in ufficio per proseguire con i tramezzini arricchiti fino al panino Gourmet. Tante curiosità che raccontano il successo della nostra gastronomia, anche al di là del Bel Paese.
Un esempio, la muffuletta, quel panino rotondo con la milza di bue che è arrivata oltreoceano. In questo caso conosciamo addirittura il nome dell’esportatore, Salvatore Lupo, siciliano, proprietario d’un negozio d’alimentari nel quale, agli inizi del Novecento, andavano a pranzo molti operai italiani emigrati in America per arrivare oggi ad indicare il panino-simbolo dell’intera città di New Orleans. Una storia, tante storie tutte da conoscere e da gustare. Con l’autore dialoga Massimo Montanari, professore Emerito Alma Mater e presidente del comitato scientifico di Casa Artusi.
A ricevere il premio Marietta ad Honorem: Giuseppe (Beppe) Sangiorgi per la significativa opera di studio e valorizzazione del patrimonio enogastronomico della Romagna, Forno Cappelletti & Bongiovanni di Dovadola per l’attenzione e la cura con cui il laboratorio artigianale panifica ogni giorno con grani tradizionali. Presenta Antonio Tolo responsabile Biblioteca comunale di Forlimpopoli.
A seguire in Piazza Pompilio lo show cooking di Jennifer Bucci, già Premio Marietta nel 2023.
Alle 21:45 il Fossato della Rocca cambia veste per la musica dal vivo di Briciole di Musica con il Duo Baguette.
Nelle serate delle Festa sono allestiti gli stand di 34 ristoranti con diverse proposte gastronomiche per tutti i gusti e si alternano associazioni e pro loco del territorio in Piazza Garibaldi.
Inoltre:
Alle 19.30 l’Arena di Piazza Fratti si anima con le note di Pagonz in concerto e il loro repertorio che si estende dal pop internazionale al cantautorato italiano.
Dalle 20 la Sala Bertozzi di Piazza Fratti accoglie “La mattoncinoteca in mostra”, a casa di Heath4Children APS, mostra e gioco con gli arcinoti mattoncini.
Per tutta la serata animazione per le vie con i buskers Luca Galli con “Quando il calcio incontra l’arte” Tony Clown con “Un Clown in cerca di risate” a cura di Teatro delle Forchette.
Tutte le sere della Festa Artusiana
-
Pisticci, 8 luglio 2024 – Arriva alla sua venticinquesima edizione il festival nato da un amore viscerale per l'ottava musa, e che semp...