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mercoledì 8 gennaio 2025
IL GRANDE ANELLO VERDE DI ROMA A PIEDI: il tour del libro in 7 tappe di urban trekking. La presentazione il 10 gennaio
Un’occasione unica per vivere la natura, la storia e le realtà urbane della capitale: a partire dal 18 gennaio 2025, Carlo Coronati guida un tour a piedi lungo “Il Grande Anello Verde”, un percorso che collega i parchi e le riserve naturali della città dentro il Grande Raccordo Anulare. Un cammino di circa 110 km, suddiviso in 7 tappe da 15 km ciascuna, distribuite in 5 domeniche e 2 sabati, per esplorare Roma in modo lento e profondo, penetrando anche nelle periferie, spesso custodi di storie e virtù inaspettate.
Il cammino
Il “Grande Anello Verde” non è solo un trekking urbano, ma un viaggio di scoperta: partendo dal Parco del Pineto, la Riserva Naturale di Monte Mario o Ponte Milvio, si attraversano luoghi iconici e nascosti come il Parco dell’Aniene, la Caffarella, l’Appia Antica, le sponde del Tevere, e quartieri come Ostiense, Trastevere e Testaccio. Il percorso si conclude a Villa Sciarra e Villa Pamphilj, offrendo ai partecipanti uno sguardo nuovo sulla città più verde d’Europa.
Ogni tappa, con partenza alle ore 10:00, è libera e senza necessità di prenotazione, ma chi desidera partecipare al programma completo può iscriversi nella serata del 10 gennaio 2025, quando Carlo Coronati presenterà ulteriori dettagli sul percorso e sull’esperienza del camminare a Roma.
Costi e modalità di partecipazione
Intero programma: 55,00 € (inclusa una copia del libro Il Grande Anello Verde; per chi lo possiede già, è previsto un libro alternativo o un buono di 15 €).
Singole tappe: 10,00 € ciascuna, con rilascio di un buono spesa del medesimo valore, utilizzabile per carte e libri delle Edizioni Il Lupo fino al 31 dicembre 2025.
In caso di maltempo, le tappe annullate verranno recuperate a marzo.
Il libro: “Il Grande Anello Verde di Roma a piedi”
Il percorso nasce dal libro omonimo di Carlo Coronati, edito da Edizioni Il Lupo, un manuale pratico di trekking urbano che accompagna il lettore attraverso 115 km di itinerari in 7 tappe, con mappe dettagliate e consigli per i meno esperti. Con la prefazione di Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, il volume racconta una città che si rivela al passo lento dei camminatori, tra bellezze naturali e storie di una Roma meno conosciuta ma straordinariamente viva.
“Camminare in una grande metropoli significa scoprire, emozionarsi e vigilare attivamente sul territorio – spiega Coronati –. È un gesto di consapevolezza e dialogo con la città, capace di restituire immagini di una Roma autentica e in continua trasformazione”.
Calendario delle tappe:
Sabato 18 gennaio 2025
Domenica 26 gennaio 2025
Domenica 2 febbraio 2025
Domenica 9 febbraio 2025
Sabato 15 febbraio 2025
Domenica 23 febbraio 2025
Domenica 2 marzo 2025
Informazioni e contatti
Per maggiori dettagli, è possibile contattare Carlo Coronati al numero 340.5364218 o scrivere a info@edizioniillupo.it. Ogni settimana, una mail-memo ricorderà luogo e orario di partenza della tappa successiva.
martedì 7 gennaio 2025
Esce la nuova raccolta poetica di Renzia D’Incà dal titolo IO NON SONO IL MIO SINTOMO (collana Fuochi diretta da Ottavio Rossani)
Ecco la nuova raccolta poetica di Renzia D’Incà dal titolo IO NON SONO IL MIO SINTOMO (collana Fuochi diretta da Ottavio Rossani per I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
IL LUNGO CAMMINO DELLA PASSIONE UMANA TRA SPERANZE E LACERAZIONI di OTTAVIO ROSSANI
Renzia D’Incà con Io non sono il mio sintomo ha scritto una raccolta/specchio: una poesia dopo l’altra si vede e si sente passare un’esperienza complessa, inattesa e sofferente, ma anche sorprendente, drammatica, allegra, desiderata. Tuttavia, mentre l’autrice si guarda, controlla, constata, non c’è certezza che l’apparenza sia sostanza. Le parole affermano una verità, ma gli occhi e i suoni subito, insieme, la mettono in dubbio, e in certi momenti la contestano. Le variazioni sono inseguite, e mai risolutive. Sembra un gioco del dire e del dubitare, in realtà è l’analisi dello scompenso tra realtà e finzione. L’Io si espone, e subito dopo si nega. Sembrerebbe tutto semplice, ma il gioco diventa ossessione. La ricerca della verità, che in fondo è l’obiettivo primario, risulta impossibile. La verità c’è, ma non è identificabile nella trasposizione. Le direttrici sono due : una esterna, evidente, l’altra parallela e sottostante, appena percettibile ma invisibile. L’autrice sperimenta un doppio linguaggio: la linea del sentimento è nello stesso tempo, in un percorso collaterale, anche la sua negazione, inconsapevole, però sull’onda della volontà di conoscere l’invisibile. 6 Ricchezza di metafore, similitudini, interrogativi, immagini disvelatrici che subito affondano nell’inconoscibile. La lingua è seria, sciolta, spontanea, ma non improvvisata. E accanto scorre una seconda visione che vorrebbe sconvolgere gli equilibri espressivi. I temi sono molti, i momenti sono folgorazioni dubitative, e quando invece sono determinative subito si ammantano di una duplice ipotetica significanza. Un sottopensiero continuo accompagna le visioni: il senso indeterminato di Ermete Trismegisto, segnalato in esergo, con i “miracoli della realtà”, cioè il misterico mondo dei possibili. Il racconto è multiplo: le direzioni talvolta si incrociano, ma altre volte corrono parallele e si mimetizzano. Il tempo è indeterminato, le età si rincorrono. La vecchiaia è in attesa di farsi scoprire, la natalità è incerta, e la vita può anche essere arte. La speranza che nulla finisca è umiliata dal vuoto che appare e sembra sconvolgere tutto nell’indifferenza. La malìa della casa, nel rischio dispotico e nella necessità del sogno. I ricordi sono vita contraddittoria. Versi storici appaiono agli occhi, senza risolvere alcunché. Un certo fatalismo condiziona i desideri. Nella casa dominano i gatti. Il mondo è un palcoscenico, ci sono protagonisti e comparse. E la morte è lì, presente, ancora non attiva, ma agisce altrove. Uomini e donne non sanno convivere tra cattiveria e ipocrisia. Il panorama dantesco aiuta o inquieta? Forse le bestie sono come gli umani? Ma gli umani forse sono disumani (ricordiamo l’ironico 7 “peggior appiglio” del grande Boccaccio attribuito all’uomo che comunque può vedere e scegliere sempre il possibile “meglio”?), e bisogna guardarsi da loro. La natura è buona? Forse. Non è dimostrabile. Uccelli, corvi, e immigrati clandestini. Stragi, Torri Gemelle. I mici aspettano, sensibili. E non capiscono le persone inumane. Rabbia e passione. Le cicale sono sconce. Il mondo presenta bagni di sangue. Paesaggi indomiti e duri (la Maremma è centrale). ‘‘Ordinario furore” delle domande (a Dio?). Aggrapparsi al centro del desiderio. Dove si può andare? C’è una chiave per volare? Si vive nel teatro del malcontento. E all’improvviso il Covid che costringe a stare insieme (non bene) in casa: e i morti sono gratis. Stranezze sì, ma umanità, prego. Ascoltare De André. I controlli di polizia. Essere sposa “del proprio niente”. L’inconscio imperversa. Difficile rivelare segreti. I corpi si espongono e subiscono. Bisogna dare nome al dolore, “ai profughi alla porta”. Un nome alla vita. Attenti, c’è sempre un invasore. Scendere dal cloud, incontrare il corpo, e le città nel mondo, ma non su Facebook. Le radio spiegano, raccontano. Ballare il valzer. Ricordare i lager. “Basta, guerriero”, riposati. Festival del corpo. E viene la Parola: rivela qualcosa? Eden e redenzione, chi sa?. E amore, fatto di parole, da inseguire. Rammentare Firenze, Vasari, Stendhal, Schubert. Andare in orbita, e poi un “diverso amplesso”. Parole pesanti, parole di amanti. Ci vuole lungimiranza. Melodia per una gatta. Alla fine del lungo cammino c’è l’Oroboro, si può rinascere? Dunque, “ascoltare la parola innamorata”. 8 Una scrittura coraggiosa. Multicolore e multistupore. Rime baciate, assonanze continue, selezione delle parole che incantano o distolgono. Un’attesa non sillabata, ma auspicata. Una felicità composta, leggera, nascosta. Appare anche la malinconia, e la solitudine, e la follia umana che insegue i valori e perde la strada. Un’ammonizione per un futuro migliore. Qualcuno ascolterà, forse, la “parola innamorata”.
Renzia D’Incà è nata a Belluno e vive a Pisa dove si è laureata. Giornalista dal 1985 ha collaborato con quotidiani e riviste nazionali e come critico teatrale per Hystrio, Rocca, Rumor(s)cena, Articolo21. È consulente in Teatro e Comunicazione per enti pubblici e privati. Ha condotto ricerche universitarie per la rivista Ariel e svolto tutoraggio di Master universitario di Teatro e comunicazione teatrale per l’Università di Pisa. Ha pubblicato in poesia Anabasi (Shakespeare & Company- Bologna, 1995) con prefazione di Ugo Ronfani, L’altro sguardo (Baroni-Viareggio, 1998) con prefazione di Dino Carlesi, Camera ottica (ivi, 2002) con prefazione di Mariella Bettarini, Il Basilisco (Edizioni del Leone - Castelfranco Veneto, 2006) con postfazione di Luigi Blasucci, L’Assenza (Manni-Lecce, 2010) con prefazione di Concetta D’Angeli, Bambina con draghi (LCE-Castelfranco Veneto, 2013) con prefazione di Paolo Ruffilli. È inserita nella rivista Italian Poetry della Columbia University. Come saggista teatrale ha pubblicato il volume collettaneo Il teatro del cielo (Premio Fabbri 1997), Il gioco del sintomo (Pacini-Fazzi, Lucca, 2002) su un’esperienza di teatro e disagio mentale, La città del teatro e dell’immaginario contemporaneo (Titivillus Corazzano, 2009), Il Teatro del dolore (ivi, 2012). Come autrice teatrale sono stati rappresentati Ars amandi-ingannate chi vi inganna (regia di Alessandro Garzella), e Passio Mariae (regia di Paola Marcone) con video di Giacomo Verde.
I Quaderni del Bardo
FUOCHI , Collana diretta da Ottavio Rossani
In copertina: Ottavio Rossani
Rifrangenza, 2010, acrilico su tela, cm. 50x40
Info link nella sezione blog del sito della casa editrice
https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/  
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lunedì 6 gennaio 2025
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