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lunedì 6 maggio 2024

Cagliari - Lecce: parola ai tifosi

Lecce: ecco come rinascerà l'ex Galateo

Cantieri aperti a Lecce: riflessioni di una candidata preoccupata Intervento dell’Avvocato Francesca Conte

 Lecce, gioiello barocco pugliese, si presenta oggi ai suoi abitanti come un'enorme cantiere a cielo aperto. Un'immagine caotica e sconcertante che, lungi dall'essere un semplice inconveniente estetico, solleva interrogativi e preoccupazioni profonde.

Un labirinto di cantieri

Mentre il centro storico, per ora, sembra essere miracolosamente immune all'invasione dei cantieri, il resto della città vive in uno stato di perenne disorganizzazione. Cantieri che sorgono e spariscono senza preavviso, segnaletica carente o addirittura assente, transenne che appaiono e scompaiono come per magia: una giungla urbana che genera disorientamento, nervosismo e un traffico caotico. I cittadini, esasperati, si interrogano: perché così tanti cantieri aperti contemporaneamente? Perché i lavori iniziano e poi si interrompono senza apparente motivo?

Piste ciclabili: un'idea nobile con impatti discutibili

Le piste ciclabili, nate con l'intento nobile di promuovere la mobilità sostenibile, si inseriscono in questo scenario come un ulteriore elemento di disagio. Se da un lato rappresentano un passo verso una città più ecocompatibile, dall'altro creano notevoli problemi per chi non può o non vuole utilizzare la bicicletta. I marciapiedi minuscoli che le delimitano, ad esempio, ostacolano il passaggio pedonale e, in caso di emergenza, potrebbero addirittura impedire il transito di mezzi di soccorso.

Una città a misura d'uomo? Forse no.

L'idea di una "città a misura d'uomo" evocata da alcuni suona come una beffa di fronte a queste criticità. I cittadini, esasperati dal caos e dalla mancanza di informazioni, si sentono vittime di un sistema che li ignora e li penalizza. L'esasperazione rischia di sfociare in gesti di rabbia e inciviltà, alimentando un clima di tensione e malessere generale.

Esigenza di pianificazione e trasparenza

È impellente un cambio di rotta. Serve una pianificazione attenta e coordinata dei lavori, con una comunicazione chiara e tempestiva ai cittadini. Bisogna garantire la sicurezza e la fruibilità delle strade, sia per chi si muove a piedi che per chi utilizza i mezzi di trasporto. Le piste ciclabili, seppur lodevoli, devono essere realizzate in modo da non penalizzare le altre forme di mobilità.

Lecce, con il suo fascino senza tempo, merita di essere vissuta in maniera serena e vivibile. I cantieri, seppur necessari, non possono rappresentare un ostacolo insormontabile. È necessario un dialogo costruttivo tra istituzioni e cittadini per trovare soluzioni concrete che ridiano a Lecce il suo volto armonioso e vivibile. La pazienza dei cittadini è stata messa a dura prova, ma è giunto il momento di agire per restituire loro una città a misura d'uomo, non di stress e insoddisfazione.

 


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Ecco come rinascerà l'ex Galateo

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Lecce, dirigente liceo pubblica pubblica videp elettorale du pagina liceo:” Mi scuso”

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domenica 5 maggio 2024

La storia di Lecce. Dalla preistoria ai giorni nostri di Raffaella Angelino (Typimedia Editore)

 Il libro è un viaggio nel tempo dalla preistoria ai giorni nostri nella storia secolare di Lecce, custodita in un patrimonio artistico e monumentale davvero unico. Una città che, fino all'età moderna, subisce distruzioni e rifondazioni, sempre pronta a rinascere dalle sue macerie, come una città "pensile". Le tracce della sua fondazione riemergono dalle sepolture collocate all'interno della città, tra le quali spicca l'Ipogeo Palmieri. Dalla Lecce dei messapi a crocevia strategico della romanità salentina, dalle invasioni barbariche agli Aragonesi, fino all'unità d'Italia e ai giorni nostri, la città presenta in ogni suo angolo, nel bene e nel male, il passaggio di popoli e culture diverse.




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"Le Avventure di Karagöz" - Spazio Aperto Salento

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Il vento fa crollare il palo della luce in piazza: sfiorata la tragedia a Lecce

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Il Gesto di Almirante e Berlinguer a Lecce la Figlia di Giorgio Almirante per Parlare del Libro del Giornalista Antonio Padellaro - Lecce

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sabato 4 maggio 2024

“Basta con le chiacchiere, tempi certi sul Polo pediatrico del Salento”

L’associazione Tria Corda ha scritto una lettera al Presidente della Regione Emiliano e al direttore generale della Asl Lecce Rossi per chiedere risposte concrete e immediate sulla realizzazione del Polo pediatrico

 

Che fine hanno fatto gli undici milioni che la Regione Puglia ha dichiarato disponibili e “prontamente utilizzati” per i primi interventi di riconfigurazione funzionale e architettonica dell’area ubicata al secondo piano del Vito Fazzi per la realizzazione del Polo Pediatrico del Salento? 

L’interrogativo è sospeso in aria in attesa di una risposta, immediata e convincente, da parte dell’Ente Regionale. A rilanciare tale quesito è stata l’associazione Tria Corda che ha inviato un’apposita missiva al presidente della Regione Puglia e titolare del dicastero alla Sanità, Michele Emiliano, per chiedere conto delle risorse stanziate relative all’avvio di questi interventi.

“La somma di 11 milioni di euro – si chiede l’avvocato Cristian Primiceri, che ha scritto al Governatore Emiliano e al direttore generale della Asl Lecce, Stefano Rossi, in nome e per conto di Tria Corda - è o non è già nella disponibilità dell'Azienda Sanitaria di Lecce per l’avvio di un primo stralcio sul quadro economico complessivo?”. Il riferimento, nello specifico, è a una nota con cui la Regione Puglia ha invitato la Asl Lecce “all’attivazione urgente delle procedure atte alla realizzazione dell’opera in oggetto”. La missiva fa seguito a una prima risposta della Direzione Generale della Asl Lecce che di fatto non ha chiarito se i fondi in questione vi siano o meno.

Tria Corda chiede risposte chiare e rassicuranti, tanto più che dalla risposta dell’Asl si è appreso che esisterebbe “una richiesta di ampliamento del finanziamento, a valere sulla programmazione FSC (Fondo di sviluppo di coesione) 2021-2027, per una somma totale pari a 30 milioni di euro!”.

“In discussione – spiega l’avvocato Primiceri - non vi sono soltanto le prestazioni e i servizi inclusi nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), al cui conseguimento è tenuta ogni Regione, ma v’è anche la gestione delle risorse finanziarie, la gestione della spesa sanitaria e come la stessa viene utilizzata, considerato che le sue risorse derivano in gran parte dalla compartecipazione alla spesa da parte di tutti i cittadini”.

“L’utilizzo delle risorse pubbliche destinate al comparto sanità – aggiunge il presidente di Tria Corda, Antonio Aguglia – dovrebbe essere molto più trasparente e condiviso con gli utenti e con i cittadini che contribuiscono concretamente a finanziare il servizio sanitario pubblico”.  

Da qui la richiesta pressante al presidente della Regione Emiliano: “E’ tempo di riposte, è tempo di atti concreti. C’è un’intera comunità che guarda, da anni, alla realizzazione del progetto del Polo Pediatrico del Salento e che è fermamente determinata - anche grazie all’incessante ed entusiasmante attività dell’Associazione Tria Corda - nel continuare a lottare per garantire ai propri bambini, ai nostri bambini, il diritto fondamentale alla salute”.

Il tempo delle parole è finito. Servono i fatti. “Non ci accontentiamo più delle chiacchiere – tuona il presidente Aguglia - E’ giunto il momento di avere risposte precise e certe sui provvedimenti deliberativi e formali adottati da Regione Puglia e Asl Lecce e tempi certi sulla realizzazione. Lo si deve a tutte le famiglie che ci sostengono e che oggi sostengono il Polo pediatrico del Salento e che ancora oggi si trovano costrette ad affrontare estenuanti e dispendiosi viaggi della speranza per poter assistere e curare i loro piccoli, e sono pure costretti a dover fare i conti quotidianamente con le gravi inefficienze dovute alla mancanza di organizzazione della sanità pugliese”.

PUGLIA. CONGEDO (FDI) PROPOSTA CONTE È FOGLIA DI FICO PER VERGOGNE M5S

 “La proposta lanciata da Conte oggi a Lecce di costituire un comitato di ispettori per salvaguardare la trasparenza e la legalità nelle amministrazioni, non è altro che una foglia di fico utilizzata per nascondere le vergogne del M5s in Puglia. I Cinquestelle sono l’emblema del trasformismo considerato che fanno parte dell’attuale maggioranza di Emiliano dopo essersi presentati in campagna elettorale alternativi e in contrapposizione alla coalizione di centrosinistra a guida PD, salvo poi, ad urne chiuse, diventarne alleati ed entrando a pieno titolo nel governo regionale. Così facendo i Cinquestelle sono diventati parte del sistema Emiliano e del suo modello di governo incentrato sulla gestione disinvolta delle leve di potere regionale, finalizzata solo ad accaparrarsi consenso elettorale, distribuendo poltrone e prebende. Per tenersi lontani da trasformismo e cattivo governo non servono non meglio identificati ispettori, è sufficiente coerenza e linearità di comportamenti che, almeno in Puglia, il Movimento 5 Stelle ha dimostrato di non avere”. Lo ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia e membro della commissione parlamentare Antimafia, Saverio Congedo.

Emma - FEMME FATALE (Visual)

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Il confronto tra Michele Santoro e Pietro Senaldi

Capitale italiana cultura affidato incarico a Torch

194 milioni: i numeri dello sforamento spesa farmaceutica costati la testa ai Dg

In mostra “Il velo onirico della realtà riflessa”

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Partito Lecce tour pugliese Conte Migliorare competitività Pmi

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venerdì 3 maggio 2024

Lavoro, dal 2009 oltre 100 milioni di euro nella formazione

Più di 7.500 progetti approvati e finanziati, per un importo totale di oltre 107 milioni di euro di contributi approvati, l’adesione di 830mila lavoratori e di quasi 150mila imprese provenienti da tutti i comparti, soprattutto microimprese (fino a 9 dipendenti) che rappresentano il 91% del totale, a cui si aggiunge l’8% di piccole imprese, con un numero di dipendenti compreso tra i 10 e 49.

Sono questi i numeri emersi del Rapporto FondItalia 2024, che fotografa 15 anni di attività del Fondo interprofessionale promosso da UGL e FederTerziario, che sarà presentato nel corso di un roadshow di sei tappe e che toccherà le città di Bari (9 maggio), Milano (29 maggio), Torino (30 maggio), Palermo (20 giugno), Napoli (4 luglio) e Roma (3 ottobre).

 

«Il nostro biennale appuntamento con la presentazione del Rapporto -ha detto Francesco Franco, presidente di FondItalia- vuole significare un’occasione per animare e rinvigorire il dialogo sul territorio con le imprese che credono nella formazione dei propri dipendenti come volano per la crescita della propria organizzazione nell’attuale mercato del lavoro.

I sei appuntamenti che abbiamo programmato, dal Nord al Sud del Paese, vogliono concretizzare la nostra intenzione di dialogare con il sistema economico italiano, ma anche con le istituzioni locali, al fine di ideare e prospettare sinergie per la promozione della formazione continua nei luoghi di lavoro».

 

LE MICRO IMPRESE SCELGONO FONDITALIA

Il Fondo, che in questi 15 anni di attività è cresciuto costantemente, si conferma, come detto, il punto di riferimento per le microimprese (da 1 a 9 dipendenti), che costituiscono il 91% delle imprese aderenti, in prevalenza localizzate nel Sud e nelle Isole (64%), il Rapporto 2024 conferma, rispetto al Rapporto 2022, questa crescita (due punti percentuali). Le microimprese si confermano il principale bacino di adesioni per il Fondo, confermando la bontà di alcune politiche adottate da FondItalia, come la possibilità per le imprese di tali dimensioni di aggregare le proprie risorse in Conti di Rete, facilitandone l’ingresso nel “sistema Fondi” e l’accesso alle risorse per la formazione continua.

Per quanto riguarda le adesioni nelle rimanenti aree del Paese, va segnalato un leggero aumento anche per le imprese aderenti del Centro Italia (15% con un +1%) e un invariato numero nelle rimanenti aree territoriali con il 5% nel Nord Est e il 16% nel Nord Ovest.

 

Commercio, costruzioni e hospitality i settori più rappresentati in FondItalia

Anche la distribuzione delle imprese aderenti al Fondo mostra una sostanziale stabilità nel tempo: in evidenza, per quanto riguarda le imprese, quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (25%), quello delle costruzioni (14%), quello alberghiero e della ristorazione (13%) e quello delle attività manifatturiere (12%). Tra i settori più rappresentati, per quanto riguarda il numero di lavoratori, si evidenziano i medesimi, anche se con ordine e percentuali leggermente differenti: commercio all’ingrosso e al dettaglio (19%), quello delle attività manifatturiere (16%), quello alberghiero e della ristorazione (11%) e quello delle costruzioni (10%).

 

FondItalia attrae costantemente nuove imprese

Soprattutto grazie all’attività promozionale, svolta a livello locale soprattutto dalle Articolazione Territoriali, si conferma la capacità di FondItalia di raggiungere continuamente nuovi bacini di utenza sinora esclusi dalle opportunità della formazione finanziata: il 73% delle imprese attualmente aderenti a FondItalia, infatti, non risulta provenire da altri Fondi.

 

Nel periodo 2010 – 2023, i Progetti complessivamente approvati sono stati 7.589 per un totale di 107.285.150,90 euro di contributi approvati, oltre 27mila imprese e 253mila lavoratori coinvolti in attività di formazione e quasi 7 milioni di monte ore formativo.

 

IL BIENNIO 2022-2023

Di oltre 27 milioni e mezzo il contributo approvato ed erogato dal Fondo nel biennio 2022 – 2023, grazie ai due Avvisi FEMI pubblicati con l’obiettivo di promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori a supporto dello sviluppo e dell’innovazione nelle imprese. Fra le tematiche prioritarie della formazione finanziata: l’adozione di nuovi modelli di gestione aziendale, le competenze linguistiche, la green economy e il supporto all’internazionalizzazione.

 

Lombardia, Puglia ed Emilia-Romagna le regioni da cui proviene il maggior numero di imprese coinvolte in attività formative.

Lombardia, Puglia ed Emilia-Romagna le regioni con il maggior numero di imprese e di lavoratori che hanno beneficiato di attività formative finanziate dal Fondo nel 2022. Nel 2023, sempre Lombardia e Puglia hanno beneficiato del maggior numero di attività formative, a cui si aggiungono le Marche e il Lazio. Manifatturiero, del commercio all’ingrosso e al dettaglio e delle costruzioni i comparti di provenienza delle imprese e dei lavoratori maggiormente interessati dall’attività formativa.

 

Gli uomini fanno più formazione rispetto alle donne

Ancora a prevalenza maschile, così come evidenziato anche nel report 2022, la platea dei lavoratori destinatari dell'attività formativa (il 60% per entrambi gli Avvisi FEMI 2022 e 2023); percentuali spiegate, in parte, nella prevalenza delle imprese beneficiarie provenienti da settori economici connotati come “maschili” come i comparti manufatturieri e delle costruzioni. L’età media dei lavoratori destinatari di almeno un corso di formazione è compresa tra i 40 ed i 49 anni e il titolo di studio posseduto è quello di diploma di scuola media superiore.

 

Fondo Nuove Competenze (FNC – seconda edizione), formazione digitale di base

Lanciata nel 2022, la seconda edizione del Fondo Nuove Competenze ha visto FondItalia impegnata nel finanziamento di un nutrito pacchetto di corsi ad hoc per l’incremento di competenze digitali e green dei lavoratori per i quali le ore di lavoro fossero state rimodulate per la frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze.

In due anni, oltre l’80% dei percorsi formativi si è concentrato sulle conoscenze digitali di base nelle aree “comunicazione e collaborazione” e “alfabetizzazione su informazioni e dati”. Il 10% dei percorsi è stato dedicato alla “transizione ecologica”, mentre il restante 9% alle “conoscenze digitali specifiche”.

 

«In questi quindici anni sottolinea Egidio Sangue, direttore di FondItalia– FondItalia ha svolto e continua a svolgere con il massimo rigore uno dei compiti prioritari richiesti ai Fondi interprofessionali, ossia aumentare la consapevolezza nelle imprese e nella società che la formazione continua dei lavoratori significa mantenere alta la competitività delle imprese e migliorare costantemente i livelli occupazionali dei lavoratori. Il tour di presentazione del Rapporto 2024 è la dimostrazione che FondItalia crede fortemente nelle relazioni tra impresa, società e istituzioni perché il lavoro d’investimento sull’upskill delle competenze professionali sia, oggi più che mai, prioritario in uno scenario che vede la popolazione lavorativa invecchiare e tre milioni di posti di lavoro che si libereranno nei prossimi cinque anni. Il sistema dei Fondi interprofessionali, che raggiunge annualmente oltre 930.000 imprese e circa 1,5 milioni di lavoratori-conclude Sangue- necessita, tuttavia, di alcuni interventi che ne rafforzino l’efficacia. Tra le richieste più urgenti: l’innalzamento del contributo 0,30% da destinare alla formazione continua per tramite dei Fondi; l’allargamento della platea dei destinatari a liberi professionisti, datori di lavoro responsabili di micro e piccole imprese e lavoratori autonomi; l’esclusione del ricorso delle imprese ai Fondi Interprofessionali dalla normativa europea sugli aiuti di Stato ed il coinvolgimento ed una chiara definizione delle funzioni dei Fondi Interprofessionali nell’ambito di una più ampia governance della formazione».

 

L’ATTIVITÀ DI RICERCA E INNOVAZIONE DI FONDITALIA

Negli ultimi anni FondItalia ha assunto un importante impegno nella definizione degli scenari sull’evoluzione futura del mondo del lavoro, avendo come orizzonte il miglioramento dell’offerta formativa per il tessuto produttivo del Paese e l’omogeneizzazione dei sistemi di formazione continua italiani con quelli europei.

Lo ha fatto istituendo l’Osservatorio FondItalia sulle trasformazioni del mondo del lavoro e della formazione continua e ratificando, nel 2021, un Accordo Quadro con il Consiglio Nazionale delle ricerche – CNR per lo svolgimento congiunto di attività di ricerca. Nell’ambito di tale accordo, il Fondo ha affidato all’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISEM – CNR, attraverso una convenzione, l’esecuzione di un programma di attività di studio e ricerca sull’impatto dell’innovazione tecnologica e organizzativa sul lavoro e sul mutamento delle esigenze formative delle imprese e dei lavoratori. Alla fine del 2023, dopo due anni di sviluppo a cura di Inforjob, ha presentato, inoltre, “C+ FondItalia, lo strumento sviluppato in coerenza con le indicazioni contenute nel D.lgs. 13/2013 e DM del 5 gennaio 2021 e che, utilizzando l’architettura ed i descrittori dell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, consente ai lavoratori di avvalersi un percorso assistito per mettere in trasparenza, attestare e validare le competenze formali, informali e non formali acquisite lungo l’arco della vita, comprese, quindi, anche quelle in esito ai percorsi formativi.