“Dalle audizioni svolte dalla Commissione Antimafia con il Procuratore Nazionale Antimafia Melillo e il procuratore di Perugia Cantone, emerge un quadro preoccupante fatto di oltre diecimila accessi abusivi a diverse banche dati riservate con decine di migliaia di file scaricati per la maggior parte relativi ad esponenti del centrodestra. I termini usati dai procuratori, ‘fatti gravissimi’, ‘non compatibili con devianze individuali’, ‘mercato clandestino di informazioni riservate’, ‘saccheggio di banche dati’, ‘numeri mostruosi’, sono più che eloquenti dell'estrema gravità di quanto accaduto. Se da un lato si pone la questione della mancanza di adeguati controlli e della necessità di interventi in materia di cybersicurezza, dall'altro occorre dare risposte ad interrogativi inquietanti: l'ufficiale della Guardia di Finanza Striano ha agito da solo o su mandato di qualcuno? Con quali finalità ha commesso questi fatti? Chi sono i veri destinatari di questa enorme mole di informazioni riservate acquisite illegalmente? Esiste una regia e qual è l'obiettivo? Interrogativi ai quali l'indagine in corso dovrà dare risposte perché sono in gioco, oltre all’onorabilità delle persone interessare, anche i valori fondanti della nostra democrazia, la sua autorevolezza e la sua tenuta”.
La Libreria dei Quaderni del Bardo a Lecce
Perchè La Gazzetta del Bardo
giovedì 7 marzo 2024
Donne nella logistica: perché dovrebbero essere di più (e i tempi sono propizi)
I dati ufficiali – per l’Italia li produce Istat – dicono che le donne che lavorano nel settore dei trasporti e della logistica sono solo il 22%: 222mila addette contro quasi 800mila uomini. La media europea è del tutto in linea (21,8%): segnale che il limite culturale travalica i confini nazionali. L’idea che i lavori della logistica siano prettamente maschili è dominante e lo dimostra il fatto che se si concentra lo sguardo sulle professioni operative (manutenzione e guida) le percentuali scendono sensibilmente. Ad esempio, in Italia nell’autotrasporto le quote rosa rappresentano il 2,1% (per un totale di 14 mila donne). Ma anche in questo caso l’Europa non si distanzia molto e Francia e Germania, per esempio, presentano quote simili.
Un altro dato lo aggiunge WeForum segnalando che spesso le donne sono impiegate in mansioni a basso reddito. Qualcosa però sta cambiando: ad esempio, per colmare questa disparità, di recente la Banca Mondiale ha finanziato progetti per creare occasioni per le donne di entrare nel settore. E secondo un’analisi della società di ricerca Loriga&Associati, il numero di donne, anche in ruoli di grande responsabilità e in aziende multinazionali, è cresciuto di più del 30% negli ultimi cinque anni. La strada è ancora lunga, ma stiamo andando nella giusta direzione.
Perché la logistica può diventare un settore inclusivo
Se il trend è di crescita, questo dipende anche da aziende virtuose che stanno contribuendo alla costruzione di una nuova immagine per il comparto professionale e che impiegano in maniera massiva la tecnologia per rendere più accessibili e inclusive anche le funzioni operative.
Oggi, ad esempio, nei magazzini più smart possono lavorare agevolmente persone con ogni tipologia di forma fisica, grazie a funzioni come IoT e intelligenza artificiale. Le automatizzazioni possibili con le tecnologie, inoltre, rendono maggiormente rilevanti funzioni meno legate al lavoro manuale: la pianificazione e l’organizzazione dei trasporti, il customer service, la gestione delle pratiche doganali, le attività di promozione e vendita del servizio.
Nel caso di Italmondo, per esempio abbiamo lavorato per arrivare ad avere la metà dei dipendenti totali costituita da donne e in quasi tutte le funzioni (contabilità, risorse umane, legal, controllo di gestione, comunicazione & marketing, IT & digital) la quota rosa è ben oltre il 40% con picchi del 90% nella contabilità verso fornitori. Nella comunicazione & marketing le donne sono il 75%, la quota si avvicina all’83% nelle risorse umane, è di 2/3 nel legal e sfiora il 67% nell’ambito controllo di gestione.
Gli ostacoli all’ingresso delle donne nel mondo logistico
Al di là dei singoli casi virtuosi, le indagini sul settore confluiscono nel testimoniare che gli ostacoli all’ingresso e all’incremento delle figure femminili nelle diverse attività della logistica sono rappresentati soprattutto dagli stereotipi di genere. Stereotipi secondo cui le donne sono meno adatte ai lavori manuali e pesanti e non sono disponibili a lavorare su turni o a viaggiare. Stereotipi legati anche alla work-life balance, che interesserebbe più le donne che gli uomini (e in effetti le donne hanno ancora in larga parte la responsabilità della cura dei figli e della casa). Serve senza dubbio un cambiamento culturale. A favore delle donne ma anche a vantaggio del settore della logistica.
Perché una maggiore diversità aiuterebbe il comparto della logistica
Infatti, è ormai ampiamente documentato che la diversità all’interno di ogni team, in qualsiasi settore, contribuisce al successo aziendale. Deloitte ha rilevato che le aziende diversificate generano un’entrata 2,3 volte superiore per dipendente rispetto a quella delle aziende meno diversificate. Uno studio del Credit Suisse Research Institute citato da Forbes misura che le organizzazioni con almeno un membro femminile nel CDA hanno generato un ROI e un tasso di crescita medio migliori rispetto alle aziende con CDA di soli uomini. E Harvard Business Review osserva che le aziende che puntano sulla diversity hanno un fatturato del 19% superiore rispetto a quelle con una diversità inferiore alla media. E ancora, le aziende con più diversity attraggono i migliori talenti: è Glassdoor a rilevarlo: il 76% delle persone in cerca di lavoro valuta la diversity un elemento attrattivo e il 32% non si candiderebbe in un’azienda che non si impegna abbastanza sotto questo aspetto.
Se tutti questi numeri non dovessero bastare, anche la nostra esperienza in Italmondo dimostra che non è solo una questione di political correctness: la nostra azienda ha tratto numerosi vantaggi dall’aumento della diversity nel corso degli anni, evidenziando come la diversità sia stata fondamentale per favorire l'innovazione, aumentare la reputazione e la capacità di attirare nuovi talenti, promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo. Insomma, è sempre più evidente che per continuare a crescere e restare competitive, tutte le imprese che operano nel settore logistico dovrebbero superare i pregiudizi da sempre legati a “donne e motori” e impegnarsi ad aumentare la quota di personale femminile. |
8 marzo, Roncadin al fianco delle associazioni che operano per le donne in difficoltà
Roncadin festeggia la Giornata internazionale della donna rinnovando il proprio impegno al fianco delle donne che combattono ogni giorno importanti battaglie. L’azienda di pizze surgelate di Meduno (PN) ha scelto quindi di trasformare la cifra che avrebbe speso per omaggiare le lavoratrici con la tradizionale mimosa dell’8 marzo in una donazione di sostegno destinata a tre associazioni: APE ODV - Associazione Progetto
«Quando si tratta di sostenere delle iniziative sociali scegliamo sempre realtà che hanno un reale impatto sulle persone – spiega l’amministratore delegato Dario Roncadin –. Abbiamo scelto associazioni di provata serietà, impegnate su temi importanti come la salute e il contrasto alla violenza di genere: la Giornata internazionale della donna è un’ottima occasione per farne conoscere l’operato alle persone che lavorano in Roncadin, persone che sono per il 78% donne. Inoltre, all’interno della nostra organizzazione, la parità di genere è una priorità: abbiamo intrapreso il percorso che ci porterà alla certificazione di questo aspetto per noi fondamentale».
Roncadin SpA SB con sede a Meduno (Pordenone), nasce nel 1992 per la produzione di pizza italiana di qualità per la grande distribuzione nazionale ed internazionale. Oggi in azienda lavorano circa 770 persone, il fatturato del gruppo 2023 ha raggiunto i 170 milioni di euro e si producono circa 100 milioni di pezzi all’anno. Pizze e snack sono realizzati con di materie prime di altissima qualità e un metodo di produzione che riproduce le caratteristiche della pizza tradizionale, inclusa la cottura in forno a legna su pietra e la farcitura a mano.
Dal 2021 Roncadin è una Società Benefit, che si impegna a operare in modo responsabile verso l’ambiente, le persone e il territorio, in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Ricerca contro il cancro, UniTrento parte di un team internazionale
Trento, 6 marzo 2024 – (p.s.) Il tumore del colon retto è una neoplasia spesso silenziosa, e quando le persone si accorgono della malattia, questa spesso è già in stadi avanzati.
IL 13 MARZO TORNANO AL PALAFLORIO GLI HARLEM GLOBETROTTERS QUESTA MATTINA LA PRESENTAZIONE DELLA TAPPA BARESE DELLE LEGGENDE DEL BASKET
Torneranno a Bari mercoledì 13 marzo gli Harlem Globetrotters, i campioni di basket più famosi al mondo. L’evento, che vedrà protagonisti gli atleti noti per le loro abilità e la straordinaria capacità di giocare attraverso movimenti e manovre spettacolari, si terrà al Palaflorio, a partire dalle ore 20.30, a distanza di dieci anni dalla prima esibizione nel capoluogo pugliese.
Saranno complessivamente nove le stelle statunitensi che si esibiranno davanti al pubblico del Palaflorio, per uno spettacolo unico che rientra nel tour italiano degli Harlem Globetrotters e rappresenta una delle due tappe organizzate nel Sud Italia, assieme a quella di Napoli.
“Devo ammettere di esser emozionato come un bambino quando scarta i regali di Natale - ha esordito Pietro Petruzzelli -. Per uno come me, cresciuto con la pallacanestro anche se con scarsissimi risultati agonistici, questo è un evento assolutamente imperdibile. Sin da quando ero piccolo ho ammirato il loro modo di coniugare sport, spettacolo e divertimento. Il solo fatto che gli atleti sono in grado di muoversi, da eccelsi giocolieri e con la stessa naturalezza, sia in attacco sia in difesa, dimostra pienamente la straordinaria bravura degli Harlem, garanzia di intrattenimento puro. Sono campioni che rappresentano, oggi come in passato, l’emblema della spettacolarizzazione e della gioia che si prova giocando a basket. E per noi, quindi, è motivo di orgoglio il fatto che abbiano scelto, ancora una volta, di fare tappa nella nostra città”.
“Anch’io sono molto emozionato - ha proseguito Manio Marrone - perché ho sempre ammirato i Globetrotters, sin da bambino. Quando dieci anni fa per la prima volta mi chiesero di poter venire al Palaflorio, quasi non riuscivo a crederci. Per cui la gioia di riproporre al pubblico barese questo evento è ancora più grande per due motivi: in primo luogo per la richiesta di essere ospitati ancora una volta, il che significa che hanno apprezzato la nostra organizzazione, e poi perché è uno spettacolo di caratura internazionale, sicuramente tra quelli di punta della nostra programmazione. L’esibizione degli Harlem Globetrotters, peraltro, coniuga due aspetti che ci interessano molto, e cioè lo sport e lo spettacolo, che rappresenta un altro settore su cui puntiamo da sempre”.
“Questa volta ci siamo occupati anche della promozione dell’evento muovendoci in modo capillare su tutto il territorio nazionale - ha concluso Sharon Scalera -. E abbiamo riscontrato un’ottima risposta dalle città più lontane, cosa che ci ha sorpreso essendo un appuntamento infrasettimanale. Molte società di pallacanestro giungeranno a Bari con pullman organizzati, il che rappresenta per noi un grande successo. Siamo, infatti, riusciti a doppiare la vendita di biglietti rispetto alla volta precedente: sono quasi 4.000 i biglietti venduti finora, quindi sono ancora pochi i ticket in vendita. A tal proposito mi preme aggiungere che sono previsti degli sconti per i gruppi da venti persone. Un’altra iniziativa interessante è data dalla possibilità di acquistare il magic pass, che consentirà di accedere un’ora prima dell’apertura dei cancelli per passare un’ora di divertimento con gli atleti. Il più grande orgoglio per noi è poter vedere il palazzetto pieno di spettatori”.
I biglietti sono in vendita sul circuito di TicketOne: per informazioni e acquisti di gruppo è possibile contattare il numero 366 1961503.
Sono previste riduzioni per ragazzi under 14 e persone over 65.
Dieci piccole città spagnole mostrano la loro unicità durante la Settimana Santa a Papa Francesco in Vaticano
Formano la Ruta de la Pasión de Calatrava, una tradizione del XVI secolo che vede come protagonisti gli "armaos", una replica dei soldati romani che sequestrarono Gesù Cristo
IN PUGLIA LA COSTITUZIONE SI PORTA IN CLASSE E NELLE PIAZZE: NASCE IL FESTIVAL DI LETTERATURA CIVILE “PAROLE PER LA LIBERTÀ - UN SEGNO INDELEBILE” CON ERF EDIZIONI
In Puglia i temi della
Costituzione tornano in primo piano nell’ambito di un Festival dedicato alla
letteratura civile nato da un’idea di ERF Edizioni, il primo del genere al Sud.
Il Festival è stato presentato questa mattina a Palazzo di Città dall’assessora alle Culture Ines Pierucci, da Francesca Pietroforte, delegata ai beni culturali della Città metropolitana di Bari, Ludovico Abbaticchio, Garante regionale pugliese dei diritti del minore, Vito Antonio Loprieno, presidente di ERF, Antonio Giampietro, garante regionale pugliese dei diritti delle persone con disabilità e Carmelo Lollo, presidente di Legacoop Puglia.
“Parole per la libertà – Un segno indelebile” approfondirà temi come l’uguaglianza, il diritto al lavoro e i diritti civili, la parità, le politiche contro la violenza, l’immigrazione e l’integrazione, la libertà politica e religiosa, la difesa dell’ambiente, le nuove tecnologie e lo sviluppo sostenibile.
Dall’8 marzo a fine novembre un continuo work in progress che si svolgerà nelle scuole e nei luoghi in cui si creerà l’occasione per parlare della legge costituente e dei temi sensibili che contraddistinguono i nostri tempi.
Un Festival itinerante, fra i Comuni di Puglia e Basilicata, che mira a creare una rete, riportando in primo piano i temi fondanti della Costituzione italiana. Tanti gli autori e le autrici che nel corso dei mesi incontreranno il pubblico di ogni generazione perché l’obiettivo è la promozione della lettura in eventi rivolti a tutte le generazioni, tanto agli adulti attraverso le amministrazioni locali quanto agli studenti attraverso le scuole, di ogni ordine e grado, e il supporto alle ore di educazione civica. E poi
“La letteratura (civile) è missione, finestra aperta sulla realtà, specchio e coscienza, quasi decodificatore del mondo” scriveva Leonardo Sciascia e questo è il senso del Festival di letteratura civile che ha già creato una rete composta di oltre 24 Comuni, tra questi anche Goia del Colle e Corato. Il primo appuntamento domani 8 marzo nell’Istituto Comprensivo “Grimaldi-Lombardi” del quartiere San Paolo di Bari.
Il Festival ha già raccolto apprezzamenti e ha visto l’adesione di: Città di Bari, Città metropolitana di Bari, Provincia di Matera, dei Garanti dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza di Puglia e Basilicata, del Garante dei diritti delle persone con disabilità della Puglia, dell’Università per la Pace ONU, della “Fondazione Giuseppe Di Vittorio” di Roma, della “Fondazione Rita Maierotti” di Bari, del Teatro Pubblico Pugliese, di Legacoop Puglia, dell’associazione Avviso Pubblico, l’associazione Connect di Roma, la CGIL Puglia, della ETP S.r.l. (engineering tecno project) di Mola di Bari.
“La Costituzione – ha dichiarato Ines Pierucci – è il paracadute di tutte le comunità. Permette di “planare dall’alto” e in sicurezza dalle cadute violente e dalle derive culturali che mettono in pericolo la nostra storia e la nostra libertà che consideriamo quotidianamente scontata ma che, invece, rappresenta il risultato di faticoso e sofferto percorso politico, dal quale non dovremmo mai distrarci. Come tutte le forme espressive, la letteratura è un atto politico e di militanza intellettuale che restituisce consapevolezza nel tempo. La letteratura è come un farmaco a rilascio prolungato che libera nel tempo l'effetto dello sviluppo della coscienza critica per le scelte future. Lo specchio di cui parla Sciascia è quello nel quale riflettersi provando a guardare oltre il proprio volto, ovvero quello degli altri e delle altre culture, riconoscendole come libere, uguali e imprescindibili, esattamente come in una foresta le cui specie sono tutte essenziali per l'equilibrio vitale di in un ecosistema qual è la società. Ringrazio ERF Edizioni per questa occasione così importante di crescita culturale e di confronto consapevole, nell'ambito della responsabilità di una casa editrice che seleziona con coscienza determinati contenuti culturali”.
“Secondo l’Istat – ha detto invece Francesca Pietroforte – il 39,3% della popolazione di 6 anni e più ha letto almeno un libro nell'ultimo anno per motivi non strettamente scolastici o professionali (dati 2022, contro il 40,8% del 2021). Siamo al punto più basso degli ultimi 25 anni. Per questo iniziative come quella promossa da ERF Edizioni merita molta attenzione: da un lato è necessario leggere di più, dall’altro sarebbe auspicabile leggere meglio. Quando si parla di lettura è anche necessario fare riferimento ai temi e la letteratura civile ha il merito di far riflettere su argomenti talvolta esclusi dal dibattito pubblico. Ecco il valore del festival “Parole in libertà – Un segno indelebile”, che sosteniamo convintamente: offrire a un ampio spettro di lettori punti di vista su temi come immigrazione, sviluppo sostenibile, ambiente, parità di genere, libertà, lavoro e integrazione. Basta leggere le classifiche dei libri più venduti per incontrare best seller che pretendono di spiegare cosa sia “normale”, più appuntamenti di questo tipo ci aiuterebbero a formare quella coscienza critica capace di fornirci gli anticorpi contro le derive sociali e culturali a cui talvolta assistiamo”.
“L’importanza dell’educazione civica sta per fortuna tornando all’attenzione del mondo scuola in tutto il Paese – ha affermato Ludovico Abbaticchio – Coinvolgere adulti, famiglia e ambiti territoriali su questi temi, riporta nei giovani la cultura del valore della libertà di parola e di espressione riconosciuta all’interno della nostra Costituzione. Come Garante dei Minori in Puglia da tempo sostengo la necessità di riportare negli istituti scolastici l’insegnamento costante dell’educazione civica come quella dell’educazione alla salute e alla sessualità. Chiedo da tempo, anche con gli altri Garanti regionali italiani, che diventino materie fondamentali come la letteratura, la matematica, la storia e tutte quelle materie ancora presenti nel mondo scuola”.
“Sono contento di sostenere questo festival perchè la letteratura costruisce le coscienze – ha detto Antonio Giampietro – La letteratura civile è fatta di libri che ci aiutano a crescere con sguardo e mente aperta, ci permette di abbattere le barriere culturali che rappresentano gli ostacoli più grandi in una società che deve essere di tutti”.
“La risposta che abbiamo avuto alla nostra idea di Festival dai tanti partner che oggi ci accompagnano in questo inizio – ha sostenuto Vito Antonio Loprieno – ci conforta e ci sprona a fare di più e meglio. Con il solo obiettivo di promuovere attraverso la lettura due concetti fondamentali del vivere civile, due parole emblematiche unite da un verbo: “conoscenza è consapevolezza”. Il Festival sarà coniugato in diversi modi: un supporto per gli istituti scolastici per le ore di educazione civica; tavole rotonde nelle scuole e nei Comuni sui riflessi dell’Intelligenza Artificiale sul mondo del lavoro; due grandi eventi in costruzione per l’autunno con il mondo universitario pugliese sulla nostra Costituzione e sul tema della pacificazione tra i popoli con l’Università per la Pace ONU”.
Quello del Festival di letteratura civile non sarà un cammino solitario così come dimostrato dall’ampia rete che ha aderito alla manifestazione. Con Legacoop, ad esempio, si è pensato ad un contest di scrittura creativa, nelle scuole, tenuto dai docenti della Scuola Holden di Torino. Sarà come chiudere un cerchio: dalla lettura alla scrittura.
“Noi del movimento cooperativo – ha dichiarato Carmelo Rollo presidente di Legacoop Puglia – siamo interessati a sostenere tutte le iniziative che come il Festival della letteratura civile, ci consentono di immaginare ma anche di costruire un mondo differente. Soffermarsi su parole che rafforzino principi e valori spesso dimenticati, fa bene a tutti e soprattutto alle giovanissime generazioni, come quelle della scuola media inferiore dove riteniamo debba partire il percorso di condivisione di un paradigma sociale diverso da quello che viviamo”.
Natura, Bellezza, Verità – Ugo Maria Morelli (Gruppo Albatros - Il FIlo)
L’ottimo elaborato di Ugo
Maria Morelli pone in luce l’immensa produzione letteraria e filosofica di
Ralph Waldo Emerson, considerato il padre del trascendentalismo americano del
XIX secolo. Spaziando dalla filosofia alla poesia, dalla saggistica all’attività
oratoria, diffuse il suo pensiero in tutti gli Stati Uniti. Si fece promotore
di un pensiero filosofico basato sul rispetto della vita e dell’esistenza
mettendo in discussione i valori tradizionali trasmessi dal pensiero comune di
una società che non guarda oltre. La centralità del suo pensiero si concentrò
sull’Over-Soul, forza trainante per il conseguimento della Verità, il mezzo più
diretto di comunicazione tra gli uomini. La sua produzione, incredibilmente
vasta, rappresenta un animo eclettico, nel quale si riflessero grandi filosofi,
tra i quali Nietzsche. Nella sua produzione è onnipresente il riferimento al
Divino, il quale regola i rapporti tra l’uomo e la Natura (forza benigna e
fondamentale, dotata di dinamismo), ma è soprattutto nella consapevolezza delle
proprie capacità che si permea il suo pensiero: credere in sé stessi, nei
propri mezzi, oltrepassare il valico delle convenzioni sociali, dei luoghi
comuni, del provincialismo. Emerson si può considerare il faro illuminante e il
punto di riferimento della cultura americana; l’eco dei suoi elaborati
raggiunse l’Europa influenzando il pensiero dei letterati del tempo. Ugo Maria
Morelli, attraverso un lavoro di ricerca e traduzione molto accurato, raccoglie
il pensiero dell’eminente pensatore in Natura, Bellezza, Verità: un’indagine
dal significante al significato della Natura in R.W. Emerson.
Ugo Maria Morelli nasce a Roma nel 1989, ma la
sua famiglia per lavoro si trasferisce presto a Genova, nella città del pesto e
di Cristoforo Colombo, una città di mare da sempre teatro di arrivi e di
partenze da, e verso il lontano.
Ugo a Genova cresce e
sviluppa una forte fantasia e una voglia di porsi domande astratte volte a
conoscere “l’oltre” di tutte le cose. È solo da giovane adulto che scopre che
quel continuo questionare della sua anima curiosa va sotto il nome di “filosofia”.
Lo studio dei filosofi classici all’università gli fa infatti scoprire che le
sue astrazioni del pensiero non erano solo vaneggiamenti, ma potevano essere
incanalati in un filosofare concreto atto a rileggere la realtà secondo nuovi e
ulteriori significati.
Dedicato come Cristoforo
Colombo ad immaginare nuovi mondi da scoprire oltre a quelli già visti e
conosciuti, decide che per scoprirli non è più necessario cercare nuovi spazi
geografici, ma che i nuovi territori stanno nella reinterpretazione dei fatti e
delle cose che già crediamo di conoscere.
Vive una vita
apparentemente dispersiva e colma di numerosissimi ed eclettici interessi, tra
cui anche argomenti prettamente “materiali” come la tecnologia e l’intelligenza
artificiale, dei quali non smette mai di seguire con spirito attento e critico
le evoluzioni. Tutti i suoi molteplici interessi e approfondimenti gli servono
a immaginare dove si stanno direzionando l’umanità e il mondo, e per tenere
vivi i suoi continui tentativi di non accontentarsi del superficiale “senso del
mondo” che i media e la società vorrebbero venderci al costo del nostro stesso
spirito critico e che, comunque, rimane, in maniera evidente, sempre un passo
indietro rispetto alla “spiegabilità del mondo”.
Quando a 34 anni decide
di scendere un po’ sulla terra dai suoi mondi iperuranici nei quali vive e
dialoga virtualmente con i suoi amati filosofi classici di riferimento, tra i
quali spiccano in particolar modo Spinoza, Emerson, Heidegger, inizia finalmente
a smettere di tenere i propri “svarioni filosofici” solo per sé, e concretizza
le sue speculazioni filosofiche su tutte le cose del mondo con l’ottenimento di
una Laurea Magistrale in Filosofia conseguita col 110 e lode. Da quel momento
decide che le sue riflessioni intorno alla filosofia e al senso dell’esistenza
potrebbero forse tornare utili a stimolare il pensiero di altri filosofi, o di
coloro i quali ancora non sanno di esserlo. Inizia così a rivolgersi a un
pubblico più vasto della sua stretta cerchia di conoscenti e pubblica il suo
primo libro basato proprio sui suoi studi e sulle sue riflessioni personali
intorno alla filosofia del primo grande filosofo trascendentalista americano:
Ralph Waldo Emerson, padre, non solo della cultura americana per come la
conosciamo oggi, ma anche di tutte quelle nuove interpretazioni del mondo e
della spiritualità umana che vogliono elevarsi oltre i canoni classici delle
vetuste tradizioni culturali europee, le quali, già ai tempi degli Stati Uniti
di nuovissima fondazione in cui viveva Emerson, risultavano eccessivamente
ridondanti ed autoreferenziali, ma che soprattutto avevano tristemente smesso
di avere, come fine ultimo, la libertà, la creatività e la capacità di
innovare, proprie dell’individuo pensante, metro di tutte le cose, ed unico
vero fautore del proprio destino in questo mondo fatto solo di interpretazioni
di fatti e di cose la cui comprensione effettiva è, e per forza di cose rimane,
sempre tutt’altro che completa e definitiva.
GIUNTA APPROVA IL TRASFERIMENTO TEMPORANEO DEGLI ALUNNI DELLA SCUOLA ANNA FRANK IN ATTESA DELLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO IMMOBILE
Su proposta
dell’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano, la giunta ha
approvato questa mattina la delibera che autorizza il trasferimento temporaneo
in altri immobili di 8 sezioni di scuola dell’infanzia e di 20 classi della
primaria della scuola Anna Frank - dell’istituto comprensivo Zingarelli - che,
come noto, sarà interessata da lavori di demolizione e successiva ricostruzione
finanziati con fondi PNRR Missione 2 - Componente 3 - Investimenti 1.1.
Pertanto, nelle more della realizzazione della nuova scuola prevista entro il 2026, dopo un confronto permanente con i genitori e i docenti della Anna Frank, è stata individuata una soluzione in grado di evitare meno disagi possibili agli alunni, alle loro famiglie e al personale docente e amministrativo. La scelta è ricaduta su due immobili siti nelle vicinanze dell’istituto scolastico: 12 classi di scuola primaria e 8 sezioni di scuola dell’infanzia troveranno ospitalità presso la sede dell’ex Municipio II, in stradella del Caffé, a Poggiofranco, distante circa 1,2 chilometri dalla sede della Anna Frank, mentre 9 sezioni della scuola primaria saranno trasferite nelle aule al secondo piano della scuola secondaria di I grado Tommaso Fiore, in via Martin Luther King, sempre a Poggiofranco, distante circa 650 metri dall’istituto scolastico.
“Questa delibera è il frutto di un percorso condiviso con la comunità scolastica della scuola Anna Frank e degli uffici - commenta Paola Romano -. Insieme abbiamo costruito questa soluzione con l’obiettivo di trasferire gli studenti in spazi il più vicino possibile all’attuale scuola e, al tempo stesso, di valorizzare il patrimonio comunale. I lavori di riqualificazione di entrambi gli spazi individuati inizieranno a giorni, grazie all’utilizzo di un accordo quadro già sottoscritto, e consentiranno così di accogliere a settembre tutti i bambini. In questi anni ho imparato che, per trovare buone soluzioni, è necessario studiare gli atti e la normativa, spesso non agevole, ma soprattutto ascoltare le persone. A tal proposito desidero ringraziare le scuole Tommaso Fiore e Anna Frank, i consiglieri della Commissione consiliare Trasparenza e le ripartizioni coinvolte per il loro fondamentale contributo, che ci permette di attendere l’inaugurazione della nuova scuola Anna Frank nel 2026 nel migliore dei modi”.
La soluzione individuata dall’amministrazione consente di valorizzare il patrimonio immobiliare comunale, in linea con le politiche di contenimento delle locazioni passive operate in questi anni, dato che i lavori di adeguamento della sede dell’ex Municipio II agevoleranno, anche in futuro, una fruibilità piena dell’immobile, senza prevedere ulteriori lavori, e quindi costi, per il ripristino degli spazi
Bari inserita nel nuovo progetto “Tim - Urban Vision” che prevede l’installazione di nuove cabine digitali: giunta approva linee di indirizzo
Su proposta
dell’assessore e vicesindaco Eugenio Di Sciascio, questa mattina la giunta
comunale ha approvato le linee di indirizzo politico per la definizione di un
accordo di collaborazione con la Tim S.p.A. per l'implementazione del progetto
cabine telefoniche digitali e dei connessi servizi innovativi sul territorio
del Comune di Bari.
In questi mesi la società TIM S.p.A. ha presentato il progetto denominato “TIM - Urban Vision” attraverso cui prevede di dismettere, a fronte di 19.000 cabine attive sul territorio nazionale, 15.000 cabine del servizio radiomobile, mantenendone attive 1.500 nei luoghi di rilevanza sociale (caserme, ospedali, carceri, etc.) e di trasformarne altre 2.500 in “cabine digitali”.
A questo progetto intende partecipare il Comune di Bari che, nell’ambito della strategia di innovazione nella gestione dei servizi pubblici, attuata mediante l’introduzione di nuove tecnologie per la cosiddetta Smart City, e in attuazione all’Agenda Digitale Metropolitana, con la delibera odierna ha avviato l’iter procedurale riconoscendo l’interesse pubblico per la realizzazione del progetto “TIM – Urban Vision”, che prevede, appunto, l’installazione delle cabine telefoniche digitali sul territorio cittadino.
“Siamo felici che Tim abbia selezionato Bari insieme ad altre 13 città italiane quale sede della sperimentazione di questo progetto fortemente innovativo - spiega Di Sciascio -. Abbiamo colto l’occasione di questa collaborazione per fornire alla città un presidio di contatto e informazione a servizio della cittadinanza che da un lato si inserisce nel percorso di digitalizzazione dei servizi che l’amministrazione sta perseguendo da tempo, dall’altro sia capace di dialogare con i nuovi utenti della città: giovani, turisti e lavoratori ormai abituati a vivere la dimensione urbana attraverso la tecnologia. Attualmente il progetto prevede la localizzazione di circa 70 cabine digitali in posizioni che verranno concordate tra il Comune e la TIM nell’ambito dell’accordo di collaborazione che determinerà i dettagli operativi dell’intervento”.
Alcuni elementi esplicativi del progetto Tim Urban Vision
Le cabine digitali sono stazioni intelligenti dotate di grandi schermi touch screen e intendono rappresentare un presidio evoluto e inclusivo sul territorio, con applicazioni sensoristiche che consentiranno anche alle persone con disabilità motorie, barriere linguistiche o visive, di accedere alle informazioni e ai servizi digitali in modo personalizzato, semplice e veloce.
Questi nuovi spazi consentono la massima accessibilità ai servizi resi disponibili, adattandosi alle esigenze dell’utente e non viceversa. In particolare, le cabine digitali saranno dotate di istruzioni d’uso in Braille e saranno gestibili anche mediante comandi vocali, saranno in grado di riconoscere l’altezza dell’utente mediante appositi sensori di prossimità e di erogare contenuti contestualizzati sulla base del profilo dell’utente.
Si tratta di vere e proprie “postazioni intelligenti” con diversi servizi per la collettività: dall’infotainment alla ricarica degli smartphone, dai pagamenti digitali al ticketing alle chiamate gratuite verso numeri fissi e mobili nazionali.
Saranno installate sul territorio, in particolare nei luoghi di interesse turistico, e diventeranno anche un importante presidio per la sicurezza grazie alle loro funzionalità di videosorveglianza e al tasto “Women+” per le donne in situazioni di pericolo. Quest’ultima funzione prevede la dotazione di un sistema che permette di accedere a un servizio real time di supporto con operatore per segnalare, gestire e assistere in situazione di potenziale rischio attraverso un sistema di allarme, un impianto di illuminazione del perimetro della cabina e il collegamento diretto con le Forze dell’ordine.
Infine, all’interno dei nuovi presidi sarà possibile implementare progressivamente ulteriori servizi di interesse generale e di pubblica utilità, informazioni istituzionali, notizie culturali e di quartiere e dati relativi alla mobilità, servizio di acquisto di biglietti per vari servizi pubblici, raccolta di dati e informazioni sulla città mediante i sensori di cui sono dotate le cabine (qualità dell’aria, traffico e mobilità urbana, inquinamento acustico, meteo, sicurezza e illuminazione).
mercoledì 6 marzo 2024
Domani la presentazione del volume “Attraverso la mia arte” e l’inaugurazione della mostra “Attraversamenti” dell’artista Annamaria Suppa; alle 12 preview della mostra riservata alla stampa
Domani, giovedì 7 marzo, alle ore 17, nella sala consiliare di Palazzo di Città, si terrà la presentazione del volume monografico “Attraverso la mia Arte” dell’artista Annamaria Suppa, edito da Sfera edizioni.
La monografia rappresenta un viaggio attraverso il mondo artistico di Annamaria Suppa ed evidenziale sue sperimentazioni e il suo evolversi stilistico nel corso di quarant’anni di attività. Curata da Anna D’Elia, la monografia rappresenta un punto di riferimento fondamentale per comprendere l’evoluzione delle sue opere e della sua visione estetica. Annamaria Suppa coniuga l’esperienza legata a Bari, suo territorio d’origine, con influenze internazionali derivanti dalla sua esperienza artistica a New York, creando nuove sinergie tra cultura locale e i movimenti artistici globali.
Alla presentazione, accanto all’artista e alla curatrice, saranno presenti Micaela Paparella, consigliera comunale delegata alle politiche di valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città di Bari, e Pietro Marino, giornalista e critico d’arte.
Annamaria Suppa è nota per la sua incessante ricerca di nuove tecniche e materiali che trasforma in opere d’arte capaci di mescolare incisione e pittura, riflettendo sull’esistenza e sulla memoria umana. Tra le sue creazioni più significative, la Stele monumentale “Sulle ali della memoria” nel parco di Punta Perotti a Bari, che unisce terra e cielo in un simbolismo cosmico, testimoniando la resilienza umana di fronte alle tragedie.
Le mostre, realizzate a partire dagli anni Ottanta, cui sono dedicati i capitoli della monografia, documentano le diverse fasi della sua ricerca, dall’installazione polimaterica “My Ark” a New York al puzzle visuale di “Wormhole” che esplora le connessioni spazio-temporali della fisica quantistica e della memoria. Nel ritratto Il Santo muroblutes dedicato a San Nicola di Bari, l’artista costruisce una temporalità multipla prelevando frammenti visivi di epoche diverse e fondendoli con immagini di sua creazione. In “Giochidartista” il pubblico è invitato a partecipare attivamente alla performance, rompendo le barriere tra artista e spettatore. Con la mostra “Federico on my mind”, organizzata nell’ambito del Bif&st nell’allora Palace Hotel, Suppa ha omaggiato i film di Federico Fellini.
Questa personale è stata in seguito riproposta e selezionata tra le iniziative per la celebrazione della cultura italiana negli Stati Uniti, con una mostra dedicata, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura a New York, presso la sede dell’Italian Trade Commission.
Nelle mostre più recenti Suppa sperimenta il connubio tra plexiglass (Fragiail) e pasta vitrea, creando opere componibili e fragili che esplorano la vulnerabilità dell’arte e della vita. Ogni mostra ha segnato un passo verso una visione estetica sempre più complessa, nella quale scienza e arte hanno dialogato con tecnica e manualità per rielaborare sentimenti e memoria.
A seguire, alle ore 19, nella sala ex tesoreria di Palazzo di Città, verrà inaugurata la mostra antologica “Attraversamenti” di Annamaria Suppa, patrocinata dal Comune di Bari e promossa dalla Fondazione Pino Pascali. La mostra, sempre curata da Anna D’Elia, rappresenta un’opportunità unica per immergersi nell’universo creativo dell’artista e ammirare una selezione delle sue opere più significative.
La mostra, resterà aperta fino al 21 marzo.
Alle ore 12, accompagnati da Annamaria Suppa e da Anna D’Elia, i giornalisti interessati potranno visitare la mostra “Attraversamenti” nel corso di una speciale preview riservata alla stampa.
DOMANI A PALAZZO DI CITTÀ LA PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL DI LETTERATURA CIVILE “PAROLE PER LA LIBERTÀ – UN SEGNO INDELEBILE”
Sarà presentata domani, giovedì 7 marzo, alle ore 11.00, nella sala giunta di Palazzo di Città, la prima edizione del festival “Parole per la libertà - Un segno indelebile”.
“La letteratura (civile) è missione, finestra aperta sulla realtà, specchio e coscienza, quasi decodificatore del mondo”: queste parole di Leonardo Sciascia spiegano più di ogni altra cosa il senso della nascita del Festival di letteratura civile, organizzato dalla ERF Edizioni, unico nel suo genere al sud, itinerante fra i Comuni di Puglia e Basilicata.
All’incontro con la stampa interverranno l’assessora alle Culture Ines Pierucci, la consigliera delegata ai Beni culturali della Città metropolitana di Bari Francesca Pietroforte, il garante regionale pugliese dei diritti del minore Ludovico Abbaticchio e il presidente di ERF Vito Antonio Loprieno.
Da anni la società cooperativa ERF pubblica libri a carattere sociale, culturale e civile e con questo Festival intende arrivare sia agli adulti e sia, con percorsi mirati, alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado per rilanciare un’idea di partecipazione in difesa della Costituzione, dei diritti civili e della promozione della lettura.
8 marzo: donne, lavoro e famiglia. Il punto con l’Avvocato Valentina Ruggiero
Come ogni anno all’avvicinarsi dell’8 marzo, ovunque è un tripudio di mimose, cioccolatini e frasi in onore delle donne. Ma qual è la situazione delle donne in Italia oggi?
I dati disegnano uno scenario ancora difficile, con 1 donna su 5 (dati Inapp-Plus) che si dimette dopo la nascita del figlio, costretta a scegliere tra famiglia e lavoro. L’occupazione femminile in Italia è del 55%, a fronte di una media UE del 69,3%. Inoltre, si continua a registrare ancora un forte divario salariale di genere. Secondo l'Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell'Inps, le lavoratrici del settore privato guadagnano quasi 8mila euro in meno dei colleghi uomini.
Ancora troppo alti anche i dati relativi alla violenza di genere. Secondo i dati della Polizia di Stato, ogni giorno 85 donne sono vittime di reato (maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale), e spesso per mano di chi dice di amarle (39% marito o compagno, 30% ex partner).
Il punto della situazione con l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia, da sempre al fianco delle donne vittime di ogni forma di violenza.
Quali strumenti legali hanno oggi le neomamme, per evitare di uscire dal mondo del lavoro?
Mi spiace dirlo ma se non ci sono supporti familiari adeguati, ancora oggi una donna che desidera realizzarsi e fare carriera non riesce a trovare un giusto equilibrio tra famiglia (figli piccoli in tenera età…) e mondo del lavoro. Le penalizzazioni sono ancora tante. Sula carta vi sono molti contributi‚ ma nella realtà è difficile eseguirli in quanto ci sono dei tetti minimi e massimi. Basta pensare alla situazione degli asili nido, che al nord e al centro possono accogliere circa il 33% dei bambini, mentre al Sud solo il 14%.
Crede che questa scelta sia legata anche al fatto che in Italia il congedo di paternità è insufficiente? Qual è la situazione?
Il congedo di paternità esiste, ha una durata di 10 giorni, che sono fruibili da 2 mesi prima della data presunta del parto, a 5 mesi dopo. Tale congedo è maggiore nel caso in cui la madre sia deceduta, impossibilitata a prendersi cura del bambino, o lo abbia abbandonato. Certo, parliamo di una situazione ben diversa da quella spagnola, dove i giorni di congedo sono gli stessi per entrambi i genitori, o anche solo francese, dove i giorni sono 28, i primi 7 dei quali obbligatori.
I papà ne usufruiscono, ma ancora ad oggi al donna all'interno della famiglia tende a sacrificarsi maggiormente per crescere al meglio li proprio figlio. Sono sempre di più gli uomini che ne usufruiscono, perché i giovani padri sono più accudenti con i figli minori e più partecipi alla loro crescita e alla loro cura rispetto a quanto avveniva in passato. Ma ancora oggi, per mentalità, è la madre lavoratrice a sacrificare la carriera per crescere i figli. È più una questione di retaggio culturale.
Il divario salariale di genere genera spesso dipendenza economica dal partner, e quindi molte donne rimangono sposate anche in caso di relazioni tossiche e violente. Quale alternativa avrebbero queste donne?
Noi libere professioniste riusciamo a mantenere un’attività lavorativa poiché possiamo conciliare maggiormente gli orari lavorativi con le esigenze familiari (anche se è molto complicato, e sappiamo bene che la libera professione porta con sé altre problematiche). Le lavoratrici private hanno orari fissi, ai quali spesso si aggiunge il tempo per raggiungere il posto di lavoro e per tornare a casa, ed è difficile mantenere un lavoro quando ci si assenta spesso, si chiedono congedi, giorni per la malattia o le visite del bambino o aspettative. Certamente la non certezza economica rende meno libere di separarsi e molte donne per necessità restano ancora sposate con sacrifici psicologici enormi. Questa dipendenza economica può trasformarsi in una forma di violenza subdola, difficile da riconoscere anche da parte della vittima. Ogni caso è, ovviamente, a sé. Se la donna ha rinunciato al lavoro di sua volontà e, di comune accordo, è il partner a provvedere economicamente alla famiglia, si tratta di una scelta di coppia legittima e rispettabile. Se, invece, l’abbandono del lavoro è stato imposto dal partner, che poi usa il denaro per tenere la donna in una condizione di dipendenza e sottomissione, la donna e il figlio si trovano a vivere in un contesto tossico e violento, in quel caso consiglio di rivolgersi ad un avvocato o ad un centro antiviolenza, per conoscere tutte le alternative.
La violenza di genere in Italia continua ad essere un fenomeno ancora molto diffuso. Sono, però, ancora molte le donne che non denunciano, per vergogna o paura di ripercussioni da parte del loro carnefice, soprattutto se convivente. Cosa consiglierebbe loro?
Come detto più volte, bisogna denunciare, subito, senza aspettare per vedere se quella è stata l’ultima volta o se ce ne sarà un’altra. È importante affidarsi a professionisti che possono aiutare la donna concretamente, anche garantendole un supporto successivo alla denuncia.
Certamente oggi li codice rosso, li codice rosa e i braccialetti elettronici hanno permesso di fare passi avanti importanti, velocizzando le procedure per le denunce e i processi per violenza, e offrendo forme di garanzia maggiori, ma ci vuole sempre un supporto familiare adeguato. Se non sente di avere un supporto dai membri della famiglia di origine, o da amici particolarmente cari, le donne ancora evitano di denunciare, e questo può portare ai tristi epiloghi che ascoltiamo in cronaca.
UNISALENTO, STUDENTI AMMASSATI. GALLOTTA (AU): "BASTA PRESE IN GIRO. NIENTE MEZZI, NIENTE LEZIONI"
"Tutti che trasportano le sedie da altre aule, gente in piedi, gente per terra non ci sono prese per tutti, in dieci sui banchi, fila chilometrica ed è impossibile passare dalla porta"
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Pisticci, 8 luglio 2024 – Arriva alla sua venticinquesima edizione il festival nato da un amore viscerale per l'ottava musa, e che semp...