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giovedì 4 aprile 2024

WILLIAM KENTRIDGE - SELF-PORTRAIT AS A COFFEE-POT_Mostra all'Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia (17 aprile — 24 novembre 2024)

 Per la sua nuova mostra all'Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia, William Kentridge, artista sudafricano noto negli ultimi quarant’anni per i suoi cortometraggi animati, le sue sculture e le sue produzioni di teatro e opera, in collaborazione con la curatrice Carolyn Christov-Bakargiev, amica e autrice della fondamentale monografia sui suoi lavori pubblicata nel 1998, presenta in anteprima la suggestiva nuova serie di video in nove episodi intitolata Self-Portrait as a Coffee-Pot. Questa mostra, strutturata in brevi episodi da trenta minuti e pensata originariamente per essere fruita come una serie online, ai cellulari o alla televisione, rappresenta un esperimento di incarnazione fisica e di esperienza fenomenologica del reale nell'era digitale, oltre che una riflessione su ciò che oggi potrebbe accadere nel cervello e nello studio di un artista. 

 

L'innovativa casa di distribuzione di cinema d'essai MUBI ha acquisito i diritti di streaming globali per la serie di nove episodi, creata e diretta da William Kentridge, prodotta da Rachel Chanoff e Noah Bashevkin di The Office Performing Arts + Film, da Joslyn Barnes di Louverture Films e dal William Kentridge Studio, e a cura di Walter Murch, Janus Fouché e Žana Marović.

 

Girate nel suo studio durante e dopo la pandemia di Covid-19 del 2020-22 e completate nel 2023, queste opere saranno visibili in un ambiente denso, unico, che ricrea parzialmente lo studio di Johannesburg in cui sono stati realizzati. “Le riprese sono iniziate durante il primo lockdown e lo studio imitava gli spazi chiusi del Covid” afferma William Kentridge, “ma lo studio è anche una testa espansa, una camera di pensieri e riflessioni dove tutti i disegni, le foto e i residui sulle pareti dello studio diventano questi stessi pensieri".

 

Come spazio espositivo fisico, delle stesse dimensioni del suo studio, l’installazione diventa un luogo vissuto tra uno spazio privato e uno pubblico; tra lo studio di un artista solitario profondamente immerso nell’autoriflessione e lo spazio gioioso del gioco infantile e di collaborazione con altri. Queste opere, destinate essenzialmente alla fruizione online, su dispositivo mobile o televisivo, sono un inno alla libertà artistica, e al contempo rilevano profeticamente la mancanza di libertà tipica dei nostri spazi chiusi nell’era digitale. Mettono inoltre in risalto il modo in cui la stessa attività del lasciare segni con i materiali costruisce il sé nel processo di creazione. Inoltre, il rapporto tra pittura e spartiti musicali, così come tra danza e disegno, diventa una forma di ginnastica mentale o di yoga per il cervello, esercizi per espandere e migliorare l’intelligenza umana nella nostra epoca in cui le protesi dell’intelligenza artificiale e l’uso crescente dei social media finiscono per atrofizzare pericolosamente le nostre capacità cognitive ed emotive.

 

L’arte di Kentridge affonda le proprie radici in Sudafrica, dove l’artista continua a vivere e a creare la maggior parte dei suoi lavori”, afferma Carolyn Christov-Bakargiev, “e nasce dal tentativo di affrontare la natura delle emozioni e della memoria umana, nonché il rapporto tra conoscenza, desiderio, etica, pratica e responsabilità. Kentridge indaga su come le nostre identità vengono modellate attraverso le nostre mutevoli idee di storia e luogo, osservando come costruiamo le nostre storie come forme di collage e cosa ne facciamo, sia a livello individuale che nella collettività. La sua è un'arte elegiaca ma allo stesso tempo beffarda che esplora le possibilità della poesia nella società contemporanea, anche in assenza di visioni utopiche per il futuro, e fornisce un acerbo commento satirico sulla nostra società, proponendo al contempo un modo di vedere la vita come un continuo processo di cambiamento e incertezza piuttosto che come un mondo controllato dai fatti. In questa nuova serie, gli alter ego e i doppelgänger di Kentridge dibattono su una serie di questioni: come funziona la memoria? Cosa crea il sé? Perché la storia va sempre storta? Si potrebbero interpretare le opere come un’inversione dell’ossessiva divisione narcisistica delle personalità della nostra epoca di avatar sui social media in forme di tranquilla psicoanalisi”. 


L’Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia, diretto dal filosofo Wolfgang Scheppe, è uno spazio dedicato a ricerche e mostre che si occupano di critica dello spettacolo e indagano la politica della rappresentazione nello spirito del Situazionismo, di cui Scheppe è esperto, e l'Istituto titolare di una delle collezioni più complete. Sebbene interessato alle traiettorie del Situazionismo, il vocabolario visivo, i costumi e i design di Kentridge sono stati spesso ispirati da un periodo precedente, in particolare da Dada, Bauhaus e precursori costruttivisti, tra cui il Ballet Triadique (1916-1922) di Oskar Schlemmer; alcuni di questi costumi compaiono nell'episodio 8 della serie - Oh to Believe in Another World, che fa riferimento alla caduta in disgrazia degli intellettuali utopisti in generale attraverso la storia di Dmitri Shoshtakovic, ed è anche il titolo di una performancee di un'installazione di Kentridge del 2022–2023. 

 

Durante la settimana di apertura della Biennale di Venezia, da lunedì 15 a venerdì 19 aprile, Kentridge e Christov-Bakargiev converseranno davanti a un whisky a tarda notte dalle 23:00 a mezzanotte con ospiti speciali. Questa serie di Midnight Whiskey Talks presenta dialoghi filosofici improvvisati che si svolgono fisicamente al piano superiore dell'Istituto Arsenale, la cui biblioteca presenta opere artistiche dei primi giorni dell'Internationale Situationniste negli anni '50 e '60. In questo spazio dall'atmosfera domestica sono appesi alcuni ultimi dipinti del movimento situazionista, che volle esplicitamente praticare la fine dell'arte passando all'azione politica. I Midnight Whiskey Talks si svolgeranno ogni giorno e saranno trasmessi in live streaming alle 23:00 CET su IG @williamkentridgestudio - le informazioni su come partecipare dal vivo a Venezia verranno diffuse successivamente.

 

Inoltre, Kentridge interverrà all'Università Ca' Foscari Venezia venerdì 19 aprile dalle 11.00 alle 13.00. L’incontro si svolgerà nella storica Aula Magna Silvio Trentin a Ca' Dolfin (Calle Larga Foscari Dorsoduro 3839/A) dove un tempo era collocata una serie di dipinti del Tiepolo che rappresentano teatralmente battaglie e scene dell’espansione dell'Impero Romano, compresa la Guerra Punica, prima che venissero rimossi alla fine dell’Ottocento: tema che coglie Ia poetica dell'artista rispetto al senso della perdita e della storia.

 

Credits (mostra)


La mostra è ospitata all’Arsenale Institute for the Politics of Representation. Con ringraziamenti a Wolfgang Scheppe, Direttore dell’Arsenale Institute for Politics of Representation, e Marie Letz, così come a Chiara Spangaro, project manager. Con ringraziamenti ad Anne McIlleron Damon Garstang del William Kentridge Studio.


La mostra è sostenuta da Goodman GalleryLia Rumma Gallery Hauser & Wirth



Programma giornaliero a Venezia dal 17 aprile 2024
Da mercoledì a domenica dalle 10.00 alle 19.30

 

10.05 Episode 1 - A Natural History of the Studio
10.30 Episode 2 - Self-Portrait as a Coffee-Pot
11.06 Episode 3 - Vanishing Points
11.43 Episode 4 - Finding One's Fate
12.18 Episode 5 - AS IF
12.48 Episode 6 - A Harvest of Devotion
13:23 Episode 7 – Metamorphosis
13.52 Episode 8 - Oh to Believe in Another World
14.28 Episode 9 - In Defence of Optimism


15.00 Episode 1 - A Natural History of the Studio
15.24 Episode 2 - Self-Portrait as a Coffee-Pot
15.59 Episode 3 - Vanishing Points
16.37 Episode 4 - Finding One's Fate
17.12 Episode 5 - AS IF
17.42 Episode 6 - A Harvest of Devotion
18.14 Episode 7 – Metamorphosis
18.42 Episode 8 - Oh to Believe in Another World
19.16 Episode 9 - In Defence of Optimism




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