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mercoledì 6 novembre 2024

LAVORO, ECCO LA CLASSIFICA DELLE 20 MIGLIORI AZIENDE ITALIANE IN CUI LAVORARE SECONDO I MILLENNIAL

L’edizione 2024 del ranking “Best Workplaces for Millennials” è stata elaborata da Great Place to Work Italia ascoltando le opinioni espresse da oltre 41mila collaboratori della generazione Y, attivi in 259 organizzazioni. Le tre realtà leader sono Teleperformance, Bending Spoons e Galileo Life e tra i settori spiccano l’IT (40%), i servizi finanziari e le assicurazioni (20%). La retribuzione, i riconoscimenti quali le promozioni, il work-life balance e la capacità dei responsabili di coinvolgere le persone nei processi decisionali e produttivi interni all’azienda sono gli ambiti che contraddistinguono le top 20 organizzazioni a misura di millennial nel confronto con le altre realtà analizzate. “Oggi più del 60% dei collaboratori delle aziende best sono dei millennial e ciò ha un grande ritorno, in termini d’investimento, sul grado di soddisfazione generale del capitale umano di un’organizzazione”, dichiara Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia

 

Le migliori organizzazioni italiane in cui lavorare secondo i millennial fanno registrare un indice di soddisfazione media dei collaboratori del 91%. Un dato in leggero calo (-1%) rispetto al 2023 ma in crescita del +7% nel confronto con il 2018 (84%). È quanto emerge dall’edizione 2024 del ranking Best Workplaces for Millennials che identifica le 20 migliori realtà lavorative secondo la generazione Y, la quale, secondo le demografie delle indagini Great Place To Work, comprende i nati tra il 1981 e il 1997. La classifica, disponibile al seguente link, è stata stilata da Great Place to Work Italia, realtà mondiale leader per la ricerca e la consulenza organizzativa, ascoltando e analizzando le opinioni espresse direttamente da oltre 41mila collaboratori millennialimpiegati in 259 organizzazioni. Entrando ancor più nel dettaglio del ranking emerge come le aziende best workplaces presenti nella top 20, nel confronto con le altre realtà oggetto di analisi ma non presenti in classifica, facciano registrare delle performance eccellenti in alcuni ambiti specifici quali, in primis, la retribuzione dove vi è una differenza di +26 punti percentuali. Altri aspetti che caratterizzano i Best Workplaces for Millennials riguardano la possibilità, da parte dei collaboratori, di ottenere dei riconoscimenti speciali (+28%) e/o delle promozioni (+26%). E ancora l’opportunità, offerta dalle organizzazioni d’eccellenza ai propri dipendenti, per riuscire a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata (+21%) e, infine, la coerenza dei responsabili tra quello che fanno e quello che dicono (+20%). oltre alla capacità da parte del top management aziendale di riuscire a coinvolgere le persone rispetto alle decisioni che influiscono direttamente sugli aspetti e sulle modalità organizzative del lavoro (+21%).

 

L’organizzazione migliore in cui lavorare secondo i millennial è Teleperformance Italia, consociata del Gruppo Teleperformance, realtà leader mondiale nell’offerta di servizi di contact center che ha le proprie sedi italiane a RomaFiumicino e Taranto. Completano il podio Bending Spoons (), realtà IT con sede a Milano che possiede, gestisce e sviluppa la tecnologia che alimenta prodotti digitali tra cui

EvernoteMeetupReminiSpliceStreamYard e WeTransfer e Galileo Life (), brand globale con sede a Maglie, in provincia di Lecce, con un team formato da professionisti di settori diversi e con competenze specifiche, che supportano i farmacisti italiani, uniti in una grande rete, per garantire il benessere della persona e delle comunità. A livello di settori, quello più rappresentato all’interno del ranking è l’information technology (40%) che può contare su ben 8 organizzazioni; seguono i servizi finanziari e le assicurazioni (20%) con 4 realtà, servizi professionali, assistenza sanitaria, biotecnologie e farmaceutica (10%) con 2 realtà a testa, chiudono alberghiero e media (5%) con un’azienda ciascuno. 

“La classifica Best Workplaces for Millennials, arrivata all’ultima edizione, permette di realizzare un confronto storico con le 6 edizioni precedenti per modellare l’evoluzione della popolazione aziendale presa in esame – spiega Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia – La percentuale di millennial all’interno delle aziende best presenti nel ranking è passata dal 37% del 2018 al 62% del 2024 e ciò ha comportato un grande ritorno in termini d’investimento sul grado di soddisfazione generale del capitale umano presente all’interno delle organizzazioni, data ormai la presenza maggioritaria della popolazione millennial. Emerge in modo chiaro anche la diminuzione di variabilità negli anni delle risposte all’interno del questionario a testimonianza del fatto che ormai questa popolazione ha un enorme impatto nella vita delle organizzazioni. Non sono «più i giovani» ma coloro i quali in qualche caso gestiscono e sicuramente guideranno le organizzazioni del futuro. In bocca al lupo!”.




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martedì 5 novembre 2024

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La Festa degli Orti Slow Food si allarga! Scuole e comunità celebrano insieme la bellezza di Essere Natura

Imparare a capire e a esprimere le proprie emozioni con l'aiuto della natura, saperla leggere attraverso i sensi, riscoprirsi parte di essa attraverso le iniziative svolte nell’orto e le attività didattiche che spaziano tra scienze, arte e cucina: sono solo alcuni dei temi al centro della Festa degli Orti Slow Food che si celebra l’11 novembre. Quest’anno, nel 20esimo anniversario dell’inizio del progetto, la giornata coinvolge non solo 29.000 studenti e 1600 insegnanti di 400 scuole, dagli asili nido alle scuole secondarie di primo grado, ma anche 400 attivisti della rete nazionale degli Orti Slow Food di comunità nata a maggio con il sostegno di UniCredit: una platea eterogenea, ma unita dall’impegno per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali.
Il tema del 2024, la relazione dell’essere umano con la natura e nella natura, si inserisce nel percorso avviato con l’ultima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, e rafforza la visione del cibo come nutrimento, cultura, convivialità, piacere, e come elemento potente di connessione con la terra. 

 

«Coltivare è un percorso di crescita e consapevolezza. Nell’orto impariamo a vivere in armonia con la natura, a rispettare i suoi ritmi e a cogliere ogni sua sfumatura, a comprendere il valore della cura e dell’attesa. Salvaguardiamo non solo varietà autoctone e metodi di coltivazione, ma anche legami e relazioni, evidenziando l’importanza del lavoro di squadra e dell’impegno collettivo per il bene comune - sottolinea Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia -. Oggi, come vent’anni fa, consideriamo l’orto un’aula a cielo aperto e un’attività quotidiana a servizio dell’educazione e della didattica. Ma oggi, più di allora, crediamo che sia urgente dedicarsi all’educazione alimentare delle giovani generazioni, perché abbiano gli strumenti per decidere come alimentarsi, perché, a differenza di ogni altra merce, il cibo diventa noi. Attraverso scelte consapevoli d'acquisto, soprattutto nell'alimentazione, determiniamo quale filiera produttiva sostenere: mangiare, diceva Wendell Berry, è un atto agricolo! Per questo motivo, insieme all’Università di Scienze Gastronomiche, continuiamo a rinnovare l’invito a firmare l’appello perché l’educazione alimentare venga inserita come insegnamento nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Ma educare i giovanissimi non basta, è necessario che tutti prendano coscienza dell’importanza di coltivare e mangiare in modo consapevole, e non c’è modo migliore di farlo che prendendosi cura di un orto. Per questo, dal 2024, grazie al sostegno di UniCredit, abbiamo ampliato la rete agli orti alle comunità, per coinvolgere il maggior numero possibile di realtà e soggetti che vogliono sporcarsi le mani e fare la differenza».

 

«La sostenibilità ambientale, l'impegno verso le comunità in cui operiamo, rappresentano una parte fondamentale della nostra cultura - afferma Annalisa Areni, Head of Client Strategies di UniCredit -. Siamo fortemente impegnati ad aumentare costantemente il nostro impatto sociale e siamo quindi orgogliosi di essere partner di Slow Food».

 

La Natura in tutte le sue forme: colori, semi e assaggi leguminosi 

 

In occasione della Festa sono stati consegnati 463 kit, ognuno dei quali destinato a un orto, contenente diversi materiali, come un libro che approfondisce il tema dell’anno - Naturalisti in cucina di Federica Buglioni nelle scuole, e Arborama, edito da Slow Food Editore, negli orti di comunità -, e il verdometro, lo strumento tratto da Il cartolaio del bosco di Antonia Teatino che permette di riconoscere nell'orto i cinque colori della salute. Tra i doni del kit, anche la cornice in cui riporre l’”Arcimboldo in orto”scuole e comunità sono infatti invitate a esprimere la loro creatività attraverso la realizzazione di un’opera d’arte con materiali naturali (frutta, verdura, erbe di stagione, foglie, legnetti, fiori, pietre, terra) e, fino al 18 novembre, possono partecipare all’iniziativa di Slow Food Educazione, scattando una foto del proprio quadro e condividendola sui social con gli hashtag #ortislowfood e #arcimboldoinorto.
Il kit contiene anche gli assaggi di due legumi speciali, le fave Cottoia di Modica, Presidio Slow Food, dell’azienda La Legumeria, e i lupini in salamoia offerti da Coop, ai quali si aggiungono una bustina di semi di fave, un sacchetto di legumi misti della rete Slow Beans, con Presìdi e prodotti dell’Arca del Gusto, da seminare, per rendere ancor più variegato l’ecosistema dell’orto, e infine dei segnalibri che si possono piantare, poiché biodegradabili e “farciti” di semi. Non mancano poi le schede didattiche, per le scuole e non solo, da fare durante l’anno scolastico: attività per esercitare l’olfatto e l’udito, tarate sulle diverse fasce d’età, consigli su come coltivare l’orto e altre proposte da organizzare in aula o all’aperto. 

 

Gli Orti Slow Food, a scuola e nelle comunità 

 

Nato dagli Edible School Gardens di Slow Food USA e approdato in Italia nel 2004, l’Orto Slow Food è il principale strumento di educazione alimentare, del gusto e ambientale dell’Associazione, e con la Festa degli Orti sancisce un momento simbolico importante per studenti, insegnanti, genitori, nonni e produttori locali. A vent’anni dalla sua nascita, nel 2024 il progetto si è esteso anche agli Orti di comunità - urbani, sociali, conviviali, collettivi o terapeutici - con l’obiettivo di coinvolgere una platea più ampia possibile di persone, che vedono questa attività come un’occasione di svago e di scoperta, una pratica collettiva di crescita verso azioni sostenibili in campo, a tavola e più in generale nella quotidianità.

Gli Orti Slow Food a scuola sono resi possibili grazie al contributo dei partner Pastificio Di Martino e UniCredit. Quest’ultimo ha permesso anche il coinvolgimento di 538 nuove classi nel 2023 e il lancio degli Orti Slow Food di comunità nel 2024, promuovendo un’alimentazione sana e la valorizzazione del territorio.

 

Per maggiori informazioni scrivere a educazione@slowfood.it.

È già disponibile in italiano il racconto di Bram Stoker riscoperto di recente

È di pochi giorni fa la notizia della riscoperta di un racconto dimenticato (e di conseguenza ignoto agli studiosi) di Bram Stoker. Il racconto, intitolato Gibbet Hill e pubblicato in rivista nel dicembre del 1890, offre un’altra prova del talento gotico dell’autore irlandese; Caravaggio Editore lo ha appena pubblicato (per la prima volta) in Italia, in un’edizione integrale, annotata e illustrata.


La scoperta del racconto si deve a Brian Cleary, un farmacista di Dublino che lavora al Rotunda Hospital e risiede nel quartiere di Marino, proprio dove nacque Bram Stoker. Appassionato delle sue opere, Cleary ha potuto dedicare più tempo alla lettura e alla ricerca nel 2022, durante la convalescenza successiva a un’operazione. Ha iniziato a visitare frequentemente la Biblioteca Nazionale d’Irlanda, dove ha compiuto una scoperta straordinaria. Dopo aver consultato diversi giornali britannici dell’epoca, Cleary ha individuato una pubblicità sul Daily Express (edizione di Dublino) del 1° gennaio 1891, che citava una serie di articoli e racconti presenti in un supplemento natalizio del 1890. Seguendo questo indizio, Cleary è riuscito a recuperare il supplemento, realizzando di aver appena letto un racconto che, a tutti gli effetti, era andato perduto.


Caravaggio Editore, casa editrice che da anni si occupa di testi classici, ha confezionato un’edizione speciale di Gibbet Hill, uscita a ottobre in concomitanza con l’edizione ufficiale in lingua inglese; si tratta di un autentico libriccino da collezione che riporta una traduzione, a cura del professor Enrico De Luca, rispettosa dell’edizione apparsa nel supplemento e corredata di note e illustrazioni. Il libro è disponibile anche in versione digitale.


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