Roma,
30 aprile 2024 - L’evoluzione dell’intelligenza artificiale va di pari passo
con il costante impegno del legislatore nel cercare di istituire norme adeguate.
Sono sempre maggiori, infatti, i casi in cui risulta difficile discernere tra scelte attribuibili alla volontà della persona-programmatore
o ai sistemi di IA
implementati.
Il prossimo 7 maggio Stefano Preziosi, ordinario di Diritto penale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’università degli Studi di Roma Tor Vergata e coordinatore scientifico del nuovo Centro di Ricerca su Intelligenza Artificiale e Diritto (C.R.I.A.D.)
https://giurisprudenza.uniroma2.it/criad/
dell’Università
di Roma Tor Vergata, è tra i protagonisti del convegno intitolato “Intelligenza
artificiale e responsabilità umana. Uno spazio non libero dal diritto. Nuova
disciplina europea e ordinamento interno”, organizzato da Dipartimento di
Giurisprudenza – C.R.I.A.D. e Ordine degli Avvocati di Roma, presso la Cassa
Forense a Roma in via Ennio Quirino Visconti 8, in cui si mette a fuoco il
rapporto tra diritto e intelligenza artificiale.
I
sistemi di IA sono quelli che per analogia possono definirsi organizzazioni complesse capaci di produrre decisioni
autonome, cioè non completamente governate né governabili dall’uomo. Un aspetto cruciale in ambito di diritto è
che più aumenta la capacità di auto apprendimento delle intelligenze
artificiali – attraverso gli strumenti di machine
learning – maggiori saranno in futuro le cautele necessarie nell’attribuire
responsabilità ai programmatori del software originario.
“La
premessa fondamentale – sostiene Preziosi – è che ormai
qualunque regolamentazione della materia deve accettare che non è più possibile
difendere l’esclusività del dominio dell’uomo sulla macchina. In quest’ottica, nulla esclude che si possa
pensare ai sistemi di IA anche in chiave di centri di imputazione giuridica
e di persone giuridiche. Fondamentale diventa per il futuro la definizione
di ambiti di rischio permesso nel quadro di precisi limiti normativi. Diventa perciò necessaria la creazione di uno ‘Statuto dell’IA’ per definire un’area di rischio
permesso, considerato che non è (sempre) possibile stabilire a priori la
decisione finale che il sistema prenderà, dipendendo quest’ultima da un
comportamento fortemente adattativo della macchina”.
C.R.I.A.D: IL NUOVO CENTRO
DIPARTIMENTALE SU DIRITTO E IA
Il C.R.I.A.D. (Centro
di Ricerca su Intelligenza Artificiale e Diritto) è il Centro di ricerca
dipartimentale istituito all’inizio del 2024 su proposta di quattordici
professori ordinari del Dipartimento di Giurisprudenza di Roma Tor Vergata. Attualmente
i componenti del consiglio scientifico del Centro sono i docenti Carlo Bonzano, Maria Floriana Cursi,
Roberto Fiori, Enrico Gabrielli, Giovanni Guzzetta, Raffaele Lener, Venerando
Marano, Francesco Saverio Marini, Donatella Morana, Andrea Panzarola, Stefano Preziosi,
Giuseppe Santoni, Adolfo Scalfati, Alberto Zito.
Il
prof. Preziosi ne è coordinatore scientifico: “L'ampiezza del Consiglio garantisce
una competenza e una rappresentanza praticamente di tutte le branche del
diritto che entra necessariamente in gioco con l'IA: in primo luogo perché i
sistemi che se ne avvalgono generano inevitabilmente contenzioso; poi perché il
contenzioso in questione non può facilmente risolversi sempre sulla base dei
principi consolidati”.
“Vi
è inoltre un problema regolativo: deve il diritto disciplinare i sistemi di IA?
La questione è molto delicata – precisa il giurista Preziosi -
perché ha a che fare con la possibilità di disciplinare lo sviluppo
scientifico. Molti vedono i tentativi di stabilire regole giuridiche come lacci
al progresso, altri invece auspicano l'intervento di un regolatore terzo, che
non siano le grandi aziende di gestione dei dati e dei motori di ricerca (big
data)”. “Vi sono poi implicazioni politico-giuridiche: la tenuta dei sistemi
democratici al cospetto della possibile costruzione/manipolazione del
consenso con l'IA generativa così come il potenziale carattere sostitutivo
dell'IA rispetto al decisore politico. I timori e le lodi a questo sistema
di intelligenza artificiale penso che lascino il tempo che trovano”.
“E'
più interessante – conclude il giurista - una
riflessione filosofica, in cui ci si domandi quale può essere il destino
dell'uomo nella nuova dimensione tecnologica: seguire il percorso della storia
delle idee alla luce di questo orizzonte fenomenologico, esistenziale,
scientifico, in cui la centralità dell'essere umano può entrare in crisi,
nell'idea magari che ci sia qualcosa di migliore del pensiero e dell'agire
umani, capace di evitarci (secondo questa idea) molti disagi, e perfino molte
sciagure come carestie, guerre e altro”
UE: NASCE IL REGOLAMENTO SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
“Il
momento è propizio – commenta Preziosi – da poco è stato
approvato dal Parlamento europeo il regolamento sull'IA e nei prossimi mesi
dovrebbe essere varato dopo l'ultimo passaggio formale dalla Commissione
europea”. Anche in una recente
intervista il professore di Roma Tor Vergata ha approfondito il ragionamento
sulle normative in studio a livello europeo riguardo questa tecnologia avanzata,
sottolineando che “Il Consiglio dell’Ue dovrà terminare l’iter approvativo nei
prossimi mesi, dopodiché il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale
sarà “diritto dell’Unione” e come tale applicabile, anche se ci vorranno
provvedimenti normativi nazionali di attuazione di questo regolamento. Le nuove
regole imporranno dei sistemi di compliance che impegneranno le imprese e gli
enti più in generale, ma anche gli operatori del diritto, che saranno chiamati
a confrontarsi con tali regole in sede di loro applicazione o di consulenza. Verranno poste le basi di vari aspetti
regolativi: gli usi vietati, i controlli, la valutazione prognostica dei
rischi, la riserva di umanità nella programmazione algoritmica, il rapporto con
la gestione dei dati e le relative garanzie individuali e molto altro ancora.
Dove: Sala Seminari Cassa Forense, via
Ennio Quirino Visconti, 8, Roma
Quando: martedì 7 maggio - Ore: 9:30 –
18:30