Per la Rassegna a cura del Fondo Verri di Lecce e con il Patrocinio del Comune di Lecce “Qui Se Mai Verrai / Il Salento dei Poeti” giovedì 19 settembre 2024 ore 19,45 presso l’Ex Conservatorio Sant’Anna a Lecce è prevista la presentazione dei volumi editi da I Quaderni del Bardo Edizioni e in collaborazione anche con Over&Plus Servizi, ovvero “Di Venti Varia” di Anna Rita Nutricati e Ti seguii per le rotte di Marcello Buttazzo. Interverranno con gli autori l’editore Stefano Donno e con il flauto traverso Ivano Bisanti accompagnerà la lettura dei versi
Ti seguii per le rotte di Marcello Buttazzo – (…) Queste poesie di Marcello spostano ancora più oltre la sua scommessa con la vita, con l’amore, con il senso lirico dell’esistenza. È vero che la Musa, onnipresente nel mondo esistenziale, umano, affettivo dell’autore, porta le vele alla piccola barca del poeta e i remi, i suoi versi possono affidarsi al vento per solcare il mare in tutte le stagioni dell’anno e della vita. L’amore, come un Matisse, danza azzurro col corpo – ricordo della Donna, di una donna, delle donne. Questo credo sia indubitabile, il vero mondo di questo poeta ostinatamente lirico esuberante con una visione oserei dire francescana della natura, della vita, della società e della socievolezza è tale, “condannato” ad esaltare stagioni, stati d’animo, luoghi ameni, ricordi ancestrali e vivi. La Musa è la vita, ma non in contrasto con la morte, ma è la vita che si accende, la vita accesa, nei colori, nei sensi, nei sogni, nel brivido del quotidiano, nella Natura, negli occhi, nel cuore, del poeta. (…) – Roberto Dall’Olio
Già il titolo di quest’ultima pubblicazione di Marcello Buttazzo è una lampante dichiarazione del corpus poiètico che il lettore troverà all’interno del libro. Ché le parole hanno un significato. Quasi sempre ne hanno più d’uno. E quando a metterle una accanto all’altra è il Poeta, allora (se si vuol leggere e capire) bisogna aver cura di entrare nel suo mondo.
Titolo emblematico, come ho appena notato, ché – tra i diversi significati – quello che ho scelto (auspicando d’aver colto le intenzioni dell’Autore) ritrae perfettamente la personalità di Marcello Buttazzo. Intendo le sue inclinazioni, le sue passioni, i suoi interessi… Non v’è dubbio che il Nostro sia attento al mondo d’intorno, soprattutto a quel che accade agli uomini e alle donne che i margini di quel mondo (per un motivo qualunque) frequentano (o, comunque, gli è dato di vivere), dotato com’è d’una (ormai) rara sensibilità: quella che fa soffrire dell’altrui dolore e gioire della bellezza ovunque sia rinvenibile. (Vito Antonio Conte)
Marcello Buttazzo è nato a Lecce nel 1965 e vive a Lequile, nel cuore della Valle Della Cupa salentina. Ha studiato Biologia con indirizzo popolazionistico all’Università “La Sapienza” di Roma. Ha pubblicato numerose opere, la maggior parte di poesia. Scrive periodicamente in prosa su Spagine (periodico on line del Fondo Verri), nella rubrica Contemporanea, occupandosi di attualità. Collabora con il blog letterario Zona di disagio diretto da Nicola Vacca. Tra le pubblicazioni in versi ricordiamo: “E l’alba?” (Manni Editore), “Origami di parole” (Pensa Editore), “Verranno rondini fanciulle” (I Quaderni del Bardo Edizioni). La sua ultima raccolta pubblicata, nel 2023, è “E se nel giallo ti vedrò” (I Quaderni del Bardo Edizioni).
Di Venti Varia di Anna Rita Nutricati - L’opera prima di Anna Rita Nutricati, nel titolo: “Di venti varia”, racchiude un messaggio enigmatico e, allo stesso tempo il segno connotativo, oggi raro, di una personalità discreta e appartata, propria dell’autrice.
Il titolo, comunque suggestivo, sembrerebbe infatti suggerito, addirittura sussurrato da una voce ignota, pervaso da una misteriosa, apparente estraneità, come si trattasse di un’affermazione vera e propria, però esterna all’opera; affermazione non certo imperativa o impositiva, ma casomai rivelatrice. Un velo, o meglio, un solido paravento linguistico che è, alla fine, il codice dell’intera raccolta. Quindi il titolo non poteva essere un marchio, un logo caratterizzante il lavoro qui presentato, ma, forse, la sintesi – per così dire – di un’introduzione all’opera stessa, formulata con le medesime attenzioni formali dei testi.
Naturalmente questo possiamo solo fingere di supporlo, per evidenziare anche nel titolo quel timbro di cui la raccolta stessa si caratterizza. È evidente però che la stessa autrice sia l’artefice di questo meccanismo e, in tal maniera, volutamente ci fornisca una formula interpretativa o, in ogni caso, una via ideale per accompagnarci nella lettura dai toni e forme articolate lontane da certe consuetudini e ricche, invece, di una cólta e marcata ricerca personale.
Il gioco fonetico e semantico che traspare dal titolo, va in questa direzione ed è intenzionalmente ambiguo, sulla scia di quella forma, in qualche modo ermetica. accostabile più al lontano trobar clus, che a esperienze letterarie di epoche a noi più vicine. La silloge si compone di tre sezioni: Per Asfodeli, in cui l’allestimento finalistico e dispersivo, cerchiato nel giglio dell’Ade, mira alla perduranza di un legame che transita nel corpo a convito di un mutilo filo. La seconda sezione è intitolata Iconografia, per l’unicità ripetuta del soggetto e lo sforzo della raffigurazione, sordo alle intimazioni dell’assenza, alle strida del travaglio immaginativo. La terza e ultima sezione Fuoriscena quasi suggerisce una connotazione teatrale, da terzo atto della commedia, anche se questo non dovrà fuorviare circa eventuali coup de théâtre o finali a sorpresa, anzi si tratta di un consolidamento, a chiaro, delle sezioni che la precedono. (…)
Anna Rita Nutricati vive la poesia nella sua accezione più alta, modellando una lingua sui timbri e le forme provenienti da uno studio rigido, sia del pensiero sia del significato che, con incastri a coda di rondine, ci consegnano componimenti netti, mai lasciati nella sospensione del déjà-vu, anche al cospetto di un “Io” non di rado dolorante, torturato che mescola il suo stesso sangue con quello del mondo, che fonde materia viva e inerte, in un’unica voce. Voce che ammette,” lasciai avvenire/ ciò che venne”. oppure “per poca fede, /si fece ostia/ la mia carne”. Un Io cosciente del proprio destino, fermo nella sua solidità e nella sua fragilità, che si rigenera al riparo della possente fortezza della lingua che parla a sé e a noi. (Alessandro Franci)
Laureata in Lettere Moderne presso l’Università del Salento, Anna Rita Nutricati, coltiva la passione per la poesia e la critica letteraria. In tale ambito ha pubblicato recensioni e note di lettura su Versante Ripido, Spagine, Letteratour. Sue poesie sono state riprese da riviste e blog letterari. Di venti varia è la sua opera di esordio
I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/
Oveer&Plus
https://www.overeplusservizi.com/
Per Info
Ingresso gratuito
Tel: 327/3246985
Nessun commento:
Posta un commento