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Perchè La Gazzetta del Bardo
venerdì 10 maggio 2024
FRATELLI D’ITALIA PRESENTA LA SQUADRA PER LE AMMINISTRATIVE DI LECCE
Fratelli d’Italia presenta a Lecce la sua
lista per le amministrative a sostegno della candidatura a sindaco di Adriana
Poli Bortone.
“Sono particolarmente orgoglioso e soddisfatto
della composizione della lista che è un vero e proprio spaccato della società
leccese -spiega l’on. Saverio Congedo, coordinatore provinciale di
Fratelli d’Italia- Una squadra molto competitiva composta da donne e uomini,
giovani e meno giovani, con e senza esperienze politiche precedenti, tutte
persone capaci e perbene che per attività lavorativa, impegno sociale, percorso
personale, responsabilità istituzionali garantiscono non solo un importante
contributo elettorale, ma soprattutto di idee da mettere al servizio di Lecce.
Insomma, una lista particolarmente qualificata all'altezza del nome del
presidente Giorgia Meloni inserito nel simbolo di Fratelli d'Italia della
lista.”
Elenco candidati
Bitonto Domenico, avvocato
Bruno Gianluca, dipendente PA
Cacciatore Marco, funzionario PA
Carico Emanuela, segretaria
amministrativa
De Carlo Gloria, casalinga
De Giovanni Fabiola, avvocato
Faggiano Monica, consulente del lavoro
Gallo Giuseppe, avvocato
Giordano Anguilla Roberto,
imprenditore
Goffredo Luigia, OSS
Greco Maria Luisa, cancelliere
Manfreda Simona, dirigente d’azienda
Miglietta Maurizio, esperto sicurezza
lavoro
Negro Benedetta, consulente politico
Panarese Riccardo, imprenditore
turistico
Pano Mario, commercialista
Pascali Francesco, ortopedico
Pasquino Andrea, funzionario
Unisalento
Pedone Gabriele, maresciallo capo CC
Perrone Alessandro, imprenditore
artigiano
Rango Roberta, impiegata
Riccio Olga Assunta, animatrice
psichiatrica
Rizzello Ilaria, operatrice bancaria
Rucco Oronzo, imprenditore agricolo
Solero Vittorio, docente-avvocato
Tamborrino Massimo, membro CdA ENASA
Tramacere Oronzino, commercialista
Turco Mattia, operatore trasporto
Valzano Paola, avvocato
Venece Rocco, funzionario ASL
Verardi Antonio, sindacalista FIADEL
Vitali Emanuela, consulente del lavoro
Maternità, 1 donna su 5 lascia il lavoro al primo figlio. E aumenta la disparità salariale con gli uomini
La nuova infografica di Unicusano su donne, lavoro e gender gap analizza le disparità di genere proprie del mondo professionale e l’impatto della maternità sulla vita lavorativa di mamme e neomamme: dove trova origine la disparità di genere?
“Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità". Così il Presidente Sergio Mattarella nel discorso del suo insediamento a Montecitorio nel 2022. Eppure ancora oggi in Italia una donna su cinque lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio principalmente per l’impossibilità di conciliare lavoro e vita familiare (52%) o per considerazioni economiche in seno alla famiglia (19%).
A pochi giorni dalla Festa della mamma, l’Unicusano pubblica la sua nuova infografica su donne, lavoro e gender gap analizzando le disparità di genere proprie del mondo professionale e l’impatto della maternità sulla vita lavorativa di mamme e neomamme. Costrette, molto spesso, a rassegnare le proprie dimissioni per i ridotti servizi all’infanzia, precariato, occupazione ridotta, bassi salari e prevalenza del part-time. Tutte condizioni che, sottolinea l’Unicusano, mal si conciliano con la vita genitoriale al femminile.
Ma è la maternità ad aggravare ulteriormente la disparità fra uomo e donna. Sono le madri, infatti, a veder diminuire il proprio stipendio fino al 35% dopo 24 mesi dalla nascita del primo figlio, soprattutto se questa è avvenuta prima dei 30 anni e in mancanza di un contratto a tempo indeterminato al momento del parto. Numeri che aumentano all’aumentare dell’età dei figli: 15 anni dopo aver ascoltato il primo vagito, una madre lavoratrice assiste a un tracollo del proprio salario lordo del 53%. Si chiama "motherhood penalty", un fenomeno che contribuisce a perpetuare il divario salariale tra donne con figli e donne senza figli, rendendo difficile per le madri mantenere l’indipendenza economica e la presenza sul mercato del lavoro. Un fenomeno che cresce al variare delle condizioni economiche e dei servizi offerti dalle Regioni (il 62,6% delle madri con lavoro non retribuito si trovano nel Mezzogiorno, il 35,8% al Centro, il 29,8% al Nord). A vincere la palma di Regioni “mother friendly”, secondo l’infografica dell’Unicusano, sono il Trentino Alto-Adige e l’Emilia-Romagna, malissimo invece Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Sorte diversa, invece, tocca agli uomini e, ancor di più, ai padri, che dopo 5 anni dalla nascita del primo figlio vedono aumentare il proprio stipendio fino al 10% in più e fino al 16% in più rispetto ad un uomo senza prole.
Tocca quindi al sesso femminile combattere una lotta non troppo tacita contro il cosiddetto "gender pay gap", la differenza di retribuzione tra uomini e donne che, in media, porta queste ultime a lavorare gratis fino all'11 febbraio di ogni anno. Una discrepanza retributiva, profondamente radicata nel tessuto sociale ed economico del Paese, che si riflette in modo evidente nella struttura salariale media: a 18 anni una donna guadagna in media €415 al mese, rispetto ai €557 degli uomini. La disparità cresce con l'età e l'esperienza, portando a una differenza del 43% nella retribuzione complessiva tra uomini e donne in Italia.
Secondo l’infografica dell’Unicusano sarebbe stata la pandemia da COVID-19 ad acuire ulteriormente queste disuguaglianze, portando con sé, solo nel 2020, un significativo calo dei posti di lavoro (-444 mila) di cui 312 mila ad occupazione femminile. Di questi, il 77,2% erano occupati da madri. Un acceleratore di disuguaglianze economiche, sociali ed educative, dunque, che ha aumentato irrimediabilmente il tempo stimato per colmare il divario di genere.
Ma il problema è soprattutto culturale. Da sempre, la narrativa sociale vuole le donne come figura primaria nelle attività di cura. Una concezione dura a morire e che, ancora nel 2018, vedeva il 33% degli italiani d’accordo con affermazioni come “per l’uomo, molto più che per la donna, è importante avere successo nel lavoro”.
Una verità che, oggi, si traduce in convinzioni profondamente radicate che portano le donne ad abbandonare il posto di lavoro (circa 800 mila) dopo la maternità e aziende e colleghi a perpetrare, nei confronti di queste ultime, atti profondamente discriminatori.
Il gender gap non conosce strade, forme e limiti e si manifesta infatti anche nei processi di selezione, dove il 60% delle aziende pone domande diverse a uomini e donne in sede di colloquio, ponendo la maternità come una delle principali barriere all'occupazione.
Eppure le skills acquisite con un figlio sono tante: capacità organizzative, gestione dello stress, problem solving, affidabilità, empatia, motivazione sul lavoro, e lo stipendio medio ipotetico ancora di più (circa 8.000 euro al mese).
La strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, che si propone di ridurre il tasso di occupazione uomo/donna a meno del 24%, è un esempio di quale sia la strada da percorrere. Ma non basta. In Italia, anche nel 2024 la parità di genere rimane un obiettivo ambizioso ma ancora lontano. Soprattutto a livello professionale. Un divario, quello tra uomini e donne, che per essere colmato, dovrà attendere ancora almeno 135 anni.
giovedì 9 maggio 2024
In uscita il 23 aprile per Piemme 'Se bastasse l'amore' di Arianna Gnutti
Il primo ricordo che ho della mia vita è una brocca gialla. Avevo all’incirca due anni. Era una grande brocca gialla, tutta sbeccata, da cui qualcuno versava dell’acqua sul mio corpo. Ero sull’asfalto, ai bordi della strada, sbalzata fuori dall’auto in corsa, in una giornata soleggiata dell’estate del 1974. La brocca piena d’acqua versata sulle mie ginocchia insanguinate era di alcuni nomadi, venuti in mio soccorso, in attesa dell’ambulanza. Il mio primo ricordo è quindi di gratitudine: per essere sopravvissuta e per essere stata aiutata. E da allora, io non ho mai smesso di essere grata alla vita.
“Se bastasse l’amore” è il mio secondo libro. Il primo, pubblicato nel 2014, “Ho scelto di essere felice”, l’avevo scritto per ringraziare tutte quelle persone che avevano contribuito fino a quel momento alla mia evoluzione interiore; quindi, non necessariamente solo i miei amici, cui il libro era dedicato, ma anche chi mi aveva fatto del male. Ritenevo allora, e a maggior ragione adesso che ho raggiunto una maggiore consapevolezza, che è solo grazie ai momenti bui, anche quelli nero pece, che, se si vuole, si può riscoprire il valore della luce, apprezzandone anche un fioco raggio. Questa è parte della mia filosofia di vita, una filosofia che affonda le radici nella praticità dei miei nonni, nella saggezza dei miei genitori, nei loro insegnamenti dati dall’esempio quotidiano, nell’amore, nel senso del dovere, del rispetto e della condivisione con il prossimo. Sono cresciuta attraverso gli insegnamenti che ho appreso da chi ha formato il mio pensiero. Da ragazzina, mi sono innamorata di Richard Bach, ho viaggiato ad occhi aperti attraverso John Steinbeck e Paul Theroux, leggevo Paulo Coelho e apprezzavo Eric Fromm senza però, allora avere la consapevolezza di comprendere appieno che per amare gli altri è prima necessario amare se stessi. Ci avrei messo ancora tanto tempo. All’università, ho sognato di poter viaggiare nel tempo e far parte del circolo del Bloomsbury, conoscere Virginia Woolf e frequentare anche James Joyce, Thomas Stearns Eliot e soprattutto William Butler Yeats. Crescendo, sono rimasta affascinata da figure, personaggi, scrittori, pedagogisti e filosofi di tempi e contesti diversi, verso i quali sono in grande debito per ciò che ho ricevuto dal punto di vista della conoscenza e da quello spirituale. Da Lorna Byrne a Deepak Chopra, da Brian Weiss a Comenio a Locke, da Doris Lessing a James Joyce, fino a Carl Gustav Jung e Karl Jaspers, tanto da aver scritto una tesi su parte del loro pensiero nella mia terza e, a questo punto, direi pure ultima laurea, conseguita nel 2024, 24 anni dopo la prima e 5 dopo la seconda. Vivo la vita come un’esplorazione continua di ciò che mi circonda, per nutrire la mia anima di conoscenza. Vivo di passione e di gratitudine. Amo condividere ciò che ho appreso nel tempo, e lo faccio sia in ambito professionale, data la mia esperienza come amministratore d’azienda e esperta in comunicazione, sia in termini pedagogici dopo tanti anni di insegnamento come docente universitaria. Credo fermamente in una pedagogia circolare. Ogni volta che esco da un’aula in cui ho fatto formazione aziendale o personale così come ogni volta che termino una lezione in ateneo, io so che oltre ad avere insegnato, ho imparato, in particolare dai miei studenti, qualcosa di nuovo che mi ha arricchita.
In “Se bastasse l’amore” c’è tutto questo mio essere. C’è il mio battermi senza sosta e senza tregua contro il mostro dell’anoressia insidiatosi nella testa di mia figlia Maria Beatrice allora preadolescente. Ci sono io, mamma, ma prima ancora una donna che, dopo anni di insicurezze, poco prima dei cinquant’anni, aveva finalmente imboccato la strada dell’autoconsapevolezza, che aveva appena riscoperto il proprio valore. Scrivere “Se bastasse l’amore” è stato per me quanto di più faticoso possibile. Ho sempre amato scrivere – ho lavorato come giornalista pubblicista per tanti anni – ma descrivere o mostrare il mio dolore mi viene difficile, perché nella mia quotidianità preferisco condividere la gioia, lasciando così le mie sofferenze o persino una mia giornata storta dentro di me. E ogni giorno scelgo scientemente di non rivolgermi al passato con rimorsi o rimpianti, ma mi impongo di pensare al hic et nunc con un occhio al futuro. Un giorno, sei mesi dopo l’uscita dall’ultimo di quattro ricoveri consecutivi negli ospedali mano nella mano di Maria Beatrice, in un viaggio attraverso l’inferno in cui l’avevo vista sull’orlo della morte per tre volte, guardando lei seduta accanto a me e mia figlia piccola Adelaide seduta dietro, ho pensato che fosse arrivato il momento di condividere anche il dolore e la fatica. E di farlo per aiutare gli altri. Lì, in auto, ho pensato a quelle ragazzine che ancora si trovavano in cura in ospedale, in comunità, in clinica e ho pensato anche alle loro mamme. Mi sono poi ripassati davanti i visi di quelle ragazze che avevo conosciuto e che erano state mangiate nel corpo e nella mente dal mostro dell’anoressia tanto dall’esserne inghiottite per sempre. Le lacrime hanno cominciato a rigarmi il viso. In quel momento ho deciso che dall’indomani avrei scritto un libro. Lo avrei fatto anche per loro, per dovere morale. Un libro scritto anche con contributi di mia figlia Maria Beatrice, di mia mamma e di mia figlia Adelaide. L’anno successivo il libro avrebbe vinto il premio letterario Zanibelli nella sezione inediti. Da qui è nata la pubblicazione con Piemme.
“Se bastasse l’amore” è un libro di amore incondizionato tra donne: mia madre, le mie due figlie e me. L’ho scritto con la speranza che possa essere utile. Un libro di speranza per chi sta combattendo una qualsiasi grande battaglia, anche con se stesso.
Dussmann, nuovo piano formativo per lo sviluppo di competenze nell’ambito della valorizzazione delle DEIB
Capriate San Gervasio, 09 maggio 2023 – A partire dall’ottenimento delle certificazioni UNI PdR 125/2022 sul sistema di gestione dell’uguaglianza di genere e UNI ISO 30415:2021 “Gestione delle risorse umane – Diversità e inclusione”, che hanno attestato l’impegno già portato avanti nel contrasto agli stereotipi, nella valorizzazione delle unicità e nell’equità di rappresentazione tra i generi, Dussmann continua a diffondere ogni giorno i princìpi di inclusione e senso di appartenenza che sono fondativi della propria cultura aziendale.
Il nuovo progetto “Diversity, Equity, Inclusion e Belonging” parte da queste premesse e ha come obiettivo sensibilizzare i partecipanti sulle tematiche di Diversità & Inclusione (D&I), offrendo spunti e ispirazioni per comprendere il valore della diversità e dell'inclusione non solo come imperativi etici e sociali, ma anche come leva di impatto nel business.
Si tratta di un percorso di formazione promosso e condotto dalla Direzione Sviluppo Risorse Umane di Dussmann, che si svilupperà nel corso del 2024 e che si rivolge a tutta la popolazione aziendale secondo tre target e due scopi. Sono coinvolti, infatti, 98 manager, 248 responsabili gestionali e gli oltre 24.000 impiegati e personale di appalto, e saranno trattati temi che intendono, da un lato, fornire a tutti gli strumenti di comunicazione inclusiva da mettere in pratica all’interno del contesto lavorativo, e dall’altro, fornire supporto per l’esercizio di una leadership inclusiva ai collaboratori e alle collaboratrici che ricoprono ruoli di responsabilità.
Per ciascun target è stato studiato un percorso ad hoc che si svolgerà in modalità mista per manager e responsabili gestionali, e in modalità virtuale tramite la piattaforma di e-learning di Dussmann per gli impiegati e il personale di appalto.
I temi trattati riguardano il valore della diversità, la leadership inclusiva, la gender inclusion e la comunicazione inclusiva. Il terreno comune è l’individuazione e il superamento degli stereotipi e dei bias impliciti, e la definizione di strategie e processi di integrazione e inclusione anche come opportunità di impatto sociale e di business, al fine di realizzare un ambiente di lavoro in cui ogni persona possa riconoscersi e sentirsi parte attiva nella sua unicità.
“Dussmann già oggi opera secondo imparzialità – commenta la Direttrice Sviluppo Risorse Umane, Claudia Gamba - e non ammette alcuna forma di discriminazione diretta o indiretta, multipla e interconnessa in relazione al genere, all’età, all’orientamento e all’identità sessuale, alla disabilità, allo stato di salute, all’origine etnica, alla nazionalità, alle opinioni politiche, alla categoria sociale di appartenenza e alla fede religiosa. Stiamo lavorando per garantire un miglioramento continuo e costante del benessere delle nostre persone. La strada verso la parità di genere e l’inclusione è lunga, ma noi non ci fermiamo e anche questo percorso formativo fa parte di quei singoli progressi che compiamo oggi e che avranno un impatto duraturo sul futuro.”
Dussmann Service
Il Gruppo Dussmann impiega oltre 60.000 persone in 22 paesi. Dussmann Service fornisce l’intera gamma di servizi di facility: Pulizia, Catering, Sicurezza e Reception, Servizi Tecnici ed Energy Management. Nel 2022, il gruppo Dussmann a livello globale ha realizzato un fatturato oltre 2 miliardi di euro, di cui circa 798 Milioni a livello nazionale, che lo rende uno dei più grandi provider di multi-servizi privati di tutto il mondo
SOPRAVVIVERE AL LUTTO, INSIEME
La lingua inglese? Per gli italiani è ancora un tabù. Tutti i dati nell’ultimo studio Preply
Analizzando le parole e le frasi più ricercate su Google Translate dagli italiani, Preply ha scoperto come si ricerchino soprattutto parole semplici come “grazie” e “prego” (ben 33.100 ricerche mensili). Bisogna uscire dalla top ten per trovare le prime espressioni più complesse
L'era digitale ha trasformato la ricerca di traduzioni in un'attività semplice, immediata e alla portata di tutti. Preply, una rinomata piattaforma di corsi di lingua online, ha condotto uno studio approfondito sulle tendenze di ricerca degli italiani per le traduzioni in inglese su Google. Cosa rivelano questi dati sul livello di inglese degli italiani e sul loro utilizzo dei motori di ricerca per ottenere traduzioni? Scopriamolo insieme!
Ciao, grazie e prego: le espressioni più ricercate sono quelle di base
Dallo studio emerge che le espressioni più ricercate sono quelle di base in inglese. "Ciao in inglese" e "giorni della settimana in inglese" spiccano in cima alla classifica con ben 33.100 ricerche mensili, seguite da espressioni colloquiali come "grazie" e "prego". Bisogna invece uscire dalla top 10 per trovare termini più tecnici, come “verbo essere”, “avverbi di frequenza” e così via.
Questo trend suggerisce una preferenza degli utenti per parole semplici e comuni, evidenziando un desiderio di comprensione immediata piuttosto che un interesse verso concetti più complessi.
Giovedì è il giorno della settimana più cercato
Lo studio riflette anche una tendenza nel cercare i nomi dei giorni della settimana, con un chiaro vincitore: giovedì.
Con una sorprendente cifra di 14.800 ricerche mensili, giovedì risulta essere il giorno più cercato dagli italiani quando si tratta di traduzioni. Ma quale potrebbe essere il motivo di questa predilezione? Forse una questione ortografica, dato che "Thursday" (giovedì) che si rivela più complesso da memorizzare e da scrivere rispetto a "Monday" (lunedì).
Google: strumento essenziale di traduzione degli Italiani
I numeri parlano chiaro: i volumi di ricerca dello studio dimostrano come Google venga utilizzato come strumento per ottenere traduzioni rapide. La ricerca “traduci in inglese” conta infatti 111.000 ricerche.
Ulteriori ricerche come "come si dice in inglese", "traduzione in inglese", "traduttore in inglese" o "tradurre in inglese" confermano il ruolo fondamentale di Google nel soddisfare le esigenze linguistiche degli italiani, offrendo traduzioni immediate e verifiche dell’ortografia.
Se desideri approfondire lo studio realizzato da Preply, puoi trovare tutti i risultati completi e le classifiche a questo link!
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Metodologia dell'indagine:
Lo studio è stato realizzato tramite lo strumento Semrush considerando il volume di ricerca in Italia relativo alla traduzione di specifici termini in inglese. I dati fanno riferimento al 26/03/2024.
Riguardo a Preply:
Preply è una piattaforma per l'apprendimento delle lingue online che mette in contatto insegnanti e centinaia di migliaia di studenti in 180 paesi nel mondo. Il suo database contiene più di 40.000 insegnanti che insegnano oltre 50 lingue, supportati da un algoritmo di apprendimento automatico che consiglia i migliori per ciascuno studente. Nata negli Stati Uniti nel 2012 da tre fondatori ucraini, Kirill Bigai, Serge Lukyanov e Dmytro Voloshyn, Preply è cresciuta passando dall’essere un team di 3 persone a una società di oltre 600 dipendenti di 62 nazionalità diverse, con uffici a Barcellona, New York e Kiev.
Assegnate Due Chiavi MICHELIN a EALA, 5 stelle Lusso di Limone sul Garda. L'unica struttura del Garda ad aver raggiunto il traguardo
Affinita (MOIGE): “Solidarietà al Ministro Roccella. Episodio triste irrispettoso e censorio. Lavorare tutti per la libera scelta delle donne di essere mamme”
Roma, 9 maggio 2024 - Il Ministro
per la Famiglia Eugenia Roccella è stata contestata e le è stato impedito
di parlare durante la sua partecipazione agli Stati Generali della Natalità.
“Un episodio triste ed
irrispettoso non solo verso il ruolo istituzionale ricoperto dal Ministro
Roccella, ma anche verso la fondazione organizzatrice e verso tutti partecipanti, venuti per un confronto
rispettoso sul tema urgente della natalità. - Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE - Abbiamo assistito un vero e proprio
tentativo, peraltro riuscito, di censura ai danni del Ministro Roccella, che si
trovava su quel palco proprio per parlare ai genitori su un tema urgentissimo
come quello della natalità e della discriminazione fiscale che vivono i
genitori”.
Latin lover e infedeli, colpa delle app di dating? No, anzi!
Gli italiani, come molti popoli latini, sono comunemente considerati dei grandi amanti e seduttori. Complice anche un certo filone cinematografico di “commedia all’italiana”, dove i protagonisti molto spesso hanno amanti e vite parallele, in passato si è creato un po’ il mito che siano infedeli.
Inoltre, nell’epoca delle app di dating, il tradimento sembra essere ancora più a portata di mano, anzi, di dito. In assenza di dati univoci ed ufficiali è difficile dire se con la diffusione di questi strumenti tecnologici tradimenti siano aumentati, diminuiti o restati invariati di numero.
Ma se è vero che non possiamo incolpare le app di dating per i tradimenti, è anche vero che le app di appuntamenti hanno subito un'evoluzione, e oggi abbiamo esempi che non abbandonano gli utenti dopo la creazione della coppia, ma li accompagnano e li aiutano a mantenere viva la passione anche dopo molto tempo.
È il caso di PhaseApp, che vuole connettere cuore e anima. “In fatto di tradimenti, è sbagliato dare la colpa alle app, così come credere che funzionino tutte allo stesso modo. – Commenta Marco Ciarlante, responsabile marketing e comunicazione di PhaseApp – Con PhaseApp noi abbiamo cercato di superare il classico approccio, creando connessioni che vadano ben oltre l’aspetto fisico, ma che uniscano corpo e mente, creando legami forti”.
A differenza delle altre app di dating, che si basano sulle foto e sull’apprezzamento dei profili da parte degli altri utenti iscritti, PhaseApp funziona con una serie di domande pensate da un team di psicologi e sessuologi, che vengono poste ai due utenti. Il dialogo prosegue solo dopo che entrambi avranno risposto. Queste domande sono organizzate in 4 fasi ad intimità crescente.
Anche nelle coppie più solide, però, dopo un po’ di tempo è fisiologica una leggera flessione. Il calo del desiderio di uno dei due partner o di entrambi, una routine noiosa e una diminuzione di attenzione nei confronti dell’altro sono forti minacce alla serenità di coppia, e talvolta possono portare anche al tradimento.
Mantenere sempre vivo il dialogo, parlarsi apertamente, condividere i propri pensieri con l’altro sono cose fondamentali per avere una relazione sana e duratura. Purtroppo, però, non sempre è così semplice.
Spesso si teme il giudizio dell’altro, si ha timore nel fare domande scomode o vergogna a toccare determinati argomenti, soprattutto in fatto di sessualità. Ulteriore scoglio ad un dialogo aperto e libero è rappresentato dalla tecnologia. La pandemia e i lockdown hanno cambiato il nostro modo di vivere la socialità e le relazioni personali. Se, da un lato, sono in molti a sentire un maggior bisogno di contatto fisico dopo tanta limitazione, è anche vero che quei lunghi mesi ci hanno abituato a relazioni mediate dal web.
“Non dobbiamo pensare che questo aspetto sia di per sé qualcosa di negativo, se oltre a questo tipo di interazione viene, comunque, dato spazio anche a quelle dal vivo. – Prosegue Marco Ciarlante -Sono un segno dei tempi che viviamo, e sarebbe insensato quanto inutile fingere che i social, le app e internet più in generale non costituiscano una parte importante del nostro quotidiano. Si stanno affermando nuovi modelli di linguaggio e comunicazione. Con PhaseApp abbiamo pensato di usare questi nuovi paradigmi anche per aiutare il dialogo e la passione di coppia. Con l’introduzione della funzione ‘GIOCA CON ME’, è possibile invitare amici o partner a partecipare, rispondendo alle domande. Molte di queste, quando si entra nella fase a maggior livello di intimità, riguardano anche gusti e fantasie tra le lenzuola. Dubbi e curiosità che spesso non abbiamo il coraggio di chiedere, ma anche domande che non avevamo mai pensato di fare. Un modo per continuare a conoscersi e scoprirsi, giorno dopo giorno”
Slow Food Italia e FederBio presentano Anteprima Terra Madre e Festa del BIO
Creare uno spazio di ascolto, riflessione e approfondimento sulle prospettive di un futuro sicuro e sostenibile per tutte e tutti, a partire dalle proposte dei giovani attivisti della società civile italiana e dalla sensibilizzazione dei cittadini sul biologico e sulle pratiche agronomiche rispettose del suolo, delle risorse naturali e della biodiversità.
È quanto accade alla tre giorni di Anteprima Terra Madre e Festa del BIO, ospitata dal 24 al 26 maggio 2024 al MAXXI di Roma con incontri, conferenze, laboratori per famiglie e una mostra mercato con i produttori dei Mercati della Terra, dei Presìdi Slow Food e del biologico del Lazio.
Voluta da Slow Food Italia, Regione Lazio, Arsial e FederBio, l’iniziativa unisce il messaggio e le attività rivolte al pubblico di due manifestazioni iconiche. Anteprima Terra Madre e Festa del BIO fanno dunque parte del percorso che ci porterà a Terra Madre Salone del Gusto, dal 26 al 30 settembre 2024 a Parco Dora a Torino, manifestazione che gode del patrocinio del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che ha ospitato la conferenza stampa di lancio dell’evento romano.
Anteprima Terra Madre
Per la prima volta Slow Food Italia riunisce con Anteprima Terra Madre oltre 200 giovani attivisti di 30 associazioni per confrontarsi su cibo, clima e bellezza come prospettiva di tutte e tutti riguardo alla vita su questo Pianeta. A dare il via ai lavori di Anteprima Terra Madre sono le tre lectio magistralis, a cui il pubblico può assistere in streaming sul sito terramadresalonedelgusto.com, tenute da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, sul cibo; Sara Segantin, scrittrice, reporter e Ambassador per l’European Climate Pact, sul clima; ed Eugenio Cesaro della band Eugenio in Via di Gioia, su bellezza futura.
Al termine dell’evento romano, sarà elaborato un documento di sintesi che i giovani attivisti sono chiamati a condividere con le loro associazioni di appartenenza per farlo proprio e arricchirlo. Il documento, dopo aver attraversato le principali realtà della società civile italiana, sarà presentato ufficialmente in occasione di Terra Madre Salone del Gusto.
Anteprima Terra Madre è anche aperta al pubblico grazie a un grande mercato, sabato 25 e domenica 26, con oltre 50 produttori dei Mercati della Terra, dei Presìdi Slow Food e delle aziende biologiche del Lazio.
Festa del BIO
Crisi climatica, cibo e agricoltura biologica. Questi i temi al centro della tappa romana della Festa del BIO. All’evento si racconta come, da nicchia, il biologico sia diventato uno strumento fondante delle politiche green europee poiché contrastando gli impatti climatici, una delle principali cause della diminuzione delle rese produttive, tutela la fertilità del suolo e gli ecosistemi, contribuendo così a sostenere gli agricoltori. Per raggiungere l’obiettivo Eu del 25% di terreni coltivati a bio entro il 2030, che attualmente è meno del 10%, è essenziale incrementare la consapevolezza collettiva che il biologico è l’approccio migliore dal punto di vista ambientale, economico e sociale. L’Italia è tra i Paesi più virtuosi in Europa guidando, con quasi il 20% di superfici bio, la transizione verso l’agroecologia. Condotta da Patrizio Roversi e Tessa Gelisio, la Festa del BIO prevede talk, degustazioni, intrattenimento e divertimento per tutta la famiglia. È un’iniziativa supportata da “Being Organic in Eu”, il progetto promosso da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziato dall’Unione europea ai sensi del Reg. Eu n.1144/2014.
«Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà, in cui traguardi fondamentali che consideravamo raggiunti, come la pace, la democrazia, la messa in sicurezza da pandemie, hanno mostrato la loro fragilità. La Madre Terra ci sta chiedendo il conto per come l’abbiamo trattata negli ultimi decenni inseguendo il falso mito dello sviluppo infinito. Per cercare di disegnare una prospettiva futura abbiamo chiamato a raccolta 200 ragazze e ragazzi, da organizzazioni che rappresentano le tante sensibilità dell’attivismo nazionale, in un percorso che ci conduce a Terra Madre, dove il movimento globale del cibo Slow Food, si incontrerà» dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia che lancia un’altra iniziativa di Slow Food pensata per i giovani e cioè l’appello Col cibo si educa, col cibo si cambia. «Con questa raccolta firme, fortemente voluta dal nostro fondatore, Carlo Petrini, chiediamo al governo che introduca l’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado: un altro passo verso coloro che devono prendere il testimone e determinarsi attraverso scelte consapevoli, avendo gli strumenti per riattivare un corretto e virtuoso dialogo col cibo, col mondo della produzione alimentare e col vivente tutto!».
«L’educazione alimentare nelle scuole è la strada giusta per insegnare già ai più piccoli come e cosa mangiare. Questo è il motivo per cui ho voluto sottoscrivere l’appello di Slow Food. Saper mangiare bene, avere il giusto nutrimento è fondamentale, ma oggi, sempre più spesso, i ragazzi non sanno come farlo. Se prima era più forte l’elemento della sapienza alimentare tramandata dalle famiglie, adesso è necessario che la scuola supplisca il più possibile a questa mancanza, formando alla corretta alimentazione. Abbiamo il dovere, quindi, anche in questo caso di aiutare le giovani generazioni a formarsi e educarsi alla sana alimentazione» sottolinea il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
«La collaborazione con Slow Food Italia e la sinergia con Anteprima Terra Madre rappresentano un passo fondamentale nell’evoluzione della Festa del BIO, che punta a rafforzare il rapporto tra agricoltori e i cittadini per favorire sistemi agricoli e alimentari più attenti e sostenibili» sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. «Dalla Festa del BIO vogliamo ribadire un messaggio importante: la transizione agroecologica rappresenta la risposta alla crisi dei sistemi agroalimentari, non certo la causa. Attraverso il Green Deal e la strategia Farm to Fork, l’Europa ha senza dubbio posto solide basi per cogliere gli obiettivi sfidanti legati all’affermazione di un modello agricolo sostenibile. È fondamentale che il Parlamento che sarà eletto a breve acceleri ulteriormente in questa direzione anche perché, come evidenziato recentemente da studi scientifici a livello europeo finanziati dalla stessa Commissione, l’approccio agroecologico, alla base del biologico e del biodinamico, ha un impatto positivo superiore a quello dell’agricoltura convenzionale, non solo per la sostenibilità e il contrasto alla crisi climatica, ma anche dal punto di vista sociale ed economico, rispondendo così alle legittime preoccupazioni degli agricoltori. L’agroecologia guarda al futuro coinvolgendo in particolare le donne e i giovani, che scelgono il bio per i valori che esprime, per il livello di innovazione e per la sua capacità di ricreare legami e relazioni con la terra e le comunità locali».
Il mercato dei Mercati della Terra, dei Presìdi Slow Food e delle aziende biologiche del Lazio
Durante l’Anteprima Terra Madre, oltre all’incontro dei giovani e alle lectio magistralis, il 25 e il 26 maggio viene rappresentata una forma concreta di sovranità alimentare, tramite l’organizzazione di un grande mercato aperto al pubblico, con la partecipazione di oltre 50 produttori dei Mercati della Terra, dei Presìdi Slow Food e delle aziende biologiche del Lazio. I prodotti provengono tutti da imprese di piccola scala che rientrano nei sistemi del cibo locali dei comuni interessati, e sono proposti direttamente dai produttori per garantirne la freschezza e la stagionalità.
«Come Regione Lazio crediamo molto nel biologico perché fa rima con sostenibilità, qualità dei terreni e filiera corta. Vien da sé che stiamo investendo molte risorse su questo tema. In bilancio abbiamo già raddoppiato i fondi destinati a questa filiera e nell'ambito del Psr, ora Csr, abbiamo già aperto un bando di ben 30 milioni per le imprese. Inoltre abbiamo registrato un grande fermento anche da parte dei territori, tanto che fino a oggi sono presenti 13 distretti biologici nel Lazio e 6 sono in dirittura d'arrivo» aggiunge l’assessore all’Agricoltura regionale, Giancarlo Righini.
«Organizzare a Roma l'Anteprima di Terra Madre è una grande opportunità, che abbiamo voluto sostenere con convinzione, anche lanciando una call rivolta ai produttori biologici del Lazio, che al momento figura tra le regioni più importanti del Paese per estensioni e numero di operatori coinvolti nella filiera del bio. Anteprima Terra Madre è un grande evento del food, che contribuirà a sensibilizzare la cittadinanza e i media, non soltanto quelli di settore, sull'importanza di preservare le nostre radici gastronomiche e agricole, nonché sull’esigenza di promuovere la collaborazione tra produttori locali e consumatori consapevoli. Soprattutto in una città come Roma, che oltre a essere la prima metropoli del Paese, è il più grande comune agricolo d’Europa: tanto per dimensioni (63.000 ettari di superficie agricola) che per possibilità produttive» afferma il commissario straordinario Arsial, Massimiliano Raffa. «Con i suoi 49.000.000 di turisti e gli oltre 20.000 operatori attivi nella ristorazione o nella somministrazione, Roma può essere un volano di valore impareggiabile per la crescita dei nostri territori rurali e dell’intero settore. Basti pensare alle ricadute in termini di ROI e di ricavi, che verrebbero generate se riuscissimo nella mission di far entrare in carta i nostri vini e i nostri oli nella gran parte dei ristoranti della Capitale, così come se riuscissimo a promuovere con maggiore efficacia sul mercato locale, le produzioni tipiche e tradizionali che caratterizzano la nostra regione. La mia aspettativa personale, anche alla luce degli sforzi fatti, è quella di vedere al più presto i vini e gli oli del Lazio sulla carta di gran parte dei ristoranti romani».
Anteprima Terra Madre è realizzata da Slow Food Italia, Arsial e Regione Lazio, con il contributo di FederBio, il sostegno del Comune di Roma e il supporto di Reale Mutua, sostenitore ufficiale di Slow Food Italia.
ANICAV e Ricrea con Fondazione Veronesi_raccolti 600mila euro per la ricerca in oncologia pediatrica
Grazie al prezioso supporto di quasi 2.000 volontari coinvolti “Il Pomodoro per la ricerca. Buono per te, buono per l’ambiente®”, l’evento con cui Fondazione Veronesi è approdata in numerose piazze, scuole e aziende del territorio italiano sabato 20 e domenica 21 aprile 2024, conferma il suo importante sostegno alla ricerca scientifica contro i tumori pediatrici raccogliendo oltre 600.000 euro che – al netto dei costi di gestione - , contribuiranno al finanziamento della piattaforma “PALM Research Project ®” (Pediatric Acute Leukemia of Myeloid origin), un progetto di ricerca e sviluppo di terapie innovative per i bambini malati di leucemia mieloide acuta. Un progetto internazionale finanziato da Fondazione Umberto Veronesi ETS che avrà la durata di 5 anni e che coinvolgerà l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – principale polo di ricerca e cura pediatrica in Europa - come Centro di riferimento, il Laboratorio di diagnostica centralizzata della Clinica Oncoematologica di Padova, il Dipartimento di oncologia sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e il Department of Leukaemia dell’MD Anderson Cancer Center (Houston USA) come centri di supporto.
La manifestazione è stata possibile grazie al fondamentale contributo dell'Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali (ANICAV) e del Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio (RICREA) che anche quest’anno hanno sposato e sostenuto l’iniziativa con grande entusiasmo.
Nei numerosi punti di distribuzione presenti in tutta Italia, i volontari hanno distribuito a fronte di una donazione minima di 12 € le confezioni composte da tre barattoli in acciaio di pomodoro, nelle versioni pelati, polpa e pomodorini.
“Grazie alla grande sensibilità, all’impegno e alla dedizione dimostrati dai nostri volontari, dai donatori e dai preziosi partner Anicav e Ricrea, che da anni sono al nostro fianco per sviluppare questo importante progetto, è stato possibile raggiungere anche quest’anno un grande risultato a sostegno della ricerca scientifica nel campo dell’oncologia pediatrica. Grazie ai fondi raccolti potremo continuare a sostenere l’innovativa piattaforma PALM Research Project® e dare così una speranza di guarigione ai bambini che si ammalano di tumore” - spiega Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi ETS.
“Il successo sempre più crescente di questa nobile iniziativa conferma le aspettative che avevamo quando, ormai sette anni fa, come ANICAV proponemmo questo progetto a Fondazione Veronesi e questo ci rende estremamente orgogliosi. - dichiara Marco Serafini, Presidente di ANICAV – Anche quest’anno, grazie al coinvolgimento dell’intera filiera del pomodoro, siamo riusciti a raggiungere un grande risultato a sostegno della ricerca contro i tumori pediatrici. Il nostro pomodoro, sano e 100% made in Italy, si è dimostrato una volta di più buono per la salute e importante per la ricerca scientifica. Tutti insieme possiamo fare la differenza!”
"Con il passare degli anni, la nostra collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi per questo importante progetto continua a rafforzarsi - commenta Domenico Rinaldini, Presidente RICREA - Insieme, vogliamo veicolare speranza e fare la differenza, sia nel campo della salute che della sostenibilità ambientale. Gli imballaggi in acciaio infatti, oltre a preservare in modo sicuro gli alimenti come il pomodoro, sono completamente riciclabili all'infinito e facilitano la raccolta differenziata.
Grande successo per il rinnovato contest “A Scuola con il Pomodoro per la Ricerca”, a cui hanno aderito con entusiasmo le scuole primarie e secondarie (sia di I che di II grado) del territorio nazionale, realizzando campagne di raccolta fondi aventi come protagonista le confezioni de “Il Pomodoro per la Ricerca®. Buono per te, buono per l’ambiente”. Un contributo sempre a sostegno dell’oncologia pediatrica, che ha permesso alle scuole di vincere anche voucher per l’acquisto di materiale scolastico da utilizzare nella propria scuola.
mercoledì 8 maggio 2024
MISSION GIU’ AL NERD A LECCE
“La nostra mission è mescolare il mondo nerd con il Salento!
L’obiettivo è portare un po' di magia e orgoglio salentino nel mondo nerd
attraverso capi unici che celebrano la nostra terra.
Vogliamo che ogni pezzo che portate a casa sia come un
piccolo tesoro salentino, che racconta la nostra storia in modo divertente e
originale.
Se vuoi esprimere la tua passione per la nostra terra con un
tocco di ironia e originalità, sei nel posto giusto!“
Lecce, storia e cultura sotto i riflettori del Governo
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Pisticci, 8 luglio 2024 – Arriva alla sua venticinquesima edizione il festival nato da un amore viscerale per l'ottava musa, e che semp...