La Libreria dei Quaderni del Bardo a Lecce
Perchè La Gazzetta del Bardo
domenica 30 giugno 2024
sabato 29 giugno 2024
venerdì 28 giugno 2024
LECCE: A SANTA CESAREA TERME, PLASTIC FREE E PANORAMA FESTIVAL INSIEME PER RIPULIRE PORTO MIGGIANO
Un clean up per ripulire la splendida spiaggia di Porto Miggiano. Domani, sabato 29 giugno, a Santa Cesarea Terme (LE), i volontari della onlus Plastic Free saranno impegnati nella pulizia della baia e della scogliera. L’evento, che si svolgerà dalle 9 alle 11, è realizzato in collaborazione tra Plastic Free Puglia e Panorama Festival.
La onlus, attiva dal 2019 su tutto il territorio nazionale, ha come mission il contrasto all’inquinamento da plastica e la sensibilizzazione sul tema della sostenibilità. Obiettivi pienamente condivisi da Panorama Festival, l’evento di musica elettronica che coinvolge e attira ospiti di respiro nazionale ed internazionale.
“In questo periodo in cui le spiagge e l’intera regione sono prese d’assalto da bagnanti e turisti, è ancora più importante sensibilizzare quante più persone possibili sul rispetto della natura. Per questo siamo molto felici che un festival musicale così importante come Panorama Festival abbia deciso di porre l’attenzione anche all’ambiente, impegnandosi non solo nel clean up, ma nel realizzare un evento sostenibile”, spiega Elisabetta Maiorano, referente locale Plastic Free.
Il festival, che si svolgerà in Salento dall’11 al 17 agosto, vedrà la partecipazione di decine di artisti e di oltre 60mila spettatori provenienti da tutta Italia ed Europa.
I due partener hanno deciso di mettere in campo un clean up per salvaguardare il territorio salentino e portare l’attenzione sui danni che l’uso indiscriminato della plastica può provocare all’ambiente. Panorama Festival, nell’affiancare l’attività di pulizia e di divulgazione sull’inquinamento di Plastic Free, si propone come portavoce di una nuova maniera di fare festival: più attenta, sostenibile e rispettosa del territorio che ci circonda.
L’appuntamento per far tornare a splendere la spiaggia di Porto Miggiano (Santa Cesarea Terme, Lecce) è per domani 29 giugno alle ore 9, “armati” di guanti e sacchi.
Per maggiori informazioni: www.plasticfreeonlus.it/eventi
Oggi lo scrittore e criminologo Antonio Russo sarà all'evento CAMBIAMO LA CINTURA presso il DOJO KYOHON KAI del Maestro Piero Persano a Muro Leccese
Lo scrittore e criminologo Antonio Russo, oltre a presentare il suo libro Stalking, Storie di un crimine ordinario edito da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, parlerà anche di Stalking e Sport, venerdì 28 giugno 2024 alle ore 18,00 al DOJO KYOHON KAI del Maestro Piero Persano in Via Indipendenza, 32, Muro Leccese in occasione dell’appuntamento dal titolo “Cambiamo la cintura”. Interverranno oltre allo scrittore e criminologo Antonio Russo, il Maestro Franco Fersini e il Maestro Luigi Sciuscio
Sul tema Stalking: ombra oscura nello sport, dichiara lo scrittore e criminologo Antonio Russo: “Lo sport, tempio di valori e fair play, si macchia troppo spesso di una realtà ben diversa: lo stalking. Un'ombra oscura che colpisce atlete e atleti, minando la loro serenità e il loro diritto alla sicurezza, dentro e fuori dal campo. Non solo tifosi accaniti o fan ossessivi, ma anche compagni di squadra, allenatori, medici sociali: la violenza assume forme diverse, accomunate da un unico, vile scopo: annientare la vittima psicologicamente e fisicamente. Molestie, minacce, ricatti, aggressioni fisiche: la cronaca sportiva annovera purtroppo numerosi casi di stalking, che lasciano ferite profonde e invisibili. Tra le vittime più esposte, le donne, spesso vittime di molestie sessuali e vessazioni, come nel caso della ginnastica artistica statunitense, dove le denunce di atlete contro il medico Larry Nassar hanno scoperchiato un sistema di abusi diffuso e orribile. Ma lo stalking non conosce genere. Nel 2016, il pilota Marc Marquez ha subito minacce e intimidazioni telefoniche dopo un acceso duello in pista con Valentino Rossi. E non mancano casi di atleti perseguitati da ex partner o compagni di squadra. Le conseguenze per le vittime sono drammatiche: ansia, depressione, disturbi post traumatici da stress, fino al ritiro dall'attività sportiva. Traumi che si ripercuotono sulla vita privata e sulle relazioni sociali. Cosa fare? La prima risposta è la denuncia. Rompere il silenzio è fondamentale per stroncare il potere del molestatore e dare voce alla sofferenza. Le federazioni sportive, gli enti preposti e le istituzioni devono fare di più per prevenire e contrastare lo stalking, creando protocolli di sensibilizzazione e supporto alle vittime. Serve un impegno collettivo. Istituzioni, società sportive, media e tifosi devono unirsi per creare un ambiente sano e sicuro, dove il rispetto e la sportività siano i veri protagonisti. Solo così lo sport potrà risplendere della sua luce più pura, libero dall'ombra oscura dello stalking. Insieme possiamo fermare questa violenza. Insieme possiamo costruire un mondo dello sport dove la vittoria più importante è la tutela dei diritti e della dignità di ogni atleta.”
IL LIBRO “Stalking, storie di un crimine ordinario” di Antonio Russo (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) - “Stalking, Storie di un crimine ordinario” è il titolo nel nuovo capolavoro saggistico del criminologo e attivista Antonio Russo. Un titolo, quello del saggio edito dalla casa editrice leccese “I Quaderni del Bardo Edizioni” di Stefano Donno, che è candidato ad essere uno dei più efficaci libri di prevenzione verso una grande piaga sociale: la violenza contro le donne in tutte le forme nelle quali essa viene esercitata. Partendo da un completo excursus storico, giuridico e criminologico il libro “Stalking, Storie di un crimine ordinario” si rivela essere un vero e proprio manuale per il profiling e la prevenzione della fattispecie criminologica.
Il cuore pulsante dell’opera sono le testimonianze di donne, vittime e guerriere, che condividono le loro storie di figlie, mogli, compagne e madri, vissute all’ombra della violenza subita per mano di quell’uomo che aveva promesso di amarle e proteggerle. Un “amore malato” fa da sottofondo alle tragedie – narrate dalle protagoniste – che vedono la complicità di uno Stato ancora indifferente o, forse, non troppo “maturo” per impedire che le donne possano essere vittime di quei comportamenti criminosi posti in essere da un uomo maltrattante; i dati espressi dalle indagini statistiche nazionali e internazionali mostrano una realtà allarmante: innumerevoli sono le donne maltrattate e, nei casi più gravi, uccise per mano di colui che avrebbe dovuto amarle incondizionatamente. “Gestire il dolore di una violenza del genere è una delle più grandi sofferenze che si possano provare. Essere violata nei propri diritti ti rende impotente nell’anima e nella mente. Uscirne è un calvario, forse più acuto dello stesso momento in cui la bellezza della vita svanisce.
La più grande forza è la metabolizzazione di ciò che subisci e la trasformazione in una lotta che possa servire all’umanità” afferma la dott.ssa Francesca della Valle nella prefazione a sua cura del libro del “paladino della lotta” Antonio Russo.
Composto da “note alla lettura” curate da Francesca Brandi, Antonia Depalma, dall’avv. Benito Sposato e dall’avv. Vincenzo Piserchia e dalla postfazione a firma del consigliere regionale della Puglia, Donato Metallo, l’opera è completa di ogni informativa utile a prevenire e combattere il crimine della violenza e dello stalking grazie alla ricchezza ed accuratezza delle informazioni contenute, che fungono da vero e proprio supporto; di estrema utilità sono, a questo proposito, i contenuti relativi agli strumenti tecnici per la difesa dagli atti persecutori che ledono quei diritti inviolabili garantiti dalla Carta Costituzionale e dalle numerose disposizioni legislative internazionali.
“Stalking, storia di un crimine ordinario” è, dunque, un libro saggistico destinato principalmente alle vittime del reato di violenza e stalking, agli esperti e ai cultori della materia giuridica e si propone di sensibilizzare la società affinché, con consapevolezza, non vi sia “mai più una di meno”.
Il blog di Antonio Russo
https://antoniorussocriminologianews.blogspot.com/
Info link I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
giovedì 27 giugno 2024
mercoledì 26 giugno 2024
Silenziati in Russia: la stretta sulla libertà d'informazione e le sue implicazioni geopolitiche
Un colpo duro al giornalismo libero e un monito per l'Occidente: la chiusura dei siti web di testate italiane come La Repubblica e La Stampa da parte delle autorità russe segna un'ulteriore escalation nella repressione della libertà d'informazione da parte del regime di Putin.
Dietro la cortina di ferro 2.0: l'offensiva russa contro la verità
La decisione di bloccare l'accesso ai siti web di queste importanti testate giornalistiche italiane è solo l'ultimo atto di una campagna sistematica volta a soffocare qualsiasi voce critica all'interno della Russia. Da quando è iniziata l'invasione dell'Ucraina, il governo russo ha intensificato la sua morsa sulla libertà di stampa, introducendo leggi draconiane che puniscono la "diffusione di fake news" - una definizione vaga e pericolosa che può essere usata per censurare qualsiasi reportage indipendente sulla guerra.
La risposta italiana: unita nella difesa dell'informazione
L'Italia ha condannato con fermezza la decisione della Russia di bloccare i siti web dei media italiani, definendola un attacco alla libertà d'informazione e una violazione dei principi democratici fondamentali. Il governo italiano ha anche espresso il proprio sostegno ai giornalisti russi che continuano a lavorare coraggiosamente per riportare la verità, nonostante i rischi e le intimidazioni.
Quali scenari futuri? Tra ritorsioni e possibili spiragli di dialogo
La chiusura dei siti web di testate italiane in Russia rappresenta un passo preoccupante nella repressione della libertà d'informazione da parte del regime di Putin. È importante che l'Occidente rimanga unito nel condannare queste azioni e nel difendere il diritto alla libertà di espressione.
Tuttavia, è anche fondamentale non chiudere le porte al dialogo con la Russia. La diplomazia e la cooperazione internazionale rimangono gli strumenti più efficaci per risolvere la crisi in Ucraina e per costruire un futuro più sicuro e democratico per tutti.
Oltre la censura: il ruolo cruciale dell'informazione indipendente
In un mondo sempre più complesso e interconnesso, l'informazione indipendente è più importante che mai. Essa è il pilastro portante di una società libera e democratica, permettendo ai cittadini di prendere decisioni informate e di tenere conto i propri governanti.
La chiusura dei siti web di testate italiane in Russia è un attacco non solo alla libertà d'informazione del popolo russo, ma anche ai valori democratici che l'Occidente difende. Dobbiamo continuare a sostenere i giornalisti che lavorano coraggiosamente per riportare la verità e a lottare per un mondo in cui la libertà d'informazione sia un diritto garantito per tutti.
Oltre alle informazioni sopracitate, ecco alcuni spunti di riflessione per arricchire l'articolo:
- L'impatto della censura sulla società russa: Come la mancanza di accesso a informazioni indipendenti sta influenzando l'opinione pubblica in Russia?
- Le strategie alternative per diffondere informazioni in Russia: Come possono i giornalisti e le organizzazioni per i diritti umani aggirare la censura e far arrivare le loro notizie al popolo russo?
- Il ruolo delle nuove tecnologie nella lotta per la libertà d'informazione: Come piattaforme come Telegram e VPN possono essere utilizzate per diffondere informazioni indipendenti in Russia?
- Le conseguenze geopolitiche a lungo termine della repressione della libertà d'informazione: Come la censura in Russia sta danneggiando le relazioni con l'Occidente e ostacolando la cooperazione internazionale?
La chiusura dei siti web di testate italiane in Russia è un evento preoccupante che deve essere preso molto sul serio. È importante che l'Occidente rimanga unito nel condannare queste azioni e nel difendere la libertà d'informazione. Solo attraverso il dialogo, la cooperazione e il sostegno al giornalismo indipendente possiamo sperare di costruire un futuro più sicuro e democratico per tutti. (stefano donno)
Jeeg Robot d'Acciaio: Un gigante d'acciaio a difesa dell'umanità
Jeeg Robot d'Acciaio, noto anche come 鋼鉄ジーグ (Kōtetsu Jiigu) in Giappone, è un iconico robot anime entrato a far parte dell'immaginario collettivo di diverse generazioni. Nato dalla mente del maestro Go Nagai, padre di celebri opere come Mazinga Z e UFO Robot Goldrake, Jeeg ha conquistato il pubblico con la sua storia appassionante, i suoi personaggi iconici e i suoi combattimenti spettacolari.
La storia di Jeeg ha inizio quando il professor Shiba, durante degli scavi archeologici, riporta alla luce un'antica campana di bronzo dotata di poteri straordinari. Temendo che essa possa cadere nelle mani sbagliate, decide di nasconderla nel petto del figlio Hiroshi, salvandolo da un incidente mortale.
Tuttavia, il destino di Hiroshi è ben presto legato a quello di Jeeg. Quando il malvagio Dottor Hell, alla guida dell'organizzazione malvagia Haniwa, scatena i suoi mostri meccanici per conquistare il mondo, Hiroshi si ritrova suo malgrado coinvolto nella battaglia.
Grazie all'aiuto di Miwa, un amico di famiglia, e del Big Shooter, un potente veicolo da combattimento, Hiroshi è in grado di trasformarsi in Jeeg, un robot d'acciaio dotato di forza sovrumana e incredibili poteri.
Un simbolo di coraggio e speranza
Jeeg Robot d'Acciaio non è solo un robot gigante che combatte contro mostri malvagi. È un simbolo di coraggio, speranza e giustizia. Hiroshi, nonostante la sua giovane età, dimostra una grande maturità e senso di responsabilità, affrontando con determinazione le sfide che gli si presentano.
La sua lotta contro il Dottor Hell e le sue orde rappresenta la battaglia tra il bene e il male, tra la pace e la distruzione. Jeeg diviene così un eroe amato e ammirato, capace di ispirare generazioni di spettatori con i suoi valori e la sua tenacia.
Jeeg Robot d'Acciaio ha avuto un enorme successo in Giappone e nel resto del mondo, diventando uno dei robot anime più iconici di tutti i tempi. La serie animata è stata trasmessa in Italia a partire dal 1979, ottenendo un grande successo di pubblico e contribuendo a diffondere la cultura anime nel nostro paese.
Nel corso degli anni, Jeeg è stato protagonista di numerosi manga, videogiochi e film, dimostrando una longevità straordinaria. La sua figura continua ad affascinare appassionati di tutte le età, facendolo diventare un'icona intramontabile della cultura pop.
Oltre il mito: l'impatto culturale di Jeeg
Jeeg Robot d'Acciaio ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare, non solo in Giappone ma anche in Italia. La sua figura ha ispirato artisti, musicisti e scrittori, diventando un punto di riferimento per la cultura pop.
Ancora oggi, Jeeg continua ad essere un personaggio amato e apprezzato, capace di evocare ricordi d'infanzia e trasmettere valori importanti come il coraggio, la determinazione e la difesa del bene. La sua storia è un monito per tutti noi, a non arrenderci mai di fronte alle avversità e a lottare sempre per ciò che è giusto.
Jeeg Robot d'Acciaio rappresenta un pilastro fondamentale della storia degli anime e della cultura pop. La sua figura eroica e la sua storia appassionante continuano ad ispirare e appassionare generazioni di spettatori, rendendolo un'icona intramontabile che ancora oggi risuona nei cuori di grandi e piccini. (stefano donno)
martedì 25 giugno 2024
UE. CONGEDO (FDI),LE SCELTE DEL GOVERNO MELONI SI RIVELANO VINCENTI
LECCE. MAZZOTTA (FDI): "SUCCESSO FRUTTO DI LAVORO COMPATTO"
lunedì 24 giugno 2024
PNRR. CONGEDO (FDI) GOVERNO MELONI STABILISCE UN ALTRO PRIMATO IN EUROPA
Il Sole 24 Ore da giovedì 27 giugno 2024 è in edicola con il libro: LA LEGGE DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE. L’AI Act europeo per trovare un senso nel futuro della tecnologia. Di Roberto Viola e Luca De Biase
Da giovedì 27 giugno è in edicola e in libreria dal 28 giugno, per i tipi del Sole 24 Ore, il libro LA LEGGE DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE. L’AI Act europeo per trovare un senso nel futuro della tecnologia di Roberto Viola e Luca De Biase.
Dal 17 febbraio 2024 è entrato pienamente in vigore in Europa il Digital Service Act. Si tratta del primo intervento normativo organico al mondo che protegge gli utenti delle piattaforme online dagli abusi degli algoritmi di raccomandazione dei contenuti e impone verifiche indipendenti agli algoritmi utilizzati. A livello nazionale, in Italia, nel marzo del 2024, l’Antitrust ha deciso di multare TikTok per 10 milioni di euro.
Questo libro è dedicato al regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, l’AI Act. Il regolamento UE è il primo al mondo a offrire un quadro compiuto di norme per garantire la sicurezza degli algoritmi dell’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale ha già cambiato le vite degli umani, come si è visto. L’opera di Viola e De Biase cerca di informare anche su come le regole europee ci proteggano dai rischi, senza nascondere gli episodi che hanno condotto al testo normativo che alla fine è stato approvato. Tramite la spiegazione del regolamento il lettore comprenderà quali sfide pone all’umanità lo sviluppo dell’IA. L’intelligenza artificiale, secondo gli autori, deve essere considerata un bene comune per l’umanità e come tale una forza di cambiamento senza precedenti del modo di lavorare, creare e interagire con la realtà che ci circonda. Può trasformare la medicina, può aiutare a realizzare una transizione energetica sostenibile, può rendere più sicure le auto e l’ambiente in cui viviamo. Ma un bene comune è tale solo se sorretto e garantito da un insieme di regole.
Quindi l’approccio dell’Ue all’Intelligenza Artificiale (AI) è incentrato sull’eccellenza e sulla fiducia, con l’obiettivo di rafforzare la ricerca e la capacità industriale, garantendo nel contempo la sicurezza e i diritti fondamentali dell’individuo e del cittadino. Il modo in cui ci avviciniamo all’Intelligenza Artificiale definirà infatti il mondo che vivremo in futuro. Per contribuire alla costruzione di un’Europa resiliente e competitiva, i cittadini e le imprese dovrebbero poter beneficiare dei vantaggi dell’AI, sentendosi al contempo sicuri e protetti. Roberto Viola, che ha contribuito alla stesura del quadro normativo europeo, e Luca De Biase, giornalista esperto di tecnologia e innovazione, raccontano i principi che stanno ispirando l’azione europea, le finalità dell’AI Act e gli impatti che avrà nel prossimo futuro sulle nostre vite.
Il volume sarà in edicola da 27 giugno al costo di € 12.90 e in libreria dal 28 giugno al costo di € 16.90, sarà disponibile anche in versione e book al costo di ebook: € 9,99
Autori
Luca De Biase. Giornalista, scrive di innovazione su Il Sole 24 Ore e La Svolta, è autore e voce di Rai Radio 3, docente alle università di Pisa e Luiss ed è Media ecology director a Reimagine Europa. Ha vinto il James Carey Award for Outstanding Media Ecology Journalism nel 2016. Tra i suoi libri, ricordiamo le pubblicazioni più recenti: Il lavoro del futuro (Codice, 2018), Eppur s’innova (Luiss, 2022).
Roberto Viola. È il Direttore Generale per le politiche digitali e per l’intelligenza artificiale della Commissione europea (DG Connect). Prima della Commissione europea è stato Segretario Generale dell’AGCOM. Dal 1986 al 1999 ha lavorato all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dove ha ricoperto differenti incarichi, fra cui responsabile della sezione sistemi di telecomunicazioni. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici e insegnato in diverse università.
Roberto Viola e Luca De Biase sono autori di Il codice del futuro (Il Sole 24 Ore, 2023), saggio dedicato alla Carta europea dei diritti digitali e al senso dell’innovazione.
domenica 23 giugno 2024
sabato 22 giugno 2024
Martedì 25 giugno | Lo scrittore e giornalista francese Christophe Boltanski a Lecce con il romanzo "King Kasai. Una notte coloniale nel cuore dell’Europa"
Martedì 25 giugno (ore 19:00 - ingresso libero | bibliotecaognibene.it - 0832404612)
il Chiostro degli Agostiniani in viale Michele De
Pietro 10 a Lecce ospita la presentazione
del romanzo "King Kasai.
Una notte coloniale nel cuore dell’Europa" di Christophe
Boltanski (Add Editore). «Mi infilo nel sacco a pelo e
ricomincio a leggere "Cuore di tenebra". Secondo molti, Joseph Conrad
avrebbe avvalorato gli stereotipi sull’Africa, una terra che nell’immaginario
occidentale è sempre stata associata al terrore, alla ferocia, al vuoto. Alle
tenebre, appunto. Ma quell’oscurità che lui esplora non è anzitutto la
nostra?», si domanda lo scrittore e giornalista francese (negli anni
corrispondente dalla Guerra del Golfo, da Gerusalemme e da Londra) che
dialogherà con Alessandra Beccarisi, docente di Storia della
filosofia medievale dell'Università di Foggia. L'appuntamento, promosso in
collaborazione con Diffondiamo idee di valore, Conversazioni
sul futuro e Officine Culturali Ergot, rientra nella
quarta edizione di Agostiniani Libri, rassegna letteraria del Comune
di Lecce e della Biblioteca Ognibene.
Pubblicato in Italia da Add Editore con la
traduzione di Sara Prencipe, il volume fa parte della collana "Ma nuit
au musée" creata dalla francese Éditions Stock che offre agli
scrittori l'opportunità di trascorrere una notte in un museo. Da queste
esperienze nascono testi sorprendenti, poetici ed emozionanti che permettono
esplorazioni di territori diversi, riflessioni filosofiche, estetiche,
sociologiche e pura creazione letteraria. Boltanski sceglie l’Africa Museum,
un tempo Museo reale dell’Africa centrale, costruito costruito a Tervuren nella
regione del Brabante Fiammingo per celebrare la gloria dell’impero
coloniale belga e del suo re Leopoldo II. È qui,
in questo edificio maestoso oggi “de-colonizzato”, che Boltanski decide di
passare una notte, visitandone i sotterranei, densi di stereotipi razzisti
scolpiti nel marmo e nel bronzo, per poi riemergere nelle gallerie dove teche
scintillanti racchiudono uccelli, pesci, rettili, primati, fino
all’uomo-leopardo di Tintin. E King Kasai: cinque metri di altezza, sette di
lunghezza, quattro zampe grosse come boe, due vele grigie spiegate al vento
come orecchie e un centinaio di chili di avorio alla prua. Troneggia in
disparte, lontano da tutto, arca simbolica della crudeltà di un tempo
dimenticato. In King Kasai l'autore segue a ritroso le orme del cacciatore che
partecipò alla spedizione del Museo e uccise l’elefante, nel 1956,
addentrandosi nell’oscurità di uno dei tanti “cuori di tenebra”
dell’Occidente, densi di colpe un tempo impensabili, e ora appena ammissibili.
L'INCIPIT
Cerco
di viaggiare leggero. Si dice che durante le sue scorribande in Africa, Henry
Morton Stanley si portasse dietro una vasca da bagno, tappeti persiani e
champagne. Io mi accontento di comprare una bottiglietta d’acqua in una locanda
appena prima che chiuda. Quando esco dal locale mi avvolge un odore di
sottobosco e di ozono. In fondo alla piazza del mercato intuisco nell’ombra la
massa scura degli alberi che circondano la città. Nuvole dense velano il cielo.
Le strade sono già deserte. Alina Gurdiel, la mia editor, ha insistito per
farmi compagnia fino alla partenza. Prima di tornare in albergo mi ha guardato
con aria inquieta. «Forza. Vedrai che andrà tutto bene», ha detto, come se
stessi salpando per un Paese lontano. Invece devo fare appena un paio di
chilometri. Una mezz’ora di cammino. Mi attardo, nonostante l’ora e il
temporale che incombe. Qualcosa mi trattiene. È la prospettiva di attraversare
un bosco a notte fonda o di rimanere chiuso, da solo, fino all’alba, in un
castello stregato? [...] C’è chi esibisce al pubblico orsi o scimmie ammaestrate.
Il secondo re dei belgi esibiva esseri umani. Nel suo mondo fatto di eccessi,
tutto sfiora la caricatura: la folta barba a spazzola, l’altezza da gigante (un
metro e novantacinque), la dolicocefalia, il naso sporgente – «che gli deforma
il viso», ripete sconsolata la regina madre – l’ingordigia – era in grado di
trangugiare due faraone nello stesso pasto – e il frutto della fame insaziabile
e delle ambizioni che lo muovono: il suo impero. Sin da giovanissimo aspira a
grandi spazi. Trova soffocante il suo regno tascabile e cerca il modo di
affrancarsi da una Costituzione che lo condanna a un ruolo puramente di
facciata. Desidera conquistare nuovi territori non nel nome del Belgio, che non
li vuole, ma a titolo personale. Sogna ricchezze e più ancora un potere che non
possiede. Comincia quindi a indagare, a interrogare i suoi corrispondenti. Le
Filippine sono in vendita? E se invadessimo la Cina? Tenta di comprare le isole
Figi, poi una parte del delta del Nilo. Ambisce alle miniere d’oro di Giava e
alle ricchezze dell’imperatore del Giappone, definite «immense e mal
custodite». Non ha l’anima di un esploratore, ma di un filibustiere. Se ne
avesse la possibilità conquisterebbe qualunque cosa, anche un altro pianeta.
Come il Dittatore di Chaplin, gioca con un mappamondo. Leggero quanto una bolla
di sapone. Solo che arriva troppo tardi. L’essenziale è stato preso dalle altre
nazioni europee. Sulle carte dei suoi geografi non resta che una grande macchia
bianca, una crepa all’interno di un continente ancora misterioso. Lui vi si
getta a capofitto. «Non voglio lasciarmi sfuggire l’occasione di prendere una
fetta di questa magnifica torta africana», scrive allora.
LE RECENSIONI
"Un libro appassionante sulle radici del
mondo in cui viviamo" (Madame Figaro), "King Kasai affronta
l’impensabile, il colonialismo nel cuore dell’Europa" (Le Monde),
"Questo museo diventa il palcoscenico su cui Boltanski svolge la sua
indagine personale e storica, confrontandosi con i fantasmi di un passato
doloroso e ingiusto" (Dario Moalli - Artribune), "Boltanski firma un
romanzo ingombrante e maestoso come un elefante africano abbattuto, una pagina
nera della storia coloniale europea che non può essere dimenticata né
perdonata" (Andrea Marcolongo - Tuttolibri).
L'AUTORE
Figlio del sociologo Luc e
nipote dell'artista Christian, Christophe Boltanski, scrittore e
giornalista («Libération», «Le Nouvel Observateur», «Revue XXI»), è stato
corrispondente dalla Guerra del Golfo, da Gerusalemme e
da Londra. Nel 2010 ha vinto il prestigioso Prix
Bayeux-Calvados per il reportage "Les mineurs de l’enfer"
sulla miniera della regione di Nord-Kivu in Congo cui è
seguito "Miniere di sangue", libro-inchiesta sui costi umani
dello sfruttamento minerario mondiale e in particolare in Congo, Rwanda,
Tanzania e Ghana (Grasset 2012). Con il romanzo "Il nascondiglio"
(Sellerio 2017) ha vinto il Prix Fémina. La storia dei
Boltanski è quella di una stravagante famiglia intellettuale che ha vissuto per
anni in uno spazio circoscritto, un appartamento in rue de Grenelle, a Parigi,
e qui ha costruito tutto il proprio mondo. Il racconto della loro vicenda segue
la struttura dell’abitazione e attraversa in maniera progressiva ogni stanza,
collocandovi via via gli eclettici personaggi. È un cammino che inizia nel
cortile dov’è parcheggiata la Fiat Cinquecento e prosegue verso la cucina,
l’ufficio, il bagno e le camere da letto, fino al luogo clou, "l’entre
deux", il nascondiglio letteralmente incastrato tra le mura dove il nonno
Étienne, ebreo, ha vissuto nascosto per quasi due anni per sfuggire alla
deportazione.
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