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giovedì 5 dicembre 2024

LELO | Sesso: i primati dei Millennial dal Piemonte alla Puglia. I risultati del sondaggio LELO

 LELO, brand leader nel mercato dei sex toys, ha condotto un sondaggio* che ha coinvolto circa 8000 Millennial in 7 paesi tra cui l’Italia, per comprendere meglio una generazione che per prima, almeno sulla carta, sembra aver superato lo stigma del sesso, vivendolo in modo più libero. Come hanno influito app di incontri e un mondo digitalizzato sulla sessualità dei nati tra il 1981 e il 1996? Scopriamolo insieme alla dottoressa Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa SISP e consulente LELO.

 

Sesso e Millennial: i dati italiani

Il dato più importante per LELO, che da sempre ha a cuore il benessere sessuale delle persone, ci dice che i Millennial italiani sono in gran parte soddisfatti e a proprio agio con la loro sessualità (59%). Ma non solo: il 13% ritiene di dover esplorare di più le proprie preferenze sessuali per comprendersi meglio.

Il dato del resto sembra essere in linea con una visione della vita sessuo-affettiva in grado di emanciparsi da vecchi modelli, stereotipi e tabù. In linea con quanto rappresentato dalle ricerche internazionali, sempre di più la popolazione di giovani adulti sembra interessata ad un aspetto qualitativo anziché performativo della vita intima e, di conseguenza, ad avere un’attenzione alla soddisfazione sessuale e affettiva.” Commenta la dottoressa Cosmi.

 

I Millennial sono la prima generazione che ha veramente abbracciato una cultura libera dallo stigma e positiva nei confronti del sesso, ma pur sempre nell’ambito di una relazione monogama: il 57% degli intervistati opterebbe per una relazione tradizionale con un singolo partner tra tutte le possibilità.

“La possibilità di avere una relazione monogama rappresenta ancora oggi, per molti, il modello ideale a cui far riferimento; la possibilità di sperimentare ‘in sicurezza’ è di certo un aspetto importante che può riflettere anche una certa cultura dell’educazione sessuale, orientata alla cura e alla tutela di sé. È anche verosimile pensare però che per le nuovissime generazioni questo dato cambierà ulteriormente e assisteremo sempre di più a ulteriori variazioni nei modelli di vita relazionale.” Continua Cosmi.

Passando a dati più quantitativi, il 60% dei Millennial dichiara di voler fare più sesso. Quasi un quinto delle persone intervistate (19,25%) dichiara di avere rapporti sessuali almeno dieci volte al mese, mentre per il 12% la frequenza sale a una volta ogni due giorni.

I fattori che impediscono a questa generazione – e forse anche alle altre! – di avere rapporti più frequenti sembrano essere lo stress e l’ansia derivanti dalla vita quotidiana: è così per il 30% degli intervistati. La dottoressa Cosmi a questo proposito afferma che “Lo stress e l’ansia rappresentano due aspetti che si pongono, quando raggiungono livelli alti, come fattori ostacolanti una buona vita sessuo-affettiva; in questo senso, è importante che venga promossa non soltanto un’educazione sessuale che permetta di affrontare e gestire eventuali sentimenti di disagio, ma anche che possa sostenere le persone nella comprensione delle proprie modalità di vivere la vita sessuale, in un’ottica meno performante e maggiormente qualitativa.”

Stress a parte, una persona su quattro (27%) considera i sex toys e la masturbazione una parte normale della propria vita quotidiana, in coppia o meno. In effetti, conclude la dottoressa Cosmi, “la possibilità di utilizzare un sex toy per il proprio piacere, con l’autoerotismo o in coppia, rappresenta una bella conquista culturale; del resto, la masturbazione, per quando possa essere stata (e in parte lo è ancora oggi) un comportamento demonizzato, riveste una funzione importantissima nello sviluppo psicologico e sessuale di una persona: consente infatti di conoscere se stessi e il proprio corpo, di esplorare modalità di funzionamento della propria risposta sessuale ed è, di conseguenza, un valido alleato del benessere di coppia, dal momento che aumenta la consapevolezza di sé! Se poi avviene attraverso l’utilizzo di un sex toy, può offrire nuovi spunti di conoscenza e approfondimento.”

 

Come cambia il sesso a seconda del dialetto

I Millennial non sono tutti uguali: al di là della media dei risultati generali, in Italia sono emerse delle “tipicità” regionali piuttosto interessanti.

Tra le grandi città, Bologna si è rivelata quella in cui la frequenza dei rapporti è sopra la media nazionale, con il 17,46% di persone che fa sesso circa una volta ogni due giorni, mentre allargando lo sguardo alla regione, l’Emilia-Romagna conta un numero superiore alla media di Millennial per i quali i sex toys fanno parte del loro quotidiano (35%). Tra le grandi città, Roma eguaglia la medesima percentuale, mentre Genova arriva al 38%.

Napoli invece si conta la percentuale più alta di stress tra le cause di calo del desiderio, per il 35% degli intervistati.

Spostandoci a Nord Ovest, scopriamo che il Piemonte è il regno di Kink e BDSM, praticati dal 18,57% della sua popolazione, rispetto a una media nazionale che si ferma al 9,17%.

La Puglia vanta il primato della monogamia, con il 64% dei Millennial che dichiara che la loro relazione ideale è con un solo partner.




Come guardare la televisione senza affaticare gli occhi

 Da Clinica Baviera le linee guida per evitare e prevenire possibili disturbi 


Esistono molti miti sul fatto che guardare la televisione possa danneggiare la vista. In realtà, secondo gli esperti di www.clinicabaviera.it, una delle più importanti società di oftalmologia in Europa, non è scientificamente provato che possa avere effetti sugli occhi a lungo termine. Questa credenza era nata in realtà negli anni ’60, quando, a causa di un errore di produzione, alcuni televisori emettevano radiazioni che potevano nuocere alla salute della vista. Il problema all’epoca fu risolto ma la raccomandazione di non guardare a lungo il piccolo schermo rimase impressa nella mente delle persone. Ad oggi non è possibile però stabilire una correlazione diretta tra il guardare la televisione e l’insorgere di patologie visive come la miopia ma di sicuro c’è un legame diretto tra l'abuso di dispositivi elettronici in generale, tra cui anche la televisione, e l'affaticamento visivo. In altre parole, guardare la televisione per lunghi periodi di tempo porta a un affaticamento degli occhi dovuto al fatto di dover fissare l’immagine per tanto tempo senza farli riposare.

La televisione fa parte della nostra vita quotidiana e per molti rappresenta una delle principali attività nel tempo libero. Il 70% degli italiani la guarda ogni giorno, con gli over 65 al primo posto per ore passate davanti al piccolo schermo, in media cinque al giorno, seguiti dai bambini. La concentrazione prolungata degli occhi sullo schermo comporta affaticamento muscolare, la riduzione del battito delle palpebre provoca secchezza oculare e l'abbagliamento eccessivo o l'illuminazione insufficiente possono affaticare gli occhi, così come lo stare seduti troppo vicini allo schermo può farli lavorare più del necessario. L'affaticamento degli occhi può avere conseguenze fisiche e psicologiche. Gli esperti di Clinica Baviera spiegano le principali: 

Disagio oculare: l'affaticamento degli occhi provoca una sensazione di irritazione, prurito, bruciore e lacrimazione.

Mal di testa: è una delle principali conseguenze, soprattutto a livello della fronte o delle tempie.

Tensione muscolare: può provocare rigidità del collo, delle spalle e della schiena a causa di una postura scorretta quando si cerca di mettere a fuoco la visione.

Disturbi della vista: la visione offuscata o doppia può diventare frequente se non viene trattata.

Secchezza oculare: causata dalla riduzione dello sbattimento delle palpebre durante la messa a fuoco prolungata.

Fotofobia: aumento della sensibilità alla luce.

Irritabilità: il disagio visivo può portare a sbalzi d'umore.

Difficoltà di concentrazione: l'affaticamento visivo riduce la capacità di attenzione.

Stress: l'affaticamento continuo degli occhi può contribuire ad accumulare tensione.

Calo delle prestazioni: la difficoltà di messa a fuoco influisce sulla produttività.

Per tutti questi motivi, gli esperti di Clinica Baviera vogliono dare alcuni consigli su come evitare l'affaticamento degli occhi quando si guarda la televisione:

1. Tenere una distanza adeguata
La distanza giusta per guardare la tv senza affaticare troppo gli occhi dipende dalle dimensioni dello schermo e dalla risoluzione del televisore. Una distanza ottimale garantisce comfort visivo e previene l'affaticamento degli occhi. Si consiglia una distanza pari ad almeno due o tre volte la diagonale dello schermo; per uno schermo da 50 pollici quindi si dovrebbe rispettare una distanza di almeno 2 metri.

2. Controllare l'illuminazione dell'ambiente
Bisognerebbe evitare di guardare la televisione al buio completo o con troppa luce, per non costringere gli occhi a un maggiore sforzo per cercare di adattarsi alle condizioni esterne. È anche consigliabile utilizzare una luce fioca nell'ambiente per evitare contrasti eccessivi.

3. Regolare la luminosità e il contrasto
È importante impostare il televisore in modo che la luminosità non danneggi gli occhi. Una luminosità troppo alta o troppo bassa può affaticarli. Per trovare l'impostazione ideale si possono osservare le ombre: i dettagli devono essere visibili ma le aree luminose non devono essere troppo brillanti.

4. Seguire la regola del 20-20-20
La regola del 20-20-20 è una tecnica semplice ed efficace per prevenire l'affaticamento degli occhi: consiste nel fare una breve pausa ogni 20 minuti, guardando qualcosa a 20 piedi di distanza (circa 6 metri), per almeno 20 secondi. 

5. Sbattere spesso le palpebre
La mancanza di ammiccamento causata dalla concentrazione nel guardare la tv può provocare secchezza oculare e arrossamento. Bisognerebbe fare uno sforzo e cercare di sbattere le palpebre consapevolmente in modo da distribuire uno strato di lacrime sulla superficie dell'occhio, mantenendolo lubrificato e prevenendo arrossamenti, sensazione di bruciore e secchezza. Per lubrificare gli occhi si possono usare anche lacrime artificiali.

6. Evitare la visione prolungata della televisione
La linea guida più efficace per prevenire l'affaticamento degli occhi è evitare la visione prolungata della televisione. È consigliabile stabilire un limite di tempo e fare pause frequenti. Si possono stabilire alcune routine, come ad esempio non guardare la televisione durante i pasti, in quanto ciò prolunga inutilmente il tempo d’esposizione, selezionare i programmi o i film che si desidera realmente guardare, cercare attività alternative per il tempo libero come la lettura o le passeggiate, in pratica, non abusare del tempo trascorso davanti alla televisione.

7. Sottoporsi a frequenti controlli oculistici 
Infine, ma non da ultimo, è importante sottoporsi a controlli regolari da parte di uno specialista per assicurarsi di non avere problemi agli occhi. Visite oculistiche frequenti sono essenziali per mantenere la salute visiva, individuare precocemente i problemi e prevenire complicazioni più gravi; anche se i sintomi non sono sempre evidenti e molte patologie oculari possono svilupparsi all’inizio senza causare disturbi.

Il Dott. Sergio Ares, Medico Chirurgo Oculista e Country Manager di Clinica Baviera Italia, spiega“Sebbene la tv non si possa considerare la causa di gravi patologie oculari, abusarne e guardarla in modo prolungato potrebbe provocare alcuni problemi come l'affaticamento della vista. Noi di Clinica Baviera consigliamo quindi di seguire queste semplici linee guida per evitare che la salute visiva possa essere compromessa o danneggiata”.

FOTO: Abbiamo a disposizione diverse foto a illustrazione di questa notizia. Se ne avete bisogno, sono disponibili fino al 12 DICEMBRE questo indirizzo: 
o questo 
o potete chiederle direttamente a: esancho@opennewsturismo.com.

Su Clinica Baviera:
Con un'esperienza di oltre 25 anni, Clinica Baviera è un centro medico all’avanguardia nel campo dell’oftalmologia che offre un servizio completo per la cura dei problemi e delle malattie dell'occhio basato su criteri di qualità e sull'uso delle più recenti tecniche di microchirurgia. Ha una rete di cliniche con più di 85 centri in quattro paesi europei (Spagna, Germania, Italia e Austria) e uno staff di oltre 1.000 professionisti, di cui più di 200 oculisti.

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