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venerdì 3 maggio 2024

Lunedì 6 maggio "Bene Critico, Carmelo Contro Tutti" e "Bene e i Critici. Dieci Con Lode" - Puglia Planet

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Autismo, ancora scaricabarile sugli aiuti alle famiglie. Tagli, salta la revoca

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Lecce da Oggi il Festival Treccani della Lingua Italiana Settima Edizione - Lecce

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Paura a Lecce: incendio in Via Trinchese, a fuoco Zara

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La vita che volevi: su Netflix la serie tv ambientata a Lecce. Cast, trama e dettagli

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giovedì 2 maggio 2024

EYELAND – L’ISOLA DELLE ARTI TORNA A TARANTO DAL 25 MAGGIO AL 30 GIUGNO – PugliaLive – Quotidiano di informazione on line

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Olimpiadi Parigi 2024: Annunciata oggi la Squadra Olimpica dei Rifugiati del CIO che rappresenterà oltre 100 milioni di sfollati ai Giochi Olimpici di Parigi 2024

Trentasei atleti provenienti da 11 Paesi diversi, ospitati da 15 Comitati Olimpici Nazionali (CNO) e che gareggiano in 12 sport, sono stati nominati oggi membri della Squadra Olimpica dei Rifugiati del CIO per Parigi 2024. L’annuncio è stato dato dal Presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), Thomas Bach, durante una cerimonia trasmessa in diretta streaming dalla Olympic House di Losanna, in Svizzera. Per la terza volta ai Giochi Olimpici, la Squadra Olimpica dei Rifugiati del CIO rappresenterà gli oltre 100 milioni di sfollati nel mondo.

“Accogliamo tutti voi a braccia aperte. Siete un arricchimento per la nostra comunità olimpica e per le nostre società. Con la vostra partecipazione ai Giochi Olimpici, dimostrerete il potenziale umano di resilienza ed eccellenza. Invierete un messaggio di speranza agli oltre 100 milioni di sfollati nel mondo. Allo stesso tempo, renderete consapevoli miliardi di persone in tutto il mondo della portata della crisi dei rifugiati. Pertanto, incoraggio tutti, in tutto il mondo, a unirsi a noi nel fare il tifo per voi – la Squadra Olimpica del CIO per i Rifugiati”, ha detto il Presidente del CIO Thomas Bach, rivolgendosi a tutti i membri della squadra, che si sono uniti alla riunione virtualmente.

La composizione della squadra è stata approvata dal Consiglio Esecutivo del CIO (EB) e si è basata su una serie di criteri tra cui, in primo luogo, le prestazioni sportive di ciascun atleta e il suo status di rifugiato verificato dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Inoltre, la squadra rappresenta gli oltre 100 milioni di sfollati nel mondo. Si è tenuto conto anche di una rappresentanza equilibrata di sport e genere, nonché della diffusione dei Paesi di origine. L’elenco completo degli atleti è disponibile qui.

Per la prima volta dalla creazione della squadra Olimpica dei Rifugiati, sono presenti due atleti rifugiati residenti in Italia. Si tratta di Iman Mahdavi, lotta libera 78kg e Hadi Tiranvalipour, taekwondo categoria -58kg, entrati a far parte del Programma Olimpico per i Rifugiati nel 2022 e 2023.

“La selezione di Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour per le Olimpidi di Parigi 2024 è senza dubbio un traguardo importantissimo non solo per i due atleti selezionati ma per ciò che esso rappresenta per la causa dei rifugiati e per l’Italia che li ha accolti. Le persone in fuga sognano di poter ricostruire il proprio futuro in sicurezza e dignità. Troppo spesso la narrazione che li riguarda mette in luce solo i bisogni primari tralasciando il talento, il coraggio e la determinazione che portano con se.  Lo sport rappresenta uno dei palcoscenici più importanti per ribadire i valori della solidarietà e dell’inclusione e per questo siamo grati al CONI per l’impegno dimostrato nel sostenere gli atleti rifugiati nel loro sogno olimpico.” Ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.

La Chef de Mission della Squadra Olimpica dei Rifugiati Masomah Ali Zada, che ha gareggiato per la Squadra Olimpica dei Rifugiati a Tokyo 2020 ed era presente oggi durante la cerimonia, ha dato il benvenuto agli atleti: “Tutti voi avevate un sogno e oggi il vostro sogno di gareggiare ai Giochi Olimpici è più vicino che mai. Con tutte le sfide che avete affrontato, ora avete la possibilità di ispirare una nuova generazione, rappresentare qualcosa di più grande di voi e mostrare al mondo di cosa sono capaci i rifugiati”.

Ha aggiunto: “Voglio dirvi: questo sarà il vostro momento a Parigi, godetevelo. Non vedo l’ora di lavorare con tutti voi per fare in modo che questa sia l’esperienza di una vita”.

La maggior parte degli atleti è stata selezionata tra gli atleti rifugiati sostenuti dal CIO attraverso il Refugee Athletes Scholarship Programme, finanziato dal programma Olympic Solidarity del CIO e gestito dalla Olympic Refuge Foundation.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi ha dichiarato: “La Squadra Olimpica dei Rifugiati dovrebbe ricordarci la resilienza, il coraggio e le speranze di tutti coloro che sono stati sradicati da guerre e persecuzioni. Questi atleti rappresentano ciò che gli esseri umani possono fare, anche di fronte ad avversità estreme. La squadra ci ricorda anche che lo sport può essere trasformativo per le persone la cui vita è stata sconvolta da  circostanze spesso strazianti. Trasformativo non solo per gli olimpionici, ma per tutti. Lo sport può offrire tregua, una fuga dalle preoccupazioni quotidiane, un senso di sicurezza, un momento di divertimento. Può dare alle persone la possibilità di guarire fisicamente e mentalmente e di tornare a far parte di una comunità”.

Un emblema per i 100 milioni

Per la prima volta, la Squadra Olimpica dei Rifugiati gareggerà con il proprio emblema di squadra, un simbolo unificante che unisce atleti diversi e conferisce alla squadra una propria identità unica.

Provenendo da diversi angoli del mondo, ogni membro della squadra è un individuo con una propria storia. Come i 100 milioni che rappresentano, hanno anche l’esperienza condivisa e vissuta dei loro viaggi: l’emblema mira a trasmettere questo aspetto attraverso il design della freccia a pennarello.

Al centro dell’emblema c’è un cuore, che deriva dal logo della Fondazione Olympic Refuge, a rappresentare l’appartenenza che la squadra spera di ispirare e che gli atleti e gli sfollati di tutto il mondo hanno trovato attraverso lo sport.

Ali Zada ha dichiarato: “Questo emblema ci unisce tutti. Siamo tutti uniti dalla nostra esperienza – anche se tutti diversi, abbiamo fatto un viaggio per arrivare dove siamo”. Gli atleti non rappresentano un Paese specifico, ma la Squadra Olimpica dei Rifugiati: avere il nostro emblema crea un senso di appartenenza e ci permette di rappresentare la popolazione di oltre 100 milioni di persone che condividono la stessa esperienza. Non vedo l’ora di indossarlo con orgoglio!”.

Dai Giochi Olimpici al sostegno alle persone in fuga a tutti i livelli

Il sostegno ai rifugiati e alle popolazioni sfollate rimane una priorità fondamentale per il CIO e fa parte della Raccomandazione 11 dell’Agenda Olimpica 2020+5. La Fondazione Rifugio Olimpico (ORF) è stata istituita nel 2017 per dare seguito a questo impegno. La Fondazione funziona al posto di un Comitato Olimpico Nazionale tradizionale, gestendo i borsisti atleti rifugiati e la Squadra Olimpica Rifugiati del CIO per Parigi 2024.

Oltre a sostenere gli atleti d’élite nella loro partecipazione ai Giochi olimpici, l’ORF lavora per garantire l’accesso allo sport sicuro alle persone colpite da sfollamento in tutto il mondo. Attraverso le partnership o i suoi programmi in tutto il mondo, l’ORF mira a costruire un movimento in cui gli sfollati possano godere dei benefici dello sport, ovunque si trovino, e attraverso il quale lo sport possa essere adottato a tutti i livelli come strumento di sostegno per i rifugiati.

Dalla sua nascita nel 2017, il lavoro dell’ORF ha permesso a quasi 400.000 giovani di accedere a uno sport sicuro. Più di 1.600 allenatori sono stati formati per offrire sessioni di sport sicuro e i suoi programmi hanno sostenuto i giovani in 11 Paesi nei cinque continenti.

Seguite il loro viaggio sui social media

Mentre i 36 atleti si preparano a gareggiare ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, è possibile seguire i loro progressi sui social media:

  • Refugee Olympic Team – Instagram
  • Refugee Olympic Team – Facebook
  • Olympic Refuge Foundation – LinkedIn
  • Refugee Olympic Team – X



SERGIO COLLEONI a cura di Maria Lucia Ferraguti - Fino al 18 maggio 2024 alla Galleria Previtali

In mostra 25 sculture di Sergio Colleoni, artista eclettico dalle architetture solide e dal design gentile e compatto, con sovrapposizioni di volumi, dallo scavo essenziale dovuto alla vitalità del modellato sull’andare della materia e sul ripiegare in se stessa nell’avvolgersi del ritorno.

Finissage giovedi 9 maggio ore 19.00

Sguardo sul contemporaneo

Intervengono: Marco De Crescenzo (rivista Hestetika) Michele Dolz (artista-scrittore) Sabina Tavecchia (architetto) Maria Lucia Ferraguti (storica dell'arte) Luca Zen (architetto). Segue rinfresco






OLTRE LA SUPERFICIE. Mostra personale di Gianluca Patti | 17 maggio - 29 giugno 2024 | Galleria Ferrero, Ivrea (TO)

Dal 17 maggio al 29 giugno 2024, la Galleria Ferrero ospita la mostra personale di Gianluca Patti OLTRE LA SUPERFICIE, a cura di Andrea Daffra

 

Attraverso una selezione di circa quindici opere inedite, Gianluca Patti offre al pubblico un affascinante viaggio nella sua ricerca artistica. Una delle caratteristiche fondamentali della sua poetica è la stratificazione della pittura, che consente agli elementi pittorici sottostanti di emergere liberamente in superficie, evocando ricordi ed emozioni del passato.

 

Il percorso espositivo, concepito per la Galleria Ferrero, guida il visitatore attraverso questa stimolante ibridazione sensoriale. Grandi opere policrome si alternano a piccoli monocromi, offrendo un'ampia gamma di esperienze estetiche. Le opere in mostra raccontano un viaggio autobiografico, in cui Gianluca Patti dimostra la sua abilità nel trasformare materiali di provenienza "edile", come prodotti cementizi, resine e pigmenti, in opere pittoriche di grande profondità emotiva.


Come afferma il curatore della mostra Andrea Daffra: “Patti attribuisce a ogni componente uno status di “manufatto archeologico emotivo”, un serbatoio di memorie e significati che attendono di essere tradotti ed esplorati con un uso ben calibrato del colore: è solo allora, infatti, che tali “storie latenti” prendono vita, sviluppandosi in una solida tramatura fatta di pennellate e gradazioni cromatiche che vanno ben oltre la superficie visibile delle opere”.

 

Nella serie di opere inedite, realizzate appositamente per la mostra, emerge chiaramente il desiderio e la volontà di Gianluca Patti di recuperare e riappropriarsi dei materiali di scarto, conferendo loro nuovo significato e vitalità. Le opere esposte rappresentano una stratificazione temporale dove passato e presente si fondono armoniosamente, invitando lo spettatore a esplorare le profondità dell'animo umano attraverso la materia e il colore.

 

La mostra si propone come un'ulteriore testimonianza della freschezza e dell'originalità del linguaggio artistico di Gianluca Patti, offrendo al pubblico un'indagine intima in cui ogni pennellata diventa una narrazione, evocando ricordi e raccontando storie.



Gianluca Patti è nato nel 1977 a Monza, vive e lavora tra Monza e Milano. La sua ricerca è incentrata sullo studio del colore e della materia quali strumenti di narrazione del vissuto personale e della dimensione temporale. Lo studio da autodidatta della storia dell’arte ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della sua ricerca artistica: all’inizio del proprio percorso si appassiona al lavoro pittorico di grandi artisti quali Pollock, Vedova, Basquiat e Richter, approfondendone l’equilibrio cromatico e cercando un proprio approccio unico al colore, nell’ambito di una personale ricerca in continua evoluzione. Il lavoro di Gianluca Patti è stato esposto in diverse mostre personali e collettive, ed è entrato a far parte di collezioni di arte contemporanea di rilievo. L’approccio trasversale dell’artista l’ha portato inoltre a collaborare alla realizzazione di scenografie nel settore pubblicitario e dell’interior design e ad essere selezionato per progetti d’arte e impresa.

www.gianlucapatti.com

 

Galleria Ferrero Arte Contemporanea nasce nel 2010 nello storico edificio di Villa Nesi a Ivrea. La Galleria si avvale fin da subiti della collaborazione di critici e storici d’arte per citarne alcuni: Ermanno Tedeschi, Liletta Fornasari, Alessandra Redaelli e negli ultimi due anni fino al 2023 Angelo Crespi, attuale Direttore della Pinacoteca di Brera a Milano. Nascono cosi progetti di mostre anche fuori sede: come il progetto realizzato nella fabbrica Olivetti sito Unesco per Quadrifonia anno 2023 dedicato a quattro artisti di cui due storicizzati (Enzo Cacciola e Alfredo Rapetti Mogol) assieme a due contemporanei (Marica Fasoli e Federico Ferrarini). Sempre nel 2023 si ricorda la mostra istituzionale, a firma di Angelo Crespi, Escape from Figure nel Museo Irpino, ex Carcere Borbonico di Avellino con gli artisti Rapetti Mogol e l'emergente Cristina Nasti. Attualmente la Galleria Ferrero collabora con il critico d'arte Andrea Daffra che presiede anche la Fondazione Cacciola e Zappettini. L'interesse e la ricerca della Galleria Ferrero sono continui nell'ambito dell'astrattismo con nomi più che consolidati come: Marcello Lo Giudice, Ernesto Morales, Omar Hassan e Gialuca Patti; concettualisti come: Riccardo Gusmaroli e spazialisti come: Barbara Nejrotti. Un'attenzione anche al figurativo metafisico con Ciro Palumbo o onirico con Davide Puma. Arte analitica ben rappresentata da Enzo Cacciola.

www.galleriaferrero.com

Informazioni mostra

OLTRE LA SUPERFICIE

Mostra personale di Gianluca Patti

17 maggio - 29 giugno 2024

Inaugurazione: giovedì 16 maggio dalle 18.30 alle 20.30 (su invito)

 

A cura di Andrea Daffra

Project Manager Alessia Cuccu (GLAC Consulting)

 

Orarioda lunedì a sabato esclusivamente previa prenotazione

galleriaferrero@libero.it

+39 347 1414200

 

Galleria Ferrero, Villa Nesi | Via Torino 29, Ivrea (TO) 

Info: galleriaferrero@libero.it

Instagram | Artsy | Facebook





G7, ACCORDO COMUNE-MINISTERO DIFESA PER ELISUPERFICI TEMPORANEE

TARANTO, EX ILVA: DA MILANO RISCHIO BANCAROTTA di WALTER BALDACCONI

Aleksej Naval'nyj, Io non ho paura, non abbiatene neanche voi: in prima edizione gli scritti pubblici e privati del dissidente russo (Morcelliana Scholè)

Sono, IN PRIMA EDIZIONE MONDIALE, gli scritti pubblici e privati del dissidente più conosciuto del XXI secolo: Aleksej Naval'nyj, oppositore di Putin che da anni ne denunciava l'abuso di potere e la corruzione imperante nel paese d'origine, la Russia, deceduto in modo sospetto nelle gelide carceri siberiane il 16 febbraio 2024 dopo un tentativo di avvelenamento, numerosi processi e anni di detenzione.

Editrice Morcelliana, nella collana Orso Blu del catalogo Scholé (nella quale sono stati pubblicati libri come Il destino dell'Ucraina. Il futuro dell'Europa di Simone Attilio Bellezza, Storia del potere in Russia. Dagli zar a Putin di Carolina De Stefano) ne pubblica le riflessioni nel libro dal 2 maggio disponibile in libreria Io non ho paura, non abbiatene neanche voi (pp. 240, € 19,00). 
I testi tradotti dal russo comprendono alcune perorazioni pronunciate durante le sedute in tribunale, i post pubblicati attraverso i canali social, alcune interviste su prestigiose riviste come "Der Spiegel", "Time", "New York Times", raccolti in un'antologia curata da Adriano Dell'Asta e Marta Carletti Dell'Asta.
Adriano Dell'Asta è docente di Lingua, cultura e letteratura russa all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia ed è stato Direttore dell'Istituto italiano di Cultura di Mosca dal 2010 al 2014. Marta Carletti Dell'Asta, traduttrice dal russo, svolge attività di ricerca presso la Fondazione Russia Cristiana.
Dalle pagine del libro, che sarà accompagnato da diverse presentazioni sul territorio italiano, trapela il percorso politico, ma anche spirituale dell'uomo e del dissidente, la sua maturazione passata anche dalla dichiarata parentesi del nazionalismo fino alla lotta per la democrazia liberale e alla corruzione del paese amato, conclusa con il sacrificio della vita. Il testo contiene le sue riflessionia a partire dal 2010 fino a pochi giorni prima della morte, contraddistinte dall'ironia e dal coraggio di Naval'nyj, oltre che dalla sua forza comunicativa, che lo hanno caratterizzato negli anni del suo attivismo e che gli hanno permesso di far sentire la propria voce e le proprie idee alla Russia ma anche al mondo.
Tra le pagine più importanti, quelle sulla guerra in Crimea prima e in Ucraina poi, la denuncia di un potere che schiaccia e impoverisce il popolo e che usa le armi dell'odio e della paura per controllarlo, quelle sulla Pasqua che rivelano il suo rapporto con Dio e la religione, la sua spiritualità, ma anche quelle dedicate al forte legame e affetto con la moglie Julija Naval'naja e i figli.
Ne emerge il ritratto dell'uomo e dell'attivista politico, pronto a morire per la coerenza con la sua coscienza, a favore della libertà, della verità e della bellezza futura della Russia. Un cammino della coscienza libera, contro la paura e l'odio come sentimenti di cui vive il regime totalitario.
 
Il volume sarà presentato in anteprima a Milano presso la Fondazione Feltrinelli, in compagnia del curatore, della giornalista Anna Zafesova e di Francesca Gori di Memorial Italia, ma anche a Roma, Brescia, Bergamo.




La polizia di New York sgombera il campus della Columbia University: decine gli arresti

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mercoledì 1 maggio 2024

TARANTO, EX ILVA: "SE NON ARRIVANO I 320 MLN CHIUDIAMO" di WALTER BALDACCONI

CONCESSIONI DEMANIALI, STOP ALLE PROROGHE. LA RABBIA DEI BALNEARI: “SIAMO STANCHI”

NEL GIORNO DELLA FESTA L'APPELLO DEI COBAS: “DIGNITA' PER I LAVORATORI”

TRASPORTO PAZIENTI DIALIZZATI E ONCOLOGICI,“VOGLIAMO SCEGLIERE NOI IL SERVIZIO”

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Primo maggio a Varese

La riforma del premierato ha un grosso baco: che succede se nessuno raggiunge la soglia?

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Giornata dei Lavoratori / Pisani (Presidente CNG), “Garantire a milioni di giovani occupazione stabile e di qualità è una questione di giustizia sociale che richiede interventi decisi e immediati.”

 Roma – “Servono politiche innovative per affrontare le enormi sfide occupazionali che incontrano, ogni giorno, i giovani”. Lo afferma la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, in occasione della Giornata dei Lavoratori.


“Ancora oggi il tasso di occupazione giovanile si attesta al 45%, nettamente inferiore al 61,5% registrato tra la popolazione generale. Questa situazione - continua Maria Cristina Pisani -, come emerge dalle nostre indagini, è aggravata dalla prevalenza di contratti precari. In Italia, i giovani lavoratori infatti vivono una situazione di diffusa discontinuità lavorativa: il 40,9% degli under 35 ha infatti un contratto precario contro il 59,1% con contratto stabile. I lavoratori stabili scendono al 42,3% del totale nella fascia 15-24 anni, per attestarsi al 67% in quella successiva (25-34 anni). Il tema del lavoro stabile è infatti prioritario per le giovani generazioni ed è la ragione per la quale servono interventi strutturali per poter garantire loro una piena emancipazione. Eppure, anche se guardiamo ai 3 milioni di contratti nuovi che hanno coinvolto i giovani fino a 29 anni, il 79% è un contratto precario. C’è poi il tema del reddito adeguato. Dai nostri studi, negli ultimi anni, più di un lavoratore under 35 su quattro ha percepito una retribuzione annua inferiore a 5.000 € con una retribuzione media che, ancora oggi, per un giovane nel privato è pari a 15 mila euro, con evidenti disparità di genere e territoriali.”


"In questo giorno dedicato ai lavoratori, pertanto, chiediamo - ha concluso la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani - un rinnovato impegno a garantire occupazione di qualità per milioni di giovani, con strategie mirate che includano incentivi per contratti stabili e dignitosi, supporto alla formazione professionale, accesso eguale alle opportunità di lavoro tra generazioni, generi, a  Nord come a Sud del nostro Paese.  È una questione di giustizia sociale che richiede un intervento deciso e immediato." 

martedì 30 aprile 2024

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