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Informare e approfondire le notizie più importanti in Italia e nel mondo con un approccio indipendente e rigoroso, offrendo un'alternativa alle fonti di informazione mainstream. Dare voce a diverse opinioni e punti di vista, promuovendo il dibattito pubblico e la partecipazione democratica. Fornire alle aziende strumenti e strategie per comunicare in modo efficace e trasparente, valorizzando l'identità e la responsabilità sociale. In un'epoca di disinformazione e fake news, è più importante che mai avere accesso a fonti di informazione indipendenti e affidabili. Questo blog offre un'alternativa alle fonti di informazione mainstream, dando voce a diverse opinioni e punti di vista e promuovendo il dibattito pubblico. Inoltre, fornisce alle aziende strumenti e strategie per comunicare in modo efficace e trasparente, valorizzando l'identità e la responsabilità sociale. A cura di Stefano Donno

mercoledì 10 aprile 2024

Angeloni (Bergamo): "IA e pubblica amministrazione: cambio di paradigma con il cittadino al centro"

Martina Bagnoli introduce la mostra "Napoli a Bergamo"

Bergamo, anziana drogata e derubata dalla badante - La Vita in Diretta 09/04/2024

L'antologia poetica “Piazza Fontana. La poesia non dimentica”

Il volume si compone di ben 42 autori alcuni fra i maggiori del Novecento. Ci sono poeti scomparsi (Pier Paolo Pasolini, Julian Beck, Giovanni Raboni, Roberto Sanesi, tanto per fare qualche nome), e ci sono poeti viventi di primo piano (Oldani, Fiori, Consonni, Tonon, Sthen, Guarracino, e così via). Un coro di voci articolato e complesso che attraverso la parola poetica arriva ai nostri cuori. Versi che ci emozionano, ci addolorano, ci indignano, ma allo stesso tempo ci rendono più consapevoli rispetto alla nostra coscienza di cittadini e al dovere di ciascuno in difesa della democrazia, della libertà, della pace, della vita.

Quello che il 12 dicembre del 1969 è successo in Piazza Fontana rappresenta uno dei momenti più drammatici della storia del secondo dopoguerra. Di sicuro quell’evento ha scritto le pagine più dolorose e oscure del nostro Paese. Tutto quel sangue era il preludio di una svolta autoritaria, e c’è mancato poco che non si concretizzasse in un colpo di stato. Quarantadue poeti hanno voluto unire la loro arte creativa a quella di altre forme espressive: narrativa, saggistica, teatro, cinema, arti figurative, musica, fotografia, ecc. affinché non si dimentichi e la memoria resti vigile. In fondo è questo il compito di un poeta, di un artista. Una ricerca, questa di Gaccione, che colma un vuoto e rende pubblico come anche la voce dei poeti non si sia sottratta in quest’opera di testimonianza e di memoria. 

Introdotto dal giudice Guido Salvini, il volume è arricchito dalle testimonianze dell’avvocato Federico Sinicato presidente del Comitato dei familiari delle vittime di Piazza Fontana, dell’ex presidente provinciale dell’Anpi Roberto Cenati, di una delle figlie di Giuseppe Pinelli.  

 

Piazza Fontana.

La strage e Pinelli – La poesia non dimentica

A cura di Angelo Gaccione

Interlinea 2023

Pagg. 168 euro 14




 

 

 

 

 

 

CENTRO PER DISTURBI AUTISTICI NEL CAPANNONE EX SACA

TARANTO, DIFESA: SIT-IN DAVANTI ALLA BASE NAVALE di WALTER BALDACCONI

Isonzo - Climb to Victory Trailer | PS5 & PS4 Games

Biden likely to sign executive order on border, report says

CIVIL WAR di Alex Garland (2024) - Prima Clip HD

Conoscere l’Italia attraverso la sua colonna sonora

 Trento, 10 aprile 2024 – (p.s.) Cosa sarebbe stata la canzone “Creuza de mä” di Fabrizio De Andrè senza il mercato ittico di piazza Cavour, nel cuore di Genova, dove il cantautore registrò le voci dei pescivendoli? Quante volte abbiamo immaginato, ascoltando “Il ragazzo della via Gluck”, quei palazzi di cemento che nel secondo dopoguerra hanno preso il posto del verde in quella strada della periferia di Milano, zona fonte di ispirazione, di malinconia ma anche di denuncia sociale per un giovane Adriano Celentano? E che dire dei ritratti poetici che hanno fatto di Napoli, Roma e Bologna artisti come Pino Daniele, Antonello Venditti e Lucio Dalla?  

I luoghi sono importanti per la musica. Rappresentano lo sfondo sul quale le parole e le note disegnano storie, paesaggi, emozioni. Al tempo stesso le canzoni possono raccontare, come un album illustrato, le immagini, i simboli e l’identità di un paese. Testimoniarne i cambiamenti politici e sociali. Immortalare per sempre i volti delle città e delle persone che le abitano.
L’Università di Trento, nello specifico il Centro geo-cartografico di Studio e Documentazione (GeCo) del Dipartimento di Lettere e Filosofia, aderendo anche quest’anno alla Notte internazionale della Geografia, ha deciso di proporre come tema quello delle canzoni italiane, che diventano per l’occasione un chiaro strumento di conoscenza geografica.
Venerdì 12 aprile all’auditorium di Palazzo Prodi (via Tommaso Gar, 14) a partire dalle 20:45 è in programma una singolare lezione che vedrà alternarsi musica e parole. L’evento si intitola “Cantare i luoghi. Viaggio geografico nelle città attraverso la canzone d’autore”.
Un percorso alla scoperta dei territori italiani attraverso le opere musicali che ne parlano. Un approccio diverso per leggere le tante sfaccettature del nostro paese e tracciare una speciale geografia fatta di suggestioni, emozioni, idee e sentimenti.
Il filo conduttore è il testo “Le città da cantare. Atlante semi-ragionato dei luoghi italiani cantati”, scritto da Riccardo Canesi, professore di geografia a Carrara, organizzatore dei campionati italiani di geografia e appassionato di musica. L’autore descriverà al pubblico un ritratto dell’Italia attraverso le sue melodie. Svelerà aneddoti ed episodi poco conosciuti sui testi tratti dal mondo del cantautorato italiano.
Tutto con un approccio scientifico: riportando cifre, coordinate, temperature medie, ecosistemi urbani. Informazioni che si fondono con la musica. I brani citati saranno infatti interpretati in una rivisitazione in chiave jazz dalla cantante Monica Giorgetti e dal pianista Roberto Gorgazzini.  
Una lezione di geografia insolita, in cui a una narrazione dei luoghi cantati corrisponderà l’ascolto.
«Il valore aggiunto di raccontare le città italiane attraverso i versi e le melodie delle canzoni – spiega Angelo Besana, docente di Geografia economica e Geografia dell’ambiente al Dipartimento di Lettere e Filosofia, tra gli organizzatori dell’iniziativa – è che ci fa capire come questa disciplina sia dentro di noi, anche se magari non siamo consapevoli di frequentarla. Il fatto di dare un valore simbolico ai luoghi e di veicolarlo attraverso la musica serve a promuovere la loro conoscenza in un modo diverso ma efficace. Una geografia che incontra gli aspetti più profondi dell’animo umano».
L’obiettivo della serata è far riscoprire la bellezza e l’utilità della geografia alle persone. Una disciplina le cui conoscenze sono importanti per comprendere il mondo in cui viviamo.
È organizzata dal Centro geo-cartografico di Studio e Documentazione (GeCo) del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento e dall’Associazione italiana degli insegnanti di geografia (Aiig), con il sostegno dell’Associazione di promozione sociale Punto Zero.
L’ingresso è libero ma limitato alla capienza dell’auditorium. Per questo motivo è richiesta la prenotazione a questo link entro le ore 12 di venerdì 12 aprile.  

Alcune informazioni sulla Notte internazionale della Geografia
L’iniziativa è promossa da Eugeo (Associazione delle società geografiche in Europa) e Igu (Unione geografica internazionale). La prima GeoNight è stata proposta in Francia nel 2017 dal Comitato geografico nazionale francese. Dal 2018 in poi si è estesa a livello internazionale, prima in Europa e poi in altre parti del mondo. L’obiettivo è avvicinare il pubblico ai temi della geografia, offrire la possibilità di familiarizzare con gli studi geografici e rendere accessibile la ricerca geografica.

DENA HADEN Vessel of Life / Vaso di Vita A cura di Stefania Carrozzini

MyMIcroGallery è lieta di presentare “Vessel of Life/Vaso di Vita”, la personale dell’artista statunitense Dena Haden. La mostra è composta di sculture e installazioni realizzate appositamente per lo spazio della galleria. I vasi hanno da sempre contenuto, preservato e versato in abbondanza tutto ciò che è sacro e vitale e "Vessel of Life / Vaso di Vita" è un'esplorazione della forma del vaso attraverso la lente della natura. Ogni opera è una contemplazione del modo in cui i vasi prendono forma e occupano lo spazio, utilizzando solo materiali donati dalla terra stessa. Sin dall’inizio del suo percorso creativo Dena Haden si confronta con le potenzialità espressive dei materiali vegetali, tra cui  bambù e fiori, che diventano poi i suoi strumenti di scultura, le cui forme riecheggiano l'essenza organica e simbolica del concetto di vaso. Lo spazio vuoto all'interno di ogni creazione è vitale quanto la forma stessa, e allude al potenziale di vita che sboccia e che alla fine viene liberato. Il rapporto con il mondo naturale su cui si fonda il lavoro di Dena Haden, si declina anche attraverso le relazioni tra le forme e i materiali delle sue composizioni.  Simili ad architetture sospese, rivelano il  fare arte come una pratica per connettersi con le domande che sorgono dal profondo di ognuno di noi.  Da tale contesto emergono energie ritmiche che attraverso  il movimento, la materia,  agiscono  sul proprio stato di consapevolezza.  L'attenzione ai materiali naturali sottolinea il ciclo di crescita, trasformazione e rinascita che i vasi rappresentano. Così come la terra dà origine ai materiali che utilizza, i vasi stessi diventano testimonianze silenziose della transitorietà, dell’impermanenza,  ma anche della bellezza di tutti gli esseri viventi. La sfida consiste nell'abbracciare e nell'accettare i limiti  e le variazioni connaturate a questi materiali organici. A differenza delle loro controparti create dall'uomo, essi sfidano l’idea di controllo totale e ogni pezzo diventa una collaborazione unica tra la visione dell’artista e la natura stessa. Questo elemento di sorpresa e collaborazione riflette i processi organici della vita, dove la crescita e la forma sono raramente prevedibili.

 

Il vaso alchemico  rappresenta il luogo in cui si operano le meraviglie, simbolo dell’anima ed anche del seno materno e dell’utero in cui si forma una nuova vita. La sua apertura  connette con le energie e le forze superiori e individua le polarità interno/ esterno, visibile/invisibile. "Vessel of Life / Vaso di Vita" invita gli spettatori a un viaggio di contemplazione e a  confrontarsi con le forme e le texture naturali e a considerare le storie che questi vasi potrebbero contenere, il potenziale di vita che rappresentano e il delicato equilibrio tra contenimento e liberazione. In definitiva, le sculture fungono da ponte tra il mondo naturale e l’esperienza umana, ricordandoci i vasi che noi stessi siamo, portando storie e contenendo il potenziale e l’essenza della vita stessa.

 

Dena Haden, vive e lavora a New Bedford, Massachusetts, (US) è un’artista che si esprime attraverso l’ installazione e la  fiber art. Dirige il  Co-Creative Center, uno spazio multimediale che offre ai membri la possibilità  di sviluppare e creare il lavoro di cui sono appassionati, offrendo allo stesso tempo l'opportunità di crescita e di collaborazione con la comunità. Haden è anche co-fondatrice e membro del team di SuperflatNB, un'organizzazione di arti murali a New Bedford, Massachusetts. Per il suo lavoro nel campo artistico, Haden ha ricevuto numerosi premi e borse di studio, tra cui il South Coast Emerging Leader Award, il premio Entrepreneur of the Year dell'Università del Massachusetts Dartmouth e un Mass Cultural Council Grant. Oltre al suo lavoro nella comunità artistica, ha una vasta esperienza espositiva, con numerose mostre personali e collettive a Boston, Philadelphia e nel nord-est degli Stati Uniti. Haden ha anche esposto a livello internazionale in Europa e ora in Giappone. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni private e pubbliche negli Stati Uniti, in Italia e in Turchia.

 
Dena Haden: Vessel of Life / Vaso di Vita 
A cura di Stefania Carrozzini
Inaugurazione: mercoledì  10 aprile 2024, ore 18-20
Dall'11 aprile al 24 aprile su app. 
 T + 39 338 4305675
MyMIcroGallery
Via Giovanni Boccaccio 24, 20123 Milano 
Per informazioni:
stefaniacarrozzini@gmail.com  
www.mymicrogallery.com




Rotary Club Milano celebra i suoi 100 Anni di vita con un'Installazione monumentale, realizzata in collaborazione con la Scuola di Scultura di Accademia di Belle Arti di Brera

Milano, 9 aprile 2024 - Nel cuore di Milano, il quartiere di Brera è testimone di un evento significativo che celebra la storia, la cultura e l'impegno comunitario: l'inaugurazione di una nuova installazione monumentale. Questo progetto, voluto e promosso dalla Fondazione Rotary Milano, segna il centenario del Rotary Club nella città, offrendo un contributo tangibile al patrimonio artistico milanese. I talenti emergenti della Scuola di Scultura dell'Accademia di Belle Arti di Brera hanno avuto l'opportunità di contribuire a questo progetto, dimostrando il loro impegno e la loro creatività.

La collaborazione tra l'Accademia e il Rotary ha portato alla selezione di tre proposte studentesche di spicco, con la proclamazione di Alessandra Barni e della sua opera "Mi Muovo Mi" come vincitrice. Questa installazione non solo celebra l'eredità di cento anni di servizio del Rotary Club a Milano ma rende anche omaggio a venticinque Illustri Rotariani che hanno lasciato un segno indelebile in diversi ambiti, contribuendo significativamente alla crescita e al benessere della città di Milano a livello locale e internazionale.

L'evento conclude una serie di manifestazioni che hanno caratterizzato tutto il corso del 2023, anno del centenario del Rotary Club Milano, il primo Club italiano, fondato nel 1923. Attraverso queste iniziative, il Club ha rinnovato il suo impegno verso Milano, promuovendo lo sviluppo e l'assistenza in vari settori cruciali per la comunità.

L'appuntamento per la presentazione dell'opera è fissato presso Palazzo di Brera, nel Cortile della Magnolia, il 18 aprile 2024 alle ore 12. Seguirà un rinfresco presso il Caffè Fernanda, loggiato della Pinacoteca di Brera.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.rotarymilano.it

Lotta alle agromafie, reciprocità degli standard di qualità e contrasto ai pesticidi vietati in Ue

FederBioLegambiente e Slow Food Italia hanno scelto di partecipare insieme alla manifestazione, organizzata da Coldiretti al valico del Brennero per sensibilizzare le istituzioni sul tema dell'obbligo dell'origine in etichetta per le produzioni agroalimentari e contrastare l'importazione di prodotti che vengono venduti come italiani, senza però rispettare regole e standard richiesti per i prodotti nazionali, generando così condizioni di concorrenza sleale per i produttori italiani.

 

La presenza congiunta delle tre organizzazioni vuole essere una manifestazione di sostegno agli agricoltori, logorati da sfide economiche e climatiche che non riescono più a gestire, e ha l’obiettivo di condividere alcune proposte costruttive per tutelare le produzioni agroalimentari italiane. Fra tutte quella della revisione del criterio dell’ultima trasformazione del Codice doganale dell’Unione europea e del luogo di provenienza: «Fondamentale superare le attuali regole sul codice doganale – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – per contrastare in maniera decisa le frodi al nostro agroalimentare. Dobbiamo evitare che i consumatori siano ingannati e bloccare tutto quello che permette di vendere come italiano, magari anche camuffandone il nome, come un prosciutto fatto con cosce di maiale provenienti dall’estero. Serve poi insistere sul principio di reciprocità – aggiunge Prandini - in una situazione che vede l’ingresso dalle frontiere di prodotti trattati con sostanze e metodi vietati in Europa che non rispettano le stesse normative comunitarie in fatto di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e del lavoro. Una concorrenza sleale che danneggia gli agricoltori europei peraltro sottoposti a regolamenti e vincoli spesso fuori dalla realtà. Per questo – conclude Prandini – abbiamo lanciato anche una  raccolta firme con la proposta di iniziativa popolare per mettere in trasparenza la filiera agroalimentare».

 

FederBio, Legambiente e Slow Food Italia, al fianco di Coldiretti tra gli agricoltori saliti al Brennero in 10mila nei due giorni di mobilitazioni, hanno presentato alcune istanze che ritengono prioritarie per rilanciare l’intera agricoltura nazionale, basate sulla transizione agroecologica, vera risposta alla crisi dei sistemi alimentari. Il metodo biologico propone un modo di produrre nel rispetto della fertilità del suolo, della salute dei cittadini e degli ecosistemi ambientali, che può diventare un punto di riferimento per l’intero comparto agricolo.

 

«Si recuperi e approvi in tempi rapidi il ddl contro le agromafie e l’agropirateria che ad oggi è inspiegabilmente in stallo alla Camera dei deputati. A Governo e Parlamento chiediamo un atto di responsabilità affinché si sblocchi questa situazione». È quanto chiede Stefano Ciafani, presidente di Legambiente che oggi dal Brennero lancia un messaggio forte e chiaro a tutte le forze politiche, denunciando lo stallo in cui si trova il ddl contro le agromafie e l’agropirateria. «Un vuoto normativo da colmare al più presto e che permetterebbe, con l’introduzione nel codice penale dei nuovi delitti contro il patrimonio agroalimentare e un inasprimento delle pene, di contrastare la criminalità organizzata che ha affondato le sue radici anche nella filiera agro-alimentare, dal campo alla tavola. Parliamo di norme previste dal disegno di legge elaborato dopo un lungo e approfondito lavoro dall’Osservatorio sulle agromafie promosso dalla Coldiretti e presieduto da Giancarlo Caselli per fermare la concorrenza sleale e che condividiamo in pieno».

 

«Il disagio profondo del settore primario che abbiamo visto sfociare nelle piazze in questi mesi è il frutto della tempesta perfetta che ha travolto l'agricoltura europea. Gli eventi climatici estremi sempre più frequenti e sempre meno prevedibili hanno ridotto le rese. I prezzi pagati ai produttori sono sempre più bassi e le aziende non coprono i costi. Da decenni ormai le politiche agricole nazionali e internazionali sono miopi e confinano la produzione alimentare a un insalubre assistenzialismo. A ciò si è aggiunta la concorrenza - sleale di fatto, legale nella forma - da parte di Paesi che non sono tenuti a rispettare le regole valide in Italia, in termini ambientali per l’uso di fitofarmaci, e in termini etici per i diritti di lavoratori e consumatori» sottolinea Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. «Riteniamo dunque urgente istituire clausole specchio nelle relazioni commerciali dell’Unione con i Paesi terzi: un sistema in grado di regolamentare la concorrenza fra prodotti locali e di importazione, garantire ai consumatori trasparenza su alimenti importati e limitare al contempo gli impatti negativi su salute, società e ambiente negli stessi Paesi esportatori. Introdurre clausole specchio consentirebbe di attuare gli obiettivi del Green Deal, premiando - ovunque - le aziende che producono cibi sani nel rispetto della fertilità del suolo e degli ecosistemi, sostenendo affinché possano modificare il proprio modello produttivo, passando da monocolture intensive a pratiche agroecologiche per un'agricoltura che non comprometta il futuro, ma lo garantisca» conclude Nappini.


«FederBio considera prioritaria per i prodotti biologici la questione del “giusto prezzo”, elemento chiave per difendere il reddito degli agricoltori e garantire la trasparenza di tutta la filiera nei confronti dei cittadini. Per questo dobbiamo evitare situazioni di concorrenza sleale ed è fondamentale che, per i prodotti agroalimentari importati, siano rispettate le stesse norme che valgono per i produttori italiani ed europei. Questo è un punto chiave anche per il biologico, per il quale condividiamo l’iniziativa di Coldiretti» sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. «Il Regolamento europeo sul bio prevede, per le importazioni dei prodotti biologici, il passaggio dal principio di equivalenza a quello di conformità a partire dal 2025. Questo significa che gli alimenti bio importati dovranno rispettare le medesime regole cui sono sottoposti gli agricoltori bio europei. Riteniamo che lo stesso principio debba essere applicato all’agricoltura convenzionale. Si tratta di una differenza sostanziale perché impone a chi esporta in Europa di seguire le medesime regole e standard imposti agli agricoltori Ue anche per quanto riguarda l’uso dei fitofarmaci. L’introduzione del principio di conformità a tutta l’agricoltura eviterebbe che ingenti quantitativi di principi attivi vietati in Ue, siano scaricati dalle multinazionali nei Paesi in via di sviluppo, rientrando poi in Italia e in Europa sotto forma di frutta e altri alimenti. Bloccare questi agrofarmaci è fondamentale per tutelare la salute, la fertilità del suolo e gli ecosistemi, ma anche per contribuire a superare situazioni di concorrenza sleale per gli agricoltori» conclude Mammuccini

Marocco, Salento, Francia: Zéphyr Restaurant vi invita a un viaggio di sapori e culture tra arte e natura - salentovip.it

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CAT-OLOGY di Ruby Foster e DOG-OLOGY di Felix Osborne - i nuovi libri umoristici de L'Airone Editrice dedicati agli amici a 4 zampe

Servitori di un gatto dall’elegante pedigree o compagni d’avventura di un trovatello tutto pepe, conviventi di un minuscolo chihuahua o di un possente pastore maremmano, i lettori appassionati di quattrozampe domestici, ma non ancora avvezzi a percepirne gli umori e i comportamenti potranno ora schiarirsi molti dubbi e apprendere ulteriori vie di approccio per un migliore avvicinamento empatico. Escono infatti in libreria, per L’Airone Editrice, marchio del gruppo internazionale Gremese, due divertenti manuali di psicologia animale (felina l’uno, canina l’altro) che, in modo agile e spigliato, offrono una serie di utili spiegazioni sui comportamenti – buffi, insoliti, qualche volta sconcertanti - dei nostri amici scaldacuore.

 

Accompagnati da numerosissimi disegni, Cat-ology di Ruby Foster e Dog-ology di Felix Osborne, rappresentano due trattati umoristici, scritti dall’insolito punto di vista degli stessi animali, che guidano alla decifrazione dei loro pensieri e comportamenti, con l’obiettivo di soddisfare meglio le loro (e nostre) esigenze, come anche di insegnare a farci sorridere, anziché portarci all’esasperazione, durante qualche occasionale e imprescindibile incomprensione!








Guida agli Extravergini 2024: da 24 anni uno strumento per far conoscere oli, storie e territori

La Guida agli Extravergini 2024, a cura di Slow Food Italia, è pronta: la si può acquistare su www.slowfoodeditore.it

«Le parole chiave che definiscono la stagione appena conclusa – spiega Francesca Baldereschi, curatrice della Guida - sono siccità e cambiamento climatico, riflesso delle rilevanti problematiche affrontate dall'olivicoltura italiana nell'ultimo anno e delle preoccupazioni per il futuro. È essenziale affrontare queste sfide preservando la qualità, promuovendo la biodiversità autoctona e adottando pratiche sostenibili. Inoltre, è cruciale non semplificare una grave crisi globale, che ha determinato una contrazione significativa della produzione, riducendola unicamente a un problema di resa e promuovendo modelli di agricoltura superintensiva, basati sull'abbassamento dei costi e sull'eccessivo utilizzo delle risorse. Tali modelli, a breve termine, non solo danneggiano l'ambiente, ma non portano vantaggi economici reali al settore». Lo dimostrano le piantagioni intensive che, venendo meno la capacità di irrigazione, hanno avuto una resa bassissima, portando a una diminuzione consistente dell’offerta dell’olio in numerosi stati. 

 

Per fortuna in Italia le zone ad allevamento intensivo sono per ora limitate: «Un modello che presenta criticità già nel breve e medio termine, in via di dismissione nei paesi che per primi ci hanno scommesso. Eppure gli ultimi provvedimenti dell’Europa e dell’Italia vanno in tutt’altra direzione: finanziano i necessari impianti di irrigazioni e le grandi estensioni e permettono l’uso dei pesticidi» sottolinea Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, che aggiunge: «Da anni Slow Food si impegna a valorizzare e conservare il patrimonio olivicolo dell’Italia: sostenendo e dando voce a chi fa colture a ombrello e si prende cura del suolo, adottando inerbimenti mirati per contenere l’uso dell’acqua, salvaguardare la terra e continuare a plasmare il paesaggio. Ne sono un esempio il Presidio degli olivi secolari e questa Guida, che sempre di più si propone di far conoscere storie di produttrici e produttori che lavorando con grande cura e attenzione al proprio territorio, alla biodiversità locale e, grazie, all’esperienza acquisita in campo e in frantoio, riescono a produrre oli di eccellente qualità. Per Slow Food, l’olio è un elemento importante perchè alimento quotidiano, perchè essenziale nel disegnare la nostra cultura gestronomica e nel contribuire alla salubrità della nostra dieta, perché centrale per la conservazione del territorio e nel plasmare il paesaggio, perchè infine può rappresentare una concreta opportunità sociale ed economica in moltissimi territori! È un capitale da custodire e valorizzare, anche facendo conoscere le numerose esternalità positive di cui è portatore. Nel caso dell’olio, come siamo più abituati a fare col vino, sarebbe più giusto parlare di valore e non di prezzo».

 

Nonostante questo, l’olivicoltura agricola (ovvero quella non intensiva, non conformata su un modello industriale che dovrebbe essere un ossimoro rispetto a una produzione agricola) vive un momento complicato: crisi climatica, alti costi di produzioni e di tutte le attività correlate (trasporti, elettricità, frantoi), omologazione dei mercati, mancanza di personale e commercio di oli di dubbia origine. Per citare solo alcune criticità responsabili, tra l’altro, del fenomeno dell’abbandono degli oliveti e della gestione ridotta al minimo, che comportano produzioni molto basse, nettamente al di sotto del potenziale dell’uliveto. Oggi, nella nostra penisola, secondo i dati di Italia Olivicola, almeno 200.000 ettari di oliveti sono in stato di totale abbandono e oltre 300.000 sono gestiti con pratiche di puro mantenimento. Da qui nascono le iniziative di Slow Food per difendere questo settore. 

 

La Guida non è solo un prezioso strumento per gli addetti ai lavori e i consumatori per districarsi nel momento dell’acquisto e sostenere le centinaia di realtà che mantengono alto il prestigio dell’olivicoltura italiana di qualità, ma vuole essere uno stimolo a visitare queste realtà perché incontrare i produttori e scoprire il patrimonio olivicolo, spesso secolare, che caratterizza il nostro paesaggio, è la migliore forma per apprezzarlo e difenderlo. 

In attesa della presentazione, che si terrà al Museo Maxxi di Roma il 20 aprile alle 10,  due curiosità che si potranno trovare tra le pagine della Guida. La prima è il debutto del Piemonte: un territorio che, nonostante l’annata caratterizzata da grandinate violente, piogge intense e siccità, è riuscito a esprimere una piccola selezione di produttori in grado di fare qualità. L’altra è lo sconfinamento per provare a capire che cosa succede nelle zone del Canton Ticino e della Slovenia, contigue e in continuo scambio con le aree olivicole dei laghi lombardi e del Carso.

 

Oltre all’apporto fondamentale e alla competenza dei 125 collaboratori dislocati in tutta l’Italia che conoscono il territorio e hanno passione e competenza per il mondo dell’olivicoltura, la Guida agli extravergini 2024 è realizzata anche grazie al sostegno di tre realtà vicine al mondo dell’olio di qualità e sensibili al lavoro di Slow Food a difesa dell’olivicoltura buona pulita e giusta: 

Gruppo Saida (produzione, commercializzazione e distribuzione di contenitori di vetro per alimenti), BioEsperia (prodotti per l’agricoltura distillati da biomassa vegetale) e RICREA (Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio).





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Nave russa data alle fiamme a Kaliningrad, l’azione rivendicata da Kiev

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“C’è stato uno scoppio, poi le fiamme ”: parla il ristoratore vicino alla centrale di Suviana

martedì 9 aprile 2024

Cà Rovere Extra Brut Garganega “M” 2021, il metodo classico dedicato alla nuova generazione Biasin e al vitigno autoctono dei Colli Berici

Cà Rovere Extra Brut Garganega “M” 2021, il metodo classico della cantina vicentina, dedicato alla nuova generazione della famiglia Biasin e alla valorizzazione del vitigno autoctono dei Colli Berici.

 Frutto delle giovani menti della terza generazione di Cà Rovere, il nuovo Extra Brut Garganega “M” sarà presentato ufficialmente durante la 56° edizione di Vinitaly, dal 14 al 17 aprile a Verona. Questo spumante metodo classico di Cà Rovere prende il nome “M” dalle iniziali di Marco, Matteo e Marcella Biasin, che hanno portato freschezza e innovazione nell’azienda di famiglia. Un vino fresco e dal carattere deciso che rappresenta l’impegno della cantina nella valorizzazione della Garganega, uva autoctona dei Colli Berici.

 Alonte (VI), 9 aprile 2024 – Un’altra pagina della storia di Cà Rovere si appresta a essere svelata alla 56° edizione di Vinitaly: la realtà vitivinicola della famiglia Biasin presenta Cà Rovere Extra Brut Garganega “M” 2021, un nuovo spumante metodo classico millesimato Garganega in purezza. Un vino che con la sua freschezza vuole essere metafora del contributo innovativo portato dalla terza generazione Biasin nell’azienda di famiglia, con passione e competenza, preservando l’identità e la tradizione della propria terra, i Colli Berici, e del vitigno autoctono che ne rappresenta la storia, la Garganega.

 La “M”, lettera iniziale dei nomi di Marco, Matteo e Marcella Biasin, è protagonista dell’etichetta: una pennellata che rappresenta la volontà di rinfrescare e rinnovare Cà Rovere, restando riconoscibili e mantenendo ben salda l’identità della cantina. Anche il colore scelto per l’etichetta, un verde acido brillante, rappresenta il carattere deciso del nuovo progetto di Cà Rovere, ispirandosi al colore vivo delle foglie di vite attraversate dai raggi di sole.

 Cà Rovere Extra Brut Garganega “M” 2021 è il vino più territoriale di Cà Rovere, nonché il primo Extra Brut della gamma. Dopo una vendemmia precoce ed effettuata a mano nei vigneti di Garganega, situati sulla sommità della collina con terreni calcarei di origine marina, il nuovo spumante metodo classico ha un affinamento sui lieviti di 24 mesi: una scelta che, unita al basso dosaggio di zuccheri mira a esaltare la componente di freschezza. Alla vista il vino si presenta di color giallo paglierino delicato, dal perlage fine e persistente, mentre all’olfatto restituisce un bouquet floreale selvatico che evoca la primavera, oltre a note fresche di mela verde. Un’acidità che ritorna anche al palato con un sorso rinfrescante e avvolgente, bilanciato dalla sapidità donata dai terreni calcarei e dal leggero finale ammandorlato, caratteristico della Garganega. Ideale per l’aperitivo, il fresco e vivace Extra Brut Garganega in purezza di Cà Rovere può essere certamente abbinato al sapore delicato del pesce crudo, ma anche a formaggi freschi o a un’insalata estiva e croccante.

 

Con questa nuova etichetta Cà Rovere fa un passo in avanti nel suo percorso di valorizzazione del vitigno autoctono dei Colli Berici, in sintonia con la freschezza e l’innovazione portata dalla nuova generazione Biasin. Cà Rovere sarà presente al Vinitaly dal 14 al 17 aprile con una postazione all’interno dell’area dedicata alla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (stand F8-F9, padiglione 8





SM Studio | Festa della Mamma al Parkhotel Holzner: benessere e cucina stellata in un ambiente raffinato.

SM Studio | Festa della Mamma al Parkhotel Holzner: benessere e cucina stellata in un ambiente raffinato.

Francesco Totti torna a giocare a calcio nella Kings World Cup di Piqué

Kings League: Francesco Totti torna in campo per giocare la Kings World Cup. Farà parte del team italiano Stallions come capitano e giocatore, insieme allo streamer Tumblurr

L'Italia parteciperà alla Kings World Cup che andrà in scena in Messico dal 26 maggio all'8 giugno: l’ex stella della Roma e Campione del Mondo Francesco Totti sarà capitano e giocatore degli Stallions.

INFO LINK 



Lemó - Les Mots

Interventi del convegno ‘Oggi e domani, il volontariato cuore delle Marche’, 9/12/2023 Ancona

Pesaro - Aperta la Bretella di Muraglia, per altre opere cantieri entro fine anno

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Asemic writing: una mostra presso la galleria ArtPoetry

 Nella Galleria ARTPOETRY, via G. Candido 3, Lecce, venerdì 12 aprile alle ore 19, sarà presentata da Francesco Aprile la mostra “Asemic writing: la scrittura acefala, lo scrivere, il flusso”, a cura di Salvatore Luperto. L’esposizione allestita da Anna Panareo e dal curatore è costituita da oltre 30 opere di autori verbo visivi nazionali, pugliesi e salentini. Alcuni appartengono alla storia della Poesia Visiva (M. Bentivoglio, Tomaso Binga, Irma Blank, Enzo Patti), altri invece, della recente generazione, oltre ad essere autori, sono teorici della scrittura asemica e divulgatori, con i loro articoli e interviste, di questa tendenza collegata alla scrittura asemantica.

La scrittura asemica è una calligrafia vuota di significato e priva di suoni perché indecifrabile, ma a differenza della scrittura asemantica (così definita da Gillo Dorfles per indicare una grafia illeggibile) pur essendo priva di senso si predispone ad essere interpretata dall’osservatore, il quale, lasciandosi coinvolgere dall’aspetto estetico, accede ad una personale lettura, libera dal condizionamento del significato espresso dal significante.
Una “calligrafia non convertita in parole” (Bentivoglio) che imita forme scrittografiche usuali (anche di culture ed epoche diverse) tra cui il testo di una lettera, di una nota, di appunti. Scritture di vario ordine come i testi dattiloscritti e i testi digitalizzati al computer oppure manoscritti cancellati, glossati, di carattere e di varia grandezza. Scritture chiare e precise nel segno oppure sfocate o barrate. Grafie ridotte a segni senza suoni, silenziate. 
A guidare il fruitore nei meandri calligrafici è lo sguardo attratto dall’aspetto estetico della scrittura o dai suoi particolari: un groviglio, un segno che rimanda ad altri segni concatenati o scomposti nella pagina. Testi grafici che emulano immagini, paesaggi, figure o agenti atmosferici (pioggia, vento) nei modi dei poeti visuali concreti. Sono grafie senza i codici della scrittura, senza significato e senza suono; sono scritture in attesa di essere lette liberamente da colui che viene interessato dalla trama dei segni grafici elaborati dai movimenti psico-fisici dell’autore.
 
La mostra sarà visitabile dal 12 aprile al 10 maggio 2024 dal lunedì al venerdì su appuntamento.
Info 329 6249713



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